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Questo dicono gli antichi testi del linguaggio floreale, anche se, in realtà, l'ibisco è pianta assai apprezzata ed amata per la bellezza delle corolle e la generosità della fioritura Il nome scientifico Hibiscus deriva probabilmente da "ibis", nome di un uccello che vive presso le paludi e si nutre, o almeno così anticamente si riteneva, delle specie di ibisco che crescono preferibilmente presso l'acqua.

Descrizione.

La famiglia: Malvacee.
Il genere comprende circa 200 specie.
L'origine: regioni tropicali e subtropicali d'Asia, Africa, Australia e Nuova Zelanda.
L'aspetto: erbacee annuali o perenni, arbusti o alberi.
Le foglie alterne, intere, palmate, hanno bordi seghettati o dentati; il colore è verde in varie tonalità.
I fiori grandi, di breve durata, hanno forma campanulata e sono composti di 5 petali sovrapposti alla base; il colore, sempre molto vistoso e intenso, varia dal bianco al giallo, al rosa, al rosso in varie sfumature e con variegature contrastanti.
La fioritura avviene in estate.
L'utilizzazione: per la decorazione del giardino e del balcone, coltivando in piena terra o in grandi cassette (profondità 60 cm e larghezza 50 cm).

Esigenze e cure.

L'esposizione: in pieno sole.
Il terreno deve essere permeabile, misto a 1/3 di sabbia e 1/3 di torba, ben concimato.
La coltivazione dell'ibisco non presenta difficoltà se si osservano alcune norme abbastanza semplici che possiamo così riassumere:
- le annaffiature debbono essere piuttosto abbondanti, soprattutto nel periodo che precede la fioritura e durante l'emissione delle corolle
- la protezione invernale: le specie che non sopportano all'aperto i freddi inverni dell'Italia settentrionale debbono essere coltivate in vaso, ritirate a fine autunno in locale non freddo (a temperatura non inferiore a 12°), luminoso e poco annaffiate
- la potatura: le specie arbustive nella fase giovanile, quando non sono ancora ben legnificate, debbono essere potate ogni primavera per favorire una folta ramificazione dei cespugli; in particolare l'H. Rosa sinensis, a fioritura ultimata, deve essere ripulito del legno secco, dei piccoli rami malformati e leggermente potato accorciando di pochi centimetri ogni ramificazione; l'H. Syriacus invece esige una potatura energica in febbraio ed è pianta che sopporta tanto bene i frequenti tagli da poter essere impiegata con successo per la formazione di siepi.



Piantagione.

La piantagione si esegue in primavera o in autunno.

Moltiplicazione.

La moltiplicazione le specie annuali si seminano in aprile in lettorino e si mettono a dimora in maggio; le specie erbacee

perenni si riproducono per divisione dei cespi in primavera; le specie arbustive o arboree si moltiplicano per talea semilegnosa o erbacea in aprile o in agosto, facendo radicare in sabbia, al caldo.