CUCCA Francesco. Veglie beduine. Ancona, Giovanni Puccini e figli, 1912.

In 8° grande, pp. 140, 4. Brossura editoriale a stampa, illustrazione a colori applicata al piatto anteriore.

Edizione originale. Prefazione di Magali Boisnard. Riproduzione di disegno del Cucca applicato a piena pagina prima della Prefazione.

Nacque a Nuoro nel 1882, fu narratore e poeta mercante che seppe conciliare le esigenze per gli affari col gusto per la letteratura e per la poesia. Uomo eclettico e raffinato, fu animato da un incontenibile spirito d'avventura. Dopo aver svolto il lavoro di servo pastore, nel 1896 all'età di 14 anni, dalla Barbagia partì per Iglesias e lì lavorò come garzone di cantina e più tardi andò in miniera. La sera leggeva e studiava. Cominciò la raccolta di libri, di riviste, di giornali e raccolte antologiche degli autori della letteratura del periodo: Satta, Carducci, Pascoli, D'Annunzio, Stecchetti. Passò poi alle dipendenze di un'impresa di Livorno che importava legname dall'Africa e fu mandato in Tunisia, come rappresentante, procuratore e amministratore all'età di vent'anni. Andò in Africa nel 1902 e vi rimase fino al 1939. Viaggiò per città e per villaggi; conobbe popoli, usi e costumi diversi, li studiò e ne assimilò la cultura al punto di essere considerato e trattato dagli arabi come uno di loro. Studiava molto ed alle letture dedicava non poche delle ore che riusciva a strappare al suo quotidiano lavoro. Parlava e scriveva correttamente diverse lingue ed era informato sui più importanti avvenimenti letterari. In terra maghrebina cominciò la sua produzione in prosa e in versi: I racconti del gorbino (1909); le Veglie beduine (1912), le Galoppate nell'Islam (1922), e il romanzo Muni Rosa del Suf (pubblicato postumo nel 1996). Aderì al socialismo rivoluzionario e all'anarchismo. Anticlericale, anticolonialista, anti interventista, preferì vivere da uomo libero. Strinse rapporti con Sebastiano Satta, con i fratelli Deffenu, con Grazia Deledda, con Paolo Orano, con Giuseppe Lipparini, con Mario Puccini, con Ezio Bartalini, con tutto il movimento anarchico e socialista italiano negli anni dal 1906. Collaborò a "L'Unione di Tunisi" diretta dal rivoluzionario Ettore Sottovia. Nel 1939, lasciò l'Africa definitivamente, risiedendo prima a Roma, poi a Napoli dove morì nel 1947.

Esemplare perfettamente conservato in barbe.


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