IRON MAIDEN
LIVE IN GERMANY
ROCK AM RING
" MAIDEN ENGLAND TOUR 2014 "
JUNE 5 2014

RECORDED LIVE IN NURBURGRING - GERMANY

 DOUBLE CD

GREAT  RECORDING !!

!! NEW !!


CD 1 :
DOCTOR DOCTOR ( UFO )
Intro + MOONCHILD
CAN I PLAY WITH MADNESS
THE PRISONER
TWO MINUTES TO MIDNIGHT
REVELATIONS
THE TROOPER
THE NUMBER OF THE BEAST
PHANTOM OF THE OPERA
RUN TO THE HILLS
WASTED YEARS

CD 2 :
SEVENTH SON OF A SEVENTH SON
WRATCHILD
FEAR OF THE DARK
IRON MAIDEN

ENCORE:
CHURCHILL's Speech
ACES HIGH
HAPPY BIRTHDAY NICKO
THE EVIL THAT MEN DO
SANCTUARY

IRON MAIDEN
are :

BRUCE DICKINSON-JANICK GERS-DAVE MURRAY-ADRIAN SMITH
STEVE HARRIS-NICKO McBRAIN




















































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































Iron Maiden

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Iron Maiden (disambigua).
Iron Maiden
Da sinistra in alto, in senso orario: Steve Harris, Dave Murray, Bruce Dickinson, Janick Gers, Nicko McBrain e Adrian Smith

Paese d'origineBandiera del Regno Unito Regno Unito
GenereHeavy metal[1][2][3]
Periodo di attività musicale1975 – in attività[4]
EtichettaParlophone, BMG
EMI
Sanctuary
Columbia
Capitol
Epic
Sony Music
Universal
Album pubblicati35
Studio17
Live11
Raccolte7

Logo ufficiale
Sito ufficiale

Gli Iron Maiden (IPA: [ˈaɪ̯ə(ɹ)n ˈmeɪ̯.dən]) sono un gruppo musicale heavy metal britannico, formatosi a Londra nel 1975 per iniziativa del bassista Steve Harris.[4] Sono considerati uno dei gruppi più importanti ed influenti del genere[1] e, assieme ad artisti come Saxon, Angel Witch, Samson, Def Leppard, Raven e Venom, fanno parte della New Wave of British Heavy Metal,[1][2][5][6][7] corrente al cui sviluppo hanno fortemente contribuito.[8][9][10]

Pubblicarono il loro primo album nel 1980, diventando rapidamente uno dei gruppi più rappresentativi della scena metal del periodo.[11][12] Poco dopo la pubblicazione del secondo album, Killers, il cantante Paul Di'Anno venne sostituito da Bruce Dickinson con cui il gruppo pubblicò, nel 1982, The Number of the Beast, uno dei più importanti lavori della storia del gruppo[13] e ultimo con il batterista Clive Burr, sostituito poi da Nicko McBrain.[14] Per tutta la durata degli anni ottanta ebbero il maggior successo commerciale con gli album Piece of Mind, Powerslave, Somewhere in Time, Seventh Son of a Seventh Son, certificati dischi d'oro e di platino negli Stati Uniti.[15]

La formazione rimase inalterata fino al 1990, quando Adrian Smith venne sostituito da Janick Gers durante le registrazioni di No Prayer for the Dying (1990). Il successivo Fear of the Dark (1992) fu l'ultimo album del gruppo con Dickinson alla voce, rimpiazzato l'anno dopo da Blaze Bayley, con il quale gli Iron Maiden non trovarono il successo sperato.[12][16] Dickinson e Smith rientrarono nel gruppo nel 1999, sostituendo Bayley ma non il chitarrista Gers, diventando così un sestetto. L'anno seguente venne pubblicato un nuovo album: Brave New World, seguito dall'omonimo tour.

Il loro penultimo album, The Book of Souls (2015), ha riscosso un ottimo successo raggiungendo la quarta posizione nella Billboard 200, come il precedente album The Final Frontier,[17] oltre alla prima posizione in diverse nazioni del mondo.

