2 FOTOGRAFIE ORIGINALI 1941

ALLAGAMENTO AGRO PONTINO

lungo la via appia - canale linea ponte della migliara 48

CM. 13 X 18

PEZZI DA MUSEO

Con il termine pianura pontina si indica, spesso come sinonimo di Agro Pontino, il territorio pianeggiante del Lazio compreso fra Terracina, Anzio, il Circeo e i Monti Lepini ottenuto con la bonifica delle paludi pontine negli anni trenta

Vista la sostanziale uniformità della regione interessata, una corretta comprensione della situazione geologica necessita uno sguardo sulle aree immediatamente prossime all'Agro pontino, considerando l'area compresa fra Anzio, Cisterna, Ninfa, Priverno, Terracina, il Circeo e il Tirreno.

Ad Anzio ha inizio un lungo deposito di sabbie e argille con tracce di elementi silicei e tufi che da Ardea raggiunge il promontorio del Circeo con andamento che nell'area dell'agro pontino diviene marcatamente parallelo alla linea di costa: è il sistema delle dune quaternarie, la cui origine è dovuta ai depositi eolici accumulati sul substrato, in parte trasgressivo, delle sabbie marine immediatamente sovrastanti la piattaforma calcarea sottomarina. Tale sistema di rilievi si è conformato progressivamente a partire da un duna primitiva generata inizialmente come banco sabbioso sotto la superficie marina (quando questa lambiva le falde dei monti Lepini) dai fenomeni di rifrazione ondosa del mare causati dall'isola del Circeo, successivamente emersa e ampliatasi per azione combinata del moto ondoso e del vento regnante (aventi direzione concorde) alla quale sono seguite (lato mare aperto) ulteriori cordoni di duna progressivamente generatisi con andamento pressoché parallelo: gli spazi lacuali presenti tra una duna e l'altra si sono progressivamente riempiti sia per trasporto eolico, sia per deposito alluvionale, sia per erosione delle limitrofe dune: tale processo è evidente anche allo stato attuale, poiché sono ampiamente visibili nell'orografia del territorio la serie di rilievi dati dalle sommità delle antiche dune, nonché è evidente nella duna più recente (il cordone litoraneo che insiste lungo la linea di costa) che risulta separata dal resto delle retrostanti formazioni (denominate nell'insieme "duna antica") proprio da sistemi lacuali e paludosi di natura marina (i laghi costieri). L'intero sistema della duna antica risulta geologicamente più antico della retrostante pianura alluvionale, costituita alla superficie da limi ed argille scure in prevalenza: ciò significa che la più antica porzione di terra emersa dell'agro pontino è proprio quella costiera che va dalle formazioni tufitiche di Anzio al promontorio (anticamente isola) del Circeo, e non quella pedemontana. I laghi litoranei di Fogliano, dei Monaci, Caprolace e di Paola costituiscono pertanto l'evoluzione di un sistema lagunare di antica origine dovuta all'emersione della duna più recente; inoltre tra il Lago di Paola e il promontorio del Circeo è attivo un sistema di sorgenti di debole portata a Molella e a Lucullo, presso Sabaudia e in altre località della zona.
I depositi alluvionali: l'antica palude

Tra Cisterna e Ninfa emerge l'ultimo lembo dei tufi dei Colli Albani che lentamente degradano verso affioramenti di travertino e il vasto deposito alluvionale, il cuore delle antiche paludi pontine, che corre parallelo al deposito eolico dell'antica duna fra Latina e Terracina. La zona è attraversata dai fiumi principali della provincia di Latina.
Il promontorio del Circeo visto dalla spiaggia di Sabaudia
Altre formazioni geologiche

Le tracce di una duna minore del Quaternario affiorano tra Priverno e Fossanova (località Bosco Polverino). Presso San Felice Circeo il paesaggio è variegato dalle marne e arenarie del Circeo risalenti al Paleogene e dai calcari del Lias inferiore di Torre Paola.
Idrografia

