Nome botanico: Cynara cardunculus
In agricoltura il cardo è segno di disordine e abbandono e indica non tanto un terreno sterile quanto un buon terreno non adeguatamente curato.
Per molti versi è considerata un'erba infestante che danneggia le
colture economicamente utili, tanto che in Paesi come la Gran Bretagna
si pensa a progetti di legge simili a quelli già esistenti in Australia.
Per prevenirne la diffusione il Parlamento australiano ha infatti
approvato già vent'anni fa una normativa che impone pesanti sanzioni a
coloro che non distruggono i cardi presenti sui propri terreni entro 14
giorni dalla comparsa.
Eppure, questa pianta tipicamente
mediterranea era annoverata da Plinio nella sua “Storia Naturale” tra
gli ortaggi pregiati. Le prime tracce di cui si ha notizia lo collocano
in Etiopia e in Egitto, dove i germogli e i semi servivano nella
produzione dei formaggi.
Questa pianta spontanea che appartiene alla
famiglia delle composite, la stessa del carciofo di cui è ritenuto il
fratello povero, si è differenziata in una moltitudine impressionante di varietà, circa 23.000.
Questo le ha permesso di adattarsi ai più diversi ambienti, da quelli
rigidi alpini o nordeuropei, a quelli più aridi. Alcune varietà crescono
spontanee e selvatiche, altre hanno trovato un valore commerciale e
vengono coltivate: sono quelle prive di spine (ma non sempre), hanno
coste larghe e spesse, che possono essere verdi o bianche, e portamento
eretto, cosa che agevola le operazioni colturali. Tra queste lo Spinoso
di Tours, il Gigante Pieno Inerme e il Gigante di Chieri sono quelle più
saporite.
Le varietà del Cardo hanno tutte un sapore simile a quello del
carciofo e del sedano, un discreto contenuto proteico e di acqua, sono ricche di flavonoidi e acidi grassi.
La Cynara Cardunculus e il Cardo Mariano contengono silibinina, sostanza depurativa che agevola la funzionalità epatica.
È rilevante anche la presenza di sali minerali,
come sodio e potassio, quest'ultimo particolarmente benefico per la
circolazione sanguigna. Inoltre il sapore amaro della pianta è dato
dalla chinina, utilizzata nei disturbi legati
all'alimentazione. L'apporto in fibre rende questo vegetale utile nella
regolazione delle funzioni intestinali. La parte commestibile è
costituita dai lunghi gambi, o coste, che possono arrivare a misurare
anche 150 cm, e dalle foglie tenere che si sviluppano nella parte
centrale. I gambi più saporiti sono bianchi e compatti mentre quelli
verdi risultano più amarognoli. È la familiarità agreste a conoscere
tutti i segreti del cardo.
A base del vegetale spinoso è la tradizionale zuppa natalizia
preparata nel beneventano, con le foglie lavate e lessate il giorno
precedente per eliminare l'amaro in eccesso e insaporite con brodo di
pollo, pinoli e parmigiano. Per evitare che le foglie scuriscano durante
la cottura si aggiunge all'acqua il succo di mezzo limone.
La pianta inoltre lega molto bene con la besciamella quando è gratinata nel forno, o con le acciughe sotto sale nella bagna càuda, piatto tipico del Piemonte che al cardo bianco dedica anche una Sagra.
Bollito, scolato, passato in pastella può essere dorato e fritto. Soltanto la varietà Cardo Gobbo di Nizza Monferrato viene consumata cruda in pinzimonio.
Il Beato Cardo, Carbenia Benedicta, è menzionato in
tutti i trattati sulla peste per le proprietà curative del distillato
delle sue foglie, le cui virtù sono state decantate come rimedi di molti
mali nei ricettari delle piante mediche del '500 e '600. Secondo una
leggenda fu l'imperatore Federico III ad attribuire il nome alla
varietà, quando un infuso delle sue foglie riuscì a curargli un mal di
testa.
Un'altra leggenda vorrebbe che le screziature bianche delle
foglie siano rimaste a ricordo del latte materno della Madonna in fuga
verso l'Egitto.
Il suo fiore rosa è anche l'emblema nazionale della
Scozia. La leggenda narra di come intorno al 950 d.c. i predoni
norvegesi avevano invaso la terra scozzese, ma, mentre strisciavano
verso un accampamento, uno di loro mise il piede nudo su un cardo. Il
grido lancinante di dolore che seguì, svegliò gli scozzesi permettendo
loro di difendersi dall'invasione. In segno di ringraziamento, e a
memoria di quell'episodio, la pianta fu chiamata “Guardian Thistle” o “Cardo protettore”, adottato come simbolo nazionale e inserito nelle monete d'argento di Giacomo III nel 1470.
Più tardi, il suo successore Giacomo V, chiamò Ordine del Cardo la più alta onorificenza scozzese.
N. semi per g: 25
Caratteristiche della costa: Larga
Colore della foglia: Verde chiaro
Dimensione della foglia: Larga liscia
Ciclo vegetativo in giorni: 120
Semi in g/100 m² di coltura per semina diretta: 20
Semi in g/100 m² di coltura per trapianto: 10
Profondità di semina in cm: 2
Distanza tra e sulla fila in cm: 100x80
Il Cardo Bianco Gigante Inerme a Foglia Intera è un ortaggio dotato di particolari proprietà terapeutiche, ha anche funzione antianemica e diuretica.