Storia del gruppo

Gli inizi (1975-1980)

Steve Harris e Paul Di'Anno in concerto al Manchester Apollo nel 1980
Gli Iron Maiden durante un concerto dal vivo

Il gruppo venne fondato nel 1975 a Leyton, un quartiere nella zona orientale di Londra, grazie al bassista Steve Harris,[4] che aveva già militato in gruppi come Gypsy's Kiss e Smiler. Harris prese l'ispirazione per il nome del gruppo guardando il film L'uomo dalla maschera di ferro,[18] in cui compariva lo strumento di tortura detto vergine di Norimberga o "vergine di ferro" (in inglese iron maiden).[19]

La prima formazione comprendeva, oltre ad Harris al basso, Dave Sullivan e Terry Rance alle chitarre, Paul Day alla voce e Ron "Rebel" Matthews alla batteria. Tennero il primo concerto lo stesso anno al Cart and Horses, un pub di Stratford.[20] Verso la fine dell'anno Sullivan venne sostituito da Dave Murray, proveniente dagli Evil Ways, un gruppo della scuola di Hackney in cui suonava anche Adrian Smith. Murray e Harris saranno gli unici membri fissi nell'intero arco della carriera del gruppo.[21]

Pur presentando uno stile musicale che si ispirava solo in parte al punk,[4] si proposero subito come alternativi a noti esponenti del genere come Sex Pistols e Clash, all'epoca molto famosi.[22] Durante questo primo periodo, nel quale era molto di moda il punk, ebbero difficoltà a trovare spazio ma, grazie al Ruskin Arms, uno dei pochi locali londinesi che proponeva musica dal vivo hard rock e heavy metal, ebbero modo di farsi conoscere.[23]

Oltre alla musica, venne curata anche la scenografia dei concerti, spesso accompagnati da effetti pirotecnici, in genere prodotti dagli stessi membri del gruppo.[4] In questo periodo, fece una delle prime comparse la mascotte "Edward the Head", un pupazzo dalle sembianze mostruose che divenne poi noto come Eddie.

Dopo numerosi cambi di formazione, nel dicembre 1978 il gruppo trovò una certa stabilità con l'ingresso del cantante Paul Di'Anno[24] e di Doug Sampson alla batteria che già aveva suonato con Harris negli Smiler. Questa formazione diede vita al primo EP autoprodotto, The Soundhouse Tapes.[25] La prima tiratura di 5 000 copie del prodotto venne venduta per corrispondenza e si esaurì nel giro di poco tempo.[26][27] Il disco venne fatto conoscere a Neal Kay, famoso DJ heavy metal britannico, il quale, inizialmente, sembrò snobbare il lavoro della band senza averlo nemmeno ascoltato ma, infine, decise di ascoltarlo decidendo poi trasmetterlo nella sua radio.[4] Il brano Prowler comparve nelle classifiche del giornale Sounds,[28] dalle cui pagine il giornalista Geoff Barton conierà, tra i primi, il termine New Wave of British Heavy Metal.[29]

Nel luglio 1979 una di queste copie finì nelle mani del manager Rod Smallwood (famoso talent scout dei Judas Priest) che, ben impressionato, fece suonare gli Iron Maiden prima come spalla dei Motörhead il 3 settembre e poi come attrazione principale al Marquee Club di Londra il 19 ottobre.[30][31] A questo concerto presenziò anche Brian Shepard, il direttore della EMI.[32]

In breve tempo il gruppo ingaggiò un secondo chitarrista, Tony Parsons, e incise due nuovi brani, Sanctuary e Wrathchild per la raccolta Metal for Muthas, pubblicata il 15 febbraio 1980 dalla Sanctuary Records.[33] Dopo questa pubblicazione, Sampson abbandonò la band per motivi di salute[4] e venne sostituito da Gary Edwards. Sampson comparirà quindi solo nel brano Burning Ambition, lato B di Running Free. Successivamente Harris reclutò anche Dennis Stratton come secondo chitarrista dopo il rifiuto di Adrian Smith, poiché la sua band, gli Urchin, in quel momento riscuoteva un buon successo.[34] Stratton portò con sé anche il nuovo batterista Clive Burr che andrà a sostituire Edwards.[4][34] L'8 febbraio venne pubblicato il singolo Running Free, il quale raggiunse il 34º posto nelle classifiche britanniche[35] e portò la band a suonare alla trasmissione Top of the Pops della BBC.[36][37]

I primi album e i tour (1980-1981)