Il territorio con la bonifica fu diviso in sei sistemi idrografici principali: i tre bacini delle Acque Alte, Acque Medie e Acque Basse raggruppati nel sistema della Bonifica di Piscinara, il bacino della Bonificazione Pontina, il sistema dei bacini costieri e quello dei bacini pedemontani. Le paludi si concentravano prevalentemente nell'area cosiddetta della Bonificazione Pontina ed in particolare a monte della consolare Appia, ma in parte anche lungo la costa nei bacini costieri.
Bacino Acque Alte

Il primo bacino (Acque Alte) consta di tutti quei corsi derivati dai Colli Albani e dalla parte di Monti Lepini a nord di Monte Carbolino, che per loro provenienza hanno sufficiente pendenza e velocità per defluire a mare spontaneamente, ma che prima della bonifica si immettevano direttamente nelle paludi: la principale opera di separazione tra le Acque Alte e il resto dell'Agro pontino fu il Canale delle Acque Alte o "Canale Mussolini", che tra l'altro segna per un lungo tratto il confine fra i territori comunali di Cisterna e Latina. Il Canale Acque Alte attraversa la fascia settentrionale della pianura trasversalmente ai corsi d'acqua naturali provenienti dalle colline, e ne intercetta l'apporto idrico conferendolo direttamente a mare in località Foce Verde, nel comune di Latina, oltre a ricevere tramite un collettore artificiale buona parte della portata del più settentrionale Fiume Astura. Il canale delle Acque Alte delimita a sud il bacino omonimo, che si trova sempre sulla sua destra idrografica, e nell'ultimo tratto che ricalca una struttura idrografica naturale, assume il nome più antico di "Canale Moscarello".
Bacino Acque Medie

Il secondo bacino detto delle Acque Medie consta di acque originate in territori posti sopra il livello del mare, ma ostacolate nel deflusso a mare dalla maggiore altimetria della fascia costiera (duna antica e recente). Il canale principale di tale bacino è il Canale delle Acque Medie, che lambisce ed in parte attraversa ad est la città di Latina per poi piegare verso sud e tagliare la duna quaternaria, sfociando a mare tra i laghi costieri di "Fogliano" e "dei Monaci". Nel tratto finale in cui attraversa la duna quaternaria il canale assume il nome di Rio Martino, poiché ricalca il tracciato di una omonima canalizzazione di epoca volsca o latina mantenutasi, seppur inefficiente, attraverso il medioevo. Questo ultimo tratto segna il confine tra i comuni di Latina e Sabaudia. Anche il canale delle Acque Medie delimita a sud il bacino omonimo, che si trova sempre sulla sua destra idrografica. I comuni maggiormente interessati sono quelli di Latina e Sermoneta.
Bacino Acque Basse

In questo bacino si trovano due grandi canali, scavati ricalcando omonime opere minori del Seicento e nel Settecento: il Canale Sisto V che defluisce a mare tra Terracina e il Circeo e corre circa lungo la linea di demarcazione tra gli affioramenti più arretrati della duna quaternaria e la pianura alluvionale e che ricalca approssimativamente il tracciato del "Fiume Antico", opera di bonifica arcaica risalente probabilmente al periodo latino; ed il Linea Pio VI, che origina dal primo come scolmatore di piena (nel punto in cui questo perde il nome di Ninfa e assume quello di Sisto) e corre per la quasi totalità del suo tracciato in adiacenza alla rettilinea via Appia, per poi defluire a mare a Terracina. Questi canali non richiedono sollevamento meccanico delle acque, ma si trovano ai margini dei territori depressi in cui il deflusso naturale delle acque è impossibile, oppure li attraversano con tracciato sopraelevato. In particolare il "Linea Pio VI" scorre pensile nella seconda parte del suo tracciato per circa 33 km, in cui assieme alla consolare Appia attraversa il più depresso bacino della Bonificazione Pontina, descritto qui di seguito. Il Bacino delle Acque Basse presenta diverse importanti canalizzazioni secondarie, alcune con carattere di bonifica (come il "Canale della Botte") ed altre che intercettano apporti da risorgiva dei Monti Lepini, come il "Cavata" ed il "Cavatella".
La foce della Linea Pio a Terracina
Bacino "Bonificazione Pontina"

