I TAROCCHI DEI VISCONTI anni '70, di Gabriele Mandel, Monumenta Longobardica, vintage carte cartomanzia Bergamo 1974: introvabile cofanetto similpelle cm.23x14, titolo oro, con 78 carte gioco a colori NUOVE ancora sigillate ,  con libro degli arcani di Francesco Waldner con spiegazione dei tarocchi

Di ogni arcano maggiore,

l'argenterie,

ne ha realizzato 150 pezzi,

la confezione è

stata realizzata dal

designer M. A. Ragusa

 


Il mazzo Colleoni noto come Tarocchi dei Visconti

Di questo mazzo s’ignora il committente, o Filippo Maria Visconti per il matrimonio della figlia Bianca Maria con Francesco Sforza, o direttamente Bianca Maria. Se ne ritrovano le tracce a partire dal conte Ambiveni, che lo trasmise alla famiglia Donati, che a sua volta lo vendette al conte Alessandro Colleoni, il quale trasmise il nome al mazzo, conosciuto e riprodotto oggi col nome di “Tarocchi dei Visconti”. Fu il conte Colleoni a smembrare il mazzo, quando vendette 26 carte al conte Francesco Baglioni in cambio di oggetti d’arte. Alla morte del Baglioni nel 1900, le 26 carte insieme a tutta la sua raccolta vennero cedute all’Accademia Carrara. Si tratta di 5 trionfi, 7 carte d’onore e 14 numerali.

La famiglia Colleoni vendette altre 35 carte, che nel 1811 vennero acquistate dalla Pierpont Morgan Library di New York (ms 630). Vi si trovano 15 trionfi e 8 carte d’onore. Alla famiglia Colleoni restarono 13 carte tutte numerali, forse per mancato acquirente.

E’ comunque il mazzo più completo ed è quello più riprodotto e venduto. Dei 20 trionfi alcuni furono aggiunti da un miniatore identificato in Antonio da Cicognara (Sole, Luna, Stelle, Mondo, Fortezza e Temperanza), il Diavolo è un’aggiunta moderna perché la carta del XV secolo è andata persa, ma restano comunque 14 carte dell’epoca di Filippo Maria: Matto, Mago, Papa, Papessa, Imperatore, Imperatrice, Matrimonio, Carro, Ruota, Eremita, Traditore, Morte, Giustizia, Giudizio. Le carte misurano 176 x 87 mm e sono meno sontuose di quelle dei mazzi precedenti, anche se per le figure si è usata la lamina d’oro.

Rispetto alle carte del mazzo Visconti di Modrone è intervenuto un cambiamento radicale nella valenza simbolica. Sono state aggiunte cinque carte a sfondo religioso: Matto, Papa, Papessa, Eremita, più una serie di altre tre carte dedicate dalla rappresentazione dell’Inferno: Appeso o Idolatra, Diavolo, Casa del Diavolo (Torre che crolla). Sono sette carte che trasformano profondamente la valenza festosa del corteo nuziale in una riflessione religiosa. Scompaiono però le virtù teologali di Fede, Speranza, Carità, ma viene introdotta la Temperanza ad affiancare le preesistenti Fortezza e forse Giustizia.

Il Carro nel mazzo ColleoniLa serie diventa quindi composta da:

Matto, Mago, Papa, Papessa, Imperatore, Imperatrice, Matrimonio, Carro, Ruota, Eremita, Temperanza, Fortezza, Giustizia, Morte, Appeso, Diavolo, Casa del Diavolo, Giudizio, Mondo. Dall’ambito ferrarese deriveranno altre tre carte: Luna, Sole, Stelle, che porteranno il numero finale e fisso dei Trionfi a 22.

Il Matto nel mazzo ColleoniNella nuova serie di carte a carattere religioso ci sono alcune figure che meritano qualche commento. Il Matto, in questa sua prima versione iconografica, è un povero demente gozzuto che gira seminudo con una mazza in spalla e delle piume in testa. Se la carta viene osservata singolarmente, ci si deve fermare a questa interpretazione, ma invece è stata inserita insieme ad altre carte a sfondo religioso-ereticale, come la Papessa. E’ quindi probabile che voglia rappresentare quei movimenti pauperistici di ribellione, soprattutto contadina, che agitavano tutti i paesi europei e che sfoceranno di lì a breve nella riforma protestante. 

La Papessa

La Papessa, alla stessa stregua, vestita con il saio francescano, potrebbe proprio simboleggiare l’auspicata Chiesa francescana, ispirata alla povertà, ovvero l’Osservanza, un tentativo di prevenire gli incombenti danni della riforma. Abbiamo già fatto notare che tutto il mazzo di carte si presenta sobrio, modesto, niente a che vedere con il sontuoso mazzo Visconti di Modrone.

Il Mago (poi prenderà il nome di Bagatto) è un’altra carta molto interessante: il personaggio indossa un abito rosso foderato di vaio se non di ermellino ed esibisce un tricorno pure orlato di pelliccia. Un tale abbigliamento lo connota, seconda le rigide leggi suntuarie del medioevo, come un  medico o un alchimista, in grado di trasmutare con la sua “bacchetta” la polvere bianca ammucchiata su un lato del suo desco nei pezzi d’oro che si vedono lì accanto.  

Il Papa porta una barba lunga e fluente, la stessa della carta dell’Eremita. E’ uno dei papi dimessi dal Concilio di Costanza? E’ forse lo stesso duca di Savoia Amedeo VIII, padre di Maria di Savoia, che era stato antipapa col nome di Felice?  

 

La carta del Matrimonio è stata aggiornata e rappresenta l’unione delle destre tra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti, l’erede del Ducato milanese. La scena non si svolge più davanti a un padiglione campestre, ma sotto la mira di un Cupido bendato.

Miniatura che raffigura il matrimonio tra Francesco Sforza e Bianca Maria ViscontiSe fu Bianca Maria a scegliere questo mazzo di carte, perché mantenne la carta dell’Imperatrice? La carta non ha la connotazione negativa di cui godeva la vera imperatrice, che morirà di peste nel 1451, ma che dal 1441, anno delle nozze tra Bianca Maria e Francesco Sforza, si era ritirata a Melnik a nord di Praga. Sulla sua veste esibisce l’impresa dei tre anelli di Cabrino Fondulo, che si trovano anche sul manto dell’Imperatore. Mancando ogni informazione circa la committenza del mazzo, non possiamo neppure azzardare ipotesi di associazione fra le carte e i personaggi dell’epoca.

Rimango a disposizione per ulteriori informazioni e/o dettagli.