Il libro evidenzia le ragioni e le modalità con cui, da un certo momento
della sua storia, l'Europa inizia un "viaggio" alla scoperta del mondo
che la porterà dopo alcuni secoli a dominarlo politicamente,
militarmente, economicamente ma, soprattutto, culturalmente. Una
espansione che nelle sue motivazioni riflette le finalità, molto
diverse, che caratterizzano i cambiamenti culturali e religiosi, non
solo economici, delle varie fasi della storia europea. Da un'iniziale
espansione essenzialmente crociato-missionaria tipica del Portogallo e
della Spagna a una ricerca di dominio mercantile ed egemonico fra le
nazioni con l'avvento degli stati protestanti, infine dopo la
Rivoluzione Francese una competizione esasperata per il dominio
territoriale e di sfruttamento coloniale portata dal nazionalismo
aggressivo. È in questa ultima fase, che viene erroneamente confusa con
tutta la storia dell'espansione, che l'Europa esporta nel mondo, oltre
ai benefici frutto della civiltà cristiana, i frutti avvelenati delle
varie rivoluzioni che l'hanno devastata: il nazionalismo, il razzismo,
il positivismo materialista, il marxismo, il relativismo.
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