Paul Di'Anno

Con la nuova formazione venne pubblicato, il 14 aprile 1980, l'omonimo album d'esordio del gruppo, che raggiunse la quarta posizione nelle classifiche britanniche,[38][39] grazie a brani come Prowler, Running Free, Phantom of the Opera e Iron Maiden.[11][40][41][42] Poi il gruppo partì per il primo tour ufficiale; si esibirono poi anche come gruppo di supporto per i Judas Priest nel loro British Steel Tour[43] e in seguito, nel resto dell'Europa, fecero da supporto alla tournée di Unmasked dei KISS.[44]

A giugno venne pubblicato il singolo Sanctuary, non incluso nell'edizione europea dell'album; il disco generò polemiche per la copertina con il personaggio di Eddie che brandiva un coltello sulle spoglie dell'allora primo ministro inglese Margaret Thatcher; la copertina venne censurata coprendo gli occhi della Thatcher con una linea nera.[45]

Dopo il tour, Stratton lasciò il gruppo per divergenze musicali con gli altri membri,[46] sentendosi maggiormente legato a un rock più melodico stile Fleetwood Mac rispetto all'heavy metal[4] e fonderà in seguito i Lionheart. Nella band entrò così Adrian Smith, amico d'infanzia di Dave Murray e già chitarrista degli Urchin.[34]

L'8 novembre venne pubblicato il singolo Women in Uniform, cover degli australiani Skyhooks, con ancora Stratton come chitarrista; sulla copertina comparve nuovamente la Thatcher, questa volta armata di mitra e nascosta dietro a un muro in attesa di vendicarsi di Eddie che passeggia ignaro a braccetto con due prostitute.

Con la nuova formazione, iniziò la registrazione del secondo album, Killers, che venne pubblicato nel 1981.[47] La produzione, grazie al notevole miglioramento delle registrazioni in studio,[48][49] fu affidata a Martin Birch, già produttore di altri gruppi come Deep Purple e Rainbow. L'album, grazie a canzoni come la title track, Wrathchild e Murders in the Rue Morgue, ebbe buone recensioni,[48][50][51] ma non riuscì a bissare il successo del primo album,[52] raggiungendo il 12º posto nelle classifiche del Regno Unito.[53][54][55]

Il gruppo partì per un nuovo tour mondiale, in cui fu attrazione principale in alcuni festival in Europa e in Giappone, ed aprì vari concerti anche negli Stati Uniti. Dai concerti nipponici venne estratto un EP, intitolato Maiden Japan e venne anche registrata per la prima volta una loro esibizione dal vivo pubblicata poi con il titolo Live at the Rainbow.[56]

In quel periodo, il comportamento del cantante Paul Di'Anno, unito al suo abuso di alcol e droghe, iniziò a creare problemi, soprattutto durante i concerti,[57][58] compromettendo la riuscita del tour;[59] per questo venne licenziato dal gruppo[60] anche se lui sostenne di essersene andato di sua volontà.[58] Dopo la sua partenza, Paul Di'Anno formerà prima i Lonewolf, rinominati poi come Di'Anno, e in seguito i Gogmagog, i Battlezone ed infine i Killers, oltre a cantare con i Praying Mantis.

L'arrivo di Dickinson e The Number of the Beast (1982)

Bruce Dickinson

Allontanato Di'Anno, era necessario trovare un nuovo cantante. Nel 1981 il gruppo, al Reading Festival, assistette all'esibizione dei Samson che stava riscuotendo un gran successo e un'ottima partecipazione di pubblico grazie anche al cantante Bruce Dickinson, all'epoca soprannominato "Bruce Bruce" o "Air Raid Siren" ("sirena d'attacco aereo"). Venne deciso di ingaggiare Dickinson il quale, poche settimane dopo la conclusione del festival, entrò nel gruppo.[61] Nel 1982 iniziò la registrazione del nuovo album che venne pubblicato pochi mesi dopo, The Number of the Beast, preceduto dal primo singolo Run to the Hills. Il disco presentò elementi rinnovati rispetto ai due precedenti album e fu caratterizzato da nuove e arricchite sonorità rispetto ai precedenti dischi, grazie soprattutto alle capacità vocali di Bruce.[36][62]

