Amadei Girolamo.

In Pomponacium de anime immortalitate.

Milano, Giovanni Angelo Scinzenzeler

1518

Prima edizione

 

 

Amadei Girolamo In Pomponacium de anime immortalitate, Milano, Giovanni Angelo Scinzenzeler, 1518.

Girolamo Amadei (Siena, 1483Lucca, 1543) è stato un teologo italiano. Frate servita, nel 1523 divenne generale dell'ordine, ma la sua indole riformista ed aggressiva lo portò alla deposizione nel 1535. (wikipedia).

Rara prima edizione di una delle prime confutazioni del Tractatus de immortalitate animae di Pomponazzi pubblicato soltanto due anni prima. Il testo di Amadei vede la luce nello stesso anno del celebre trattato di Nifo che sempre difende la dottrina cattolica sull'immortalità contro gli attacchi di Pietro Pomponazzi.

Volume impreziosito da una grande figura xilografica al frontespizio e da una altra figura in fine volume (vedi le foto).

Bellissima ed importante la xilografia dell'Annunciazione (vedi foto).

Restauro alle prime due carte con piccola mancanza di testo alla seconda carta e piccolissima mancanza all'angolo superiore destro della xilografia (vedi le foto), manca la carta F1 di testo ed F8 bianca. altri piccoli difetti, ma nel complesso  buona copia.

Rara prima edizione.

Legatura posteriore in piena pelle con autore in oro al piatto anteriore (vedi foto).

Pagine: 50 carte formati 100 pagine. Manca la carta F1 di testo ed F8 bianca.

Missing the text leaf F1 and the blank F8

Misura: cm 20 x cm 15

Nel 1517 l'A. fu inviato in Germania dal generale Angelo d'Arezzo come vicario, per la visita ai conventi dell'Ordine, la celebrazione dei capitoli provinciali e la lotta contro il luteranesimo in Sassonia. Tale data è confermata da un cenno della prefazione all'In Pomponacium de anime immortalitate, elaborato in breve tempo e compiuto dall'A. il 14 apr. 1518: "Quum ex Alamanica conventuum nostrorum visitatione rediissem..." (c. 2r)

Dopo la morte di Angelo d'Arezzo (1522), l'A., il 4 febbr. 1523, fu nominato dal cardinale protettore Del Monte e confermato da Adriano VI vicario generale dell'Ordine. Il capitolo generale tenuto con ritardo, per la peste, a Faenza nel 1524 lo elesse generale.

L'A. iniziò subito, sulla traccia dei decreti votati a Faenza, un 'intensa opera di riforma dell'Ordine. Di essa abbiamo per ora scarsi elementi (riforma dell'abito per l'eliminazione di abusi e per il ritorno alla regolare onestà; progetto di riforma del secondo e terzo Ordine femminile, affidato all'A.; incarico all'A. di ottenere dalla S. Sede la conferma dell'Ordine "veluti medium inter Conventuales et Congregatos", cfr. Giani, p. 84), ma una ricerca in questo senso costituirebbe una pagina interessante della grave crisi attraversata dai serviti nell'ambito della più generale decadenza degli Ordini religiosi nel primo '500,e degli urti e delle difficoltà dell'azione di riforma

Altro scritto dell'A. è l'opuscolo contro il Pomponazzi, In Pomponacium de anime immortalitate, Lo scritto, edito ventidue giorni dopo essere stato completato, è forse il primo esempio di edizione stampata così celermente, per chiari motivi di urgenza polemica. Esso è una delle prime confutazioni del Tractatus de immortalitate anirnae del Pomponazzi (Bononiae 1516). L'A. già conosce il De immortalitate animae del Nifo (1518) e l'Apologia del Pomponazzi contro i suoi primi critici (febbraio 1518). Nell'operetta egli si limita a porre due problemi: se le ragioni contro l'immortalità dell'anima che il Pomponazzi attribuisce ad Aristotele siano veramente insolubili; se il Pomponazzi, in quanto con alcuni ragionamenti si allontana da Aristotele, possa esser tacciato di eresia. Discute quasi esclusivamente il primo problema, con riferimento ai capitoli VIII, IX, X, XI del trattatello pomponazziano. Quanto al secondo problema dichiara di non volersi pronunziare.............In complesso si tratta di una critica molto affrettata. (Treccani)

 

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