Rara medaglia che io ritengo essere in argento anche se non ritrovo la punzonatura, su cui è inciso il famoso ariete torpediniere Puglia, della Regia Marina che apparteneva alla classe Regioni o Lombardia, ed era derivato dall'ariete torpediniere Dogali. Esso fu uno dei tanti progetti del generale Edoardo Masdea, del genio navale della Regia Marina. La nave era stata progettata per il servizio stazionario nelle colonie ed oltremare, e di conseguenza era poco adatta ai servizi di squadra, ma ottima per quelli in mari lontani. Lo scafo aveva un rivestimento in legno ricoperto di lastre di zinco per sopportare lunghe campagne coloniali e navigazione nei mari tropicali. Al termine del conflitto la nave venne fu stazionaria a Spalato dove a trovarsi al centro degli incidenti di Spalato, occorsi tra il 1918 e il 1920; la sera dell’11 luglio 1920 si verificarono gravi incidenti fra slavi e italiani e nel corso dei torbidi rimase ucciso il comandante, Capitano di corvetta Tommaso Gulli, alla cui memoria fu decretata la Medaglia d'oro al valor militare.
Effettivamente la medaglia riporta 1918 come data, aspetto quest’ultimo che non ritengo secondario, se letto con le informazioni sovrariportate. In rete non ho rinvenuto alcun esemplare simile, nella sua estrema semplicità e nelle sue ridotte dimensioni, a mio parere si “respira a pieni polmoni” quello che è stato di una nave assai importante per la Regia Marina.
Sul dritto, reca incisa a sbalzo e in visione prospettica la nave Puglia mentre attraversa i marosi, ben delineati, subito al di sotto, la data 1918.
Sul rovescio, il bel motto:“Morte sfidando morte dissemino", che incornicia quella che a me sembra una mina navale.
In tempi lontani, in Italia, nacque l’esigenza e la volontà di accompagnare il nome della nave con una frase. La frase doveva essere breve, addirittura lapidaria, poetica e spesso in latino. La frase, il motto, spesso proveniva da opere classiche, come quelle di Cicerone, Dante, d’Annunzio o dagli eroi risorgimentali. Ciò, era perfettamente in linea con le tradizioni italiane, dove ogni casata sfoggiava frasi criptiche e misteriose dai significati molteplici. Insomma, non solo uno stemma e un motto araldico per le casate e le città. Anche le navi meritavano un simile trattamento, un messaggio edificante e ispirante che caratterizzasse queste dimore sull’acqua capaci di fare la differenza e cambiare il mondo.

Considerazioni personali.
Le medaglia in asta appartiene alla mia famiglia da sempre, mi è pervenuta per il tramite di mio nonno, capitano di fregata, nonché collezionista di cimeli militari, pensavo di averla smarrita ed invece dopo anni è ricomparsa in un cassetto.
Le condizioni di conservazioni sono discrete, sicuramente non è un esemplare perfetto ma ahimè non ho altro con cui confrontarlo, motivo per il quale a mio parere si presenta ancora in condizioni accettabili.
Chiari ma non chiarissimi ma comunque ancora leggibili sono i confini ed i dettagli della nave Puglia, così come chiari appaiono ancora i caratteri del motto e della mina navale. Sulla medaglia si è depositata una patina di sporco e ossidazione che io non ho assolutamente rimosso, sarà cura del futuro acquirente decidere il da farsi, a mio modesto parere anch’essa racconta qualcosa…
Il materiale di coniazione è quasi sicuramente argento, non ho ritrovato a prima vista punzonature specifiche ma l’aspetto cromatico, ritengo non lasci adito a grandi dubbi.
Il peso si attesta attorno ai 6.20 gr. ca ed il diametro è di 20 mm.