Questo album è a tutt'oggi ritenuto tra i più importanti tra quelli prodotti in ambito metal e tra i più influenti del genere.[63][64][65][66] Nel disco sono presenti alcuni dei brani più noti del gruppo, come Children of the Damned, 22 Acacia Avenue, Hallowed Be Thy Name, Run to the Hills e l'omonimo The Number of the Beast;[13][67] l'album raggiunse il primo posto nelle classifiche britanniche.[68]

Come tanti gruppi heavy metal di quegli anni, anche gli Iron Maiden furono oggetto di accuse di satanismo da parte di alcune organizzazioni religiose[68] le quali, in occasione dell'uscita del terzo album, tentarono di boicottarne la distribuzione, giungendo al punto di bruciarne varie copie in pubblico.[4][68] In realtà il brano che dà il titolo all'album e soprattutto il suo testo introduttivo sono tratti dal libro biblico dell'Apocalisse; questo testo originariamente avrebbe dovuto essere narrato dall'attore Vincent Price la cui richiesta economica però, «non meno di 25.000 sterline», fu ritenuta troppo onerosa e la band fu costretta a ingaggiare un imitatore per l'incisione del brano.[69][70] Il gruppo non fece molto caso alle polemiche e partì per un nuovo tour, The Beast on the Road, in cui furono la band principale per quasi tutte le tappe, tranne che negli Stati Uniti dove in alcune date aprirono ai Rainbow, a Ozzy Osbourne e ai 38 Special.[71] Tuttavia, il 29 giugno a New York si registrò il tutto esaurito e durante lo show comparirono nuove scenografie che ruotavano attorno a un gigantesco pupazzo di Eddie.

Il successo mondiale (1983-1985)

Dave Murray e Adrian Smith in concerto durante una data del tour The Beast on the Road

Terminata la tournée, la band si prese un periodo di riposo alle Bahamas dove registrò il quarto album, Piece of Mind (1983), subito seguito dal World Piece Tour. Al disco partecipò il nuovo batterista Nicko McBrain, ex collaboratore di Pat Travers e dei Trust, inserito nel gruppo in seguito alla defezione di Clive Burr, uscito per problemi di stress e salute.[4][72]

Musicalmente l'album presentò nuove influenze sonore tratte dal rock progressivo,[73] con brani più melodici e strutturalmente più complessi e ricercati.[73][74] Gran parte di queste novità erano dovute proprio allo stile più tecnico e raffinato del nuovo batterista.[73] Dickinson, grazie alla sua laurea in storia e letteratura, compose testi molto colti come ad esempio Revelations o Flight of Icarus. L'album venne molto apprezzato,[75] e il brano The Trooper divenne una delle canzoni più note del gruppo.[76]

Sempre alle Bahamas, il quintetto registrò nel 1984 il quinto album, Powerslave, che riscosse un enorme successo, raggiungendo la seconda posizione della Official Albums Chart britannica[77][78] e ripresentando sonorità più dure ma conservando allo stesso tempo i tratti rock progressivo inseriti nel precedente.[79] L'album fu influenzato dalla civiltà egizia, con frequenti riferimenti nei testi alla cultura e alle credenze di questo popolo antico.[80] I due singoli, Aces High e 2 Minutes to Midnight, assieme alla title track e alla traccia conclusiva The Rime of the Ancient Mariner, ispirata all'omonimo poemetto di Coleridge, diventeranno presto classici del gruppo e verranno suonate dal vivo in numerosi concerti.[81][82][83] Il brano Flash of the Blade fece parte, tra l'altro, della colonna sonora di Phenomena, un film di Dario Argento.

Il loro successivo tour mondiale, il World Slavery Tour, fu il più lungo mai sostenuto dalla band durando tredici mesi, per un totale di 360 concerti.[84] Alle date del tour si aggiunse anche la partecipazione, come attrazione principale, al festival Rock in Rio, dove suonarono di fronte a un pubblico stimato tra i 250.000 e i 350.000 spettatori.[85] Durante le quattro serate di "tutto esaurito" alla Long Beach Arena venne invece registrato il Live After Death (1985), considerato dalla stampa di settore uno dei più grandi dischi dal vivo nella storia del genere.[86][87]

Le innovazioni (1986-1988)