Il quarto bacino ("Bonificazione Pontina") coincide con i terreni ricadenti nel territorio dell'ex Consorzio di Bonificazione Pontina (esteso approssimativamente sull'intera sinistra idrografica del canale "Sisto V") esclusi quei terreni in cui il deflusso delle acque è naturale e sfrutta le canalizzazioni Bacino delle Acque Basse descritto in precedenza, con il quale pertanto non esiste un confine lineare e continuativo. Il bacino della Bonificazione Pontina è quello costituito dalle quote altimetriche più basse, con terreni che in grande prevalenza si trovano circa al livello del mare o al di sotto: il deflusso delle acque avviene tramite l'utilizzo di sollevamento meccanico, tramite idrovore elettriche. L'opera principale di questo bacino è l'impianto idrovoro di Mazzocchio, (uno dei più grandi d'Europa) che solleva le acque del "Canale Selcella", che origina al confine dei comuni di Sermoneta e Sezze e si snoda poi nelle quote più depresse del comune di Pontinia, conferendole nel corso pensile del fiume Ufente, che infine vengono fatte confluire nel Canale Portatore in località Pontemaggiore nei pressi di Terracina e Borgo Hermada. In questo bacino si contano numerosi altri impianti idrovori minori a carattere locale che sollevano le acque di limitati comprensori e le immettono in canali pensili quali il Linea Pio VI, l'Ufente, l'Amaseno ed altri collettori minori che ne attraversano il territorio (tutti riuniti nel canale "Portatore" che sfocia nei pressi di Terracina).
Bacini minori Pedemontani

A monte dei precedenti risultano diversi bacini pedemontani, correlati soprattutto all'idrografia dei vicini Monti Lepini e Monti Ausoni ma geograficamente estesi, pur in minima parte, al territorio della pianura. Questi bacini minori si trovano tutti alla sinistra idrografica dei fiumi Ufente (ivi compreso l'immissario "Brivolco") e Amaseno, fermo restando che alcune aree depresse ivi presenti (in particolare ai piedi dei monti Ausoni) sono da ascrivere al Bacino di Bonificazione Pontina, in base a quanto già descritto.
Bacini minori Costieri

Esistono infine alcuni bacini minori, perlopiù siti lungo l'area costiera, tutti di ridotta pertinenza territoriale. In alcuni di questi casi si riscontrano quote idrografiche piuttosto basse se non negative, e il deflusso viene assicurato in alcuni casi tramite l'utilizzo di idrovore minori (come per il lido di Latina o la zona di Caterattino a Sabaudia), oppure non è tuttora assicurato permanendo limitate aree aree paludose.

La disposizione dei quattro bacini principali (esclusi quelli costieri e quelli pedemontani) risulta solo apparentemente "invertita", coi bacini a maggior quota altimetrica che si trovano vicini al mare, e quelli a minor quota che sono vicini ai monti: ciò è dovuto al fatto che la zona costiera della duna antica è, da un punto di vista geologico, antecedente alla fascia centrale della pianura, che si è formata successivamente per alluvione dai fiumi e dai torrenti provenienti da Monti Lepini, Monti Ausoni e Colli Albani: tale processo di orogenesi ha fatto sì che l'intera fascia alluvionale, sia in quanto recente sia perché proprio alluvionale, abbia quote topografiche nettamente più basse di quella della duna antica, più "alta" sia perché più antica, sia perché di natura eolica. L'intera pianura assume la forma di scodella o catino, con il bordo costituito dalla linea Torre Astura-Circeo che è nettamente sollevato rispetto alla zona centrale.