Carteggio, manoscritto, sul Territorio di Argenta di Ferrara

Datato dal 1626 al 1633

Fascicolo (cm 30,5x20,5) 4 pagine + 2 pagine + 1 pagine + 2 pagine con sigillo a secco del Cardinale Giovanni Battista Pallotta Legato di Ferrara

Legato a spago

(211/341 OP)

PALLOTTA, Giovanni Battista

– Nacque a Caldarola il 2 febbraio 1594, da Martino e da Maddalena De Magistris.

Studiò presso il convitto di S. Bernardo a Perugia, suo maestro fu Marcantonio Bonciari. Con il sostegno dello zio paterno Giovanni Evangelista, cardinale, giunse a Roma probabilmente sul finire del pontificato di Paolo V. In un atto notarile del 28 gennaio 1621 è menzionato con il titolo di referendario in Urbe, carica che ricoprì almeno fino al 1622. Gregorio XV gli affidò la vice legazione di Ferrara nel triennio 1621-23, mentre Urbano VIII lo nominò nel 1626 collettore apostolico in Portogallo, dove rimase fino al 1628. Al rientro gli fu conferita la carica di governatore di Roma. Amministrò con rettitudine ed equità, stabilendo, fra l’altro, buoni rapporti con il duca di Modena Francesco I, come attesta un fitto carteggio dell’Archivio di Stato di Modena (D'Amico, 2001-02, pp. 228-308).

Investito l’8 aprile 1628 della nunziatura presso la corte dell’imperatore Ferdinando II d’Asburgo a Vienna, partì da Roma il 22 aprile per comporre la contesa relativa alla successione di Mantova. Si trattava di una missione difficile, in un momento di tensione fra gli Asburgo e la Curia pontificia, poiché l'imperatore sospettava che il papa fosse partigiano della Francia. Si guadagnò la stima di Ferdinando II, che lo propose per l’elevazione al cardinalato. Già creato arcivescovo di Tessalonica il 18 settembre 1628, il 19 settembre 1629 ricevette la porpora con il titolo di S. Silvestro in Capite. Nel triennio 1631-34 fu legato a Ferrara, dove si occupò di un’imponente bonifica del territorio e affidò all’architetto Pietro Paolo Floriani di Macerata, l’escavazione a Comacchio di un canale che prese il suo nome.

Il 14 aprile 1633 Urbano VIII con un breve concesse l’approvazione della istituenda Confraternita dei Marchigiani a Roma, oggi Pio Sodalizio dei Piceni, fondata da Pallotta sotto il titolo e la protezione della Vergine di Loreto, con sede in una cappella di S. Maria  ad Martyres (Pantheon). Il 31 dicembre 1636 il pontefice promulgò il breve che approvava la costruzione, promossa da Pallotta, di una chiesa a Ripetta, anch’essa dedicata alla Vergine di Loreto. La chiesa fu inaugurata il 17 maggio 1637 e il cardinale vi celebrò la prima messa, ripetuta il 10 dicembre e così anche negli anni successivi. Oltre alla chiesa «fu istituito un collegio pei marchegiani i quali volessero applicare allo studio delle lettere, ma anco uno spedale per curare gl’infermi di tal nazione» (Moroni, 1842, XIII, pp. 31 s.).

Ecc. Ecc.


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