Bruce Dickinson e Steve Harris durante il World Slavery Tour

Dopo un lungo periodo di riposo durante il quale ciascuno dei componenti della band si dedicò alle rispettive famiglie,[88] il gruppo tornò in studio di registrazione e, nel 1986, venne pubblicato l'album Somewhere in Time, disco che evidenziò un'evoluzione musicale per il gruppo; la moda del periodo, che prevedeva un largo uso dei sintetizzatori, parecchio utilizzati anche da importanti artisti heavy metal come Ozzy Osbourne, Judas Priest e KISS, contagiò anche gli Iron Maiden che affiancarono per la prima volta tali suoni alle chitarre e al basso, mantenendo comunque uno stile sempre duro con al suo interno gli stilemi progressive delle loro ultime produzioni.[89]

Importante risultò il contributo di Adrian Smith, che partecipò in maniera evidente alla composizione dei testi e delle musiche come ad esempio in Wasted Years, caratterizzata dal celebre riff iniziale; altri brani che diverranno celebri furono Heaven Can Wait e il secondo singolo, Stranger in a Strange Land.[90] Le vendite furono tali da raggiungere il terzo posto nelle classifiche britanniche,[91] ma le critiche verso questa svolta non tardarono ad arrivare.[92][93] Il tour successivo, Somewhere on Tour, registrò il tutto esaurito in molte nazioni e presentò esibizioni sempre più spettacolari, dominate da effetti speciali, luci e fuochi d'artificio.

Dopo due anni di concerti il gruppo ritornò in studio a registrare e, nel 1988, venne pubblicato Seventh Son of a Seventh Son, disco nel quale sono ancora presenti sintetizzatori, accompagnati però da un notevole inasprimento dello stile del gruppo con anche la voce di Dickinson più dura e tagliente. A causa di espliciti riferimenti a Satana nei testi, si ipotizzò che i membri del gruppo fossero seguaci dell'occultista Aleister Crowley, figura peraltro ritenuta affascinante da Bruce Dickinson, tanto che il cantante gli dedicherà il film Chemical Wedding. Il disco raggiunse il primo posto delle classifiche britanniche, trainato da singoli come Can I Play with Madness, The Evil That Men Do e The Clairvoyant, proposti per la prima volta dal vivo nel Seventh Tour of a Seventh Tour.[94][95][96]

Primi anni novanta (1989-1993)

Dave Murray e Janick Gers

Nel 1989 il chitarrista Adrian Smith abbandonò il gruppo per intraprendere la carriera da solista, pubblicando l'album Silver and Gold come A.S.A.P. (Adrian Smith Audio Project).[97] Al suo posto gli Iron Maiden ingaggiarono Janick Gers, in precedenza nei Gillan di Ian Gillan dei Deep Purple.

Con la nuova formazione, gli Iron Maiden pubblicarono nel 1990 l'album No Prayer for the Dying, il quale segnò un ritorno allo stile più ruvido degli esordi.[98][99] Nonostante il numero di vendite sufficiente,[100] il gruppo fu accusato da critici e fan di aver perso di spessore, vena creativa e tecnica rispetto alle uscite precedenti.[97][98][99][101] Tuttavia il singolo Bring Your Daughter... To the Slaughter fu il primo nella storia degli Iron Maiden a classificarsi al primo posto nelle classifiche britanniche rimanendo in tale posizione per 2 settimane.[102] Assieme a questa canzone vennero ben accolti dal pubblico anche il brano di apertura Tailgunner, la title track e l'altro singolo Holy Smoke.[99][103] Il tour dell'album in questione, No Prayer on the Road, fu caratterizzato da scenografie volutamente più povere rispetto allo sfarzo dei tour precedenti.[104]

L'album seguente, intitolato Fear of the Dark, venne pubblicato nel 1992. Anche questa pubblicazione ricevette qualche critica per le stesse ragioni di No Prayer for the Dying, ma si rivelò comunque più valida della precedente in termini di popolarità e di vendite, raggiungendo il secondo posto nelle classifiche inglesi,[105] grazie anche alla famosa traccia omonima, punto fisso della band in sede live. Anche pezzi come Be Quick or Be Dead, From Here to Eternity e la ballad Wasting Love riscontrarono buoni consensi da parte del pubblico, anche se posti in secondo piano rispetto ad altri più noti della loro carriera.[106][107]

Il Fear of the Dark Tour vide gli Iron Maiden approdare anche al Monsters of Rock del 1992,[108] tenutosi a Castle Donington insieme a Slayer, W.A.S.P., Skid Row ed altre band. Il concerto tenuto a Castle Donington venne immortalato nell'album dal vivo Live at Donington.[109] L'anno successivo gli Iron Maiden crearono un nuovo tour intitolato A Real Live Tour, dal quale furono tratti altri due album dal vivo: A Real Live One[110] e A Real Dead One,[111] entrambi riuniti nel 1998 con il titolo A Real Live Dead One.

L'era di Blaze Bayley (1993-1999)

Blaze Bayley

Alla fine del Real Live Tour, Dickinson annunciò di voler lasciare la band.[112] Fra le cause della decisione ci furono i dissidi con Harris, la sua carriera solista ostacolata per gli impegni con gli Iron Maiden e la volontà di cimentarsi in qualcosa di diverso.[97][113][114][115] La sua uscita lasciò impietriti numerosi fan, rimasti affascinati dalla sua voce e dalla sua presenza scenica[senza fonte] che tanto avevano contribuito alla notorietà del gruppo.[116] Venne cercato un nuovo cantante e le audizioni puntarono, per volere di Harris, a scartare immediatamente i cantanti non inglesi arrivando a dire che l'ex Helloween, Michael Kiske, non venne preso dal gruppo perché tedesco.[117] Tra i cantanti scartati ci fu anche lo scozzese Doogie White;[118] alla fine venne scelto Blaze Bayley, già membro dei Wolfsbane, caratterizzato da una voce differente rispetto a quello di Dickinson a causa delle tonalità molto più basse e meno incisive.[119]

Nel 1995 venne pubblicato il decimo album, The X Factor, e a settembre iniziò un nuovo tour, The X Factour. Il disco segnò una svolta nel sound, che divenne molto più cupo e intimista.[120] Cause principali di questo cambio furono il sacrificio, deciso dal nuovo produttore Nigel Green, di parte della potenza delle chitarre, la voce di Blaze e i problemi familiari di Harris che, oltre ad aver da poco perso il padre, si era anche separato dalla moglie.[121] Lo stesso incipit dell'album presentò già un punto di rottura rispetto al passato: al posto di una prima traccia veloce e diretta, venne scelta la cupa Sign of the Cross, ispirata al romanzo di Umberto Eco Il nome della rosa; anche le altre composizioni dell'album risultarono lontane dai canoni tradizionali. Anche se il disco raggiunse l'ottava posizione delle classifiche nazionali,[122] la scelta di Blaze come sostituto di Dickinson venne criticata dai fan.[16][120]

Nel 1996 venne pubblicata la raccolta Best of the Beast, contenente alcuni dei vecchi successi del gruppo e l'inedito Virus, composto con Bayley.[123] Due anni dopo venne pubblicato l'undicesimo album Virtual XI,[124] il cui sound si discostò leggermente dal precedente, subendo critiche ancora più pesanti di quelle lanciate contro The X Factor. Il disco venne contestato perché ritenuto ripetitivo, monotono e privo della potenza che aveva caratterizzato gli album del gruppo con Di'Anno e Dickinson.[117] Alla sua uscita Virtual XI si piazzò al sedicesimo posto nel Regno Unito,[125] il più basso livello di classifica mai raggiunto dagli Iron Maiden nella propria nazione.[124] Nonostante le forti contestazioni,[117] alcuni pezzi come Futureal e The Clansman vennero proposti in alcuni concerti anche negli anni successivi alla pubblicazione di Virtual XI.

Il tour di supporto a quest'album, così come il precedente, evidenziò un diverso stile sonoro per via della timbrica di Bayley che conferì un nuovo tocco ai vecchi pezzi cantati da Dickinson.[126] Al ritorno dal tour, Bayley uscì dagli Iron Maiden, per cause mai rese ufficiali. Il cantante indicò la Sanctuary Records come responsabile della rottura del suo sodalizio artistico con il gruppo e disse che le cause furono le pressioni esercitate su Harris dall'etichetta discografica, assieme al management del gruppo, per mandarlo via.[127]

Nonostante qualche tensione avuta in passato con gli altri componenti, Bayley ha dichiarato di essere in buoni rapporti con gli Iron Maiden e ha definito Harris una persona onesta.[116]

Dopo la sua defezione, iniziarono a circolare alcune voci circa un possibile ritorno di Bruce Dickinson, caratterizzate dal susseguirsi di smentite e conferme. Nel 1999, dopo circa un anno, i media annunciarono il ritorno di Dickinson nel gruppo con l'aggiunta inaspettata di Adrian Smith, che nel frattempo aveva collaborato al progetto solista dello stesso Dickinson.[128] Con il ritorno dello storico cantante e di Smith, gli Iron Maiden divennero così un sestetto composto da tre chitarre.[129][130]

Il rilancio (1999-2004)

Dave Murray e Janick Gers in una data del A Matter of Life and Death Tour

Il ritorno di Smith e Dickinson permise di recuperare l'attenzione dei fan delusi dall'era Bayley. Intendendo celebrare pertanto il ritorno alla vecchia formazione, gli Iron Maiden diedero il via al The Ed Hunter Tour, durante il quale i sei si ritrovarono a suonare brani di vecchia data come Aces High, Phantom of the Opera, Powerslave e Wasted Years.

Terminato il tour, il gruppo scrisse e registrò in breve tempo il dodicesimo album Brave New World, uscito nel maggio 2000. Questo lavoro riprese la sottile vena "progressive" andata persa dopo Seventh Son of a Seventh Son.[131][132] Il tour di supporto divenne un vero trionfo, culminato nella performance al Rock in Rio di Rio de Janeiro davanti a più di 250.000 persone[85] ed immortalato nell'album dal vivo Rock in Rio,[133] uscito sia in doppio CD che in doppio DVD. Terminata la tournée il gruppo si concesse una pausa per poi ripartire per il Give Me Ed... Till I'm Dead, tournée che propose ancora una scaletta incentrata sul passato del gruppo, anche con lo scopo di celebrare il sopracitato Rock in Rio.[134]

Nel 2003 venne pubblicato il tredicesimo album Dance of Death, caratterizzato da sonorità più elaborate del precedente, carico di venature rock and roll.[135] I brani contenuti in esso mantennero comunque una certa varietà, come rilevabile dalla stessa title track, una "danza della morte" che, nei suoi 8 minuti di durata, sfoggia passaggi piuttosto arditi e cambi di tempo serrati che non venivano più proposti dal gruppo sin dagli anni degli esordi.[135] Da segnalare inoltre la presenza della prima vera e propria ballad acustica del gruppo, Journeyman, eseguita interamente con strumenti acustici e sinfonici.[135] Un'ultima particolarità di questo disco è anche riscontrabile in Face in the Sand, il primo pezzo in cui Nicko McBrain suonò con il doppio pedale, elemento mai usato nella musica del gruppo diversamente dalla maggioranza dei gruppi metal. Dance of Death riuscì a raggiungere elevate cifre di vendita rispetto alle ultime uscite discografiche degli Iron Maiden.[136]

Nicko McBrain

L'estate del 2003 venne rovinata dall'arresto di Nicko McBrain, che aveva intenzionalmente investito un uomo con la sua auto a seguito di una colluttazione prima di un concerto al "Jones Beach Theater" di New York,[137] ma il suo rilascio su cauzione permise al gruppo di proseguire con l'organizzazione dell'imminente tournée. Il Dance of Death World Tour si dimostrò superiore, in termini di successo, al precedente e in molte tappe venne registrato il tutto esaurito.[138] Dal concerto tenuto alla Westfalenhallen Arena di Dortmund, Germania, il 24 novembre 2003,[139] venne anche tratto l'album dal vivo Death on the Road, uscito nell'agosto 2005. Un altro concerto della tournée che ebbe un successo fu quello che si tenne nel South Wisconsin insieme ad altri gruppi heavy metal come Moulin Rouge e W.A.S.P..[139]

Nel 2004 inaugurarono il "Clive Aid", un particolare concerto i cui incassi vennero devoluti al loro ex batterista Clive Burr, affetto da sclerosi multipla, e alle associazioni per la ricerca sulla malattia. Lo spettacolo fu replicato anche nei tre anni successivi con la partecipazione di altri artisti famosi come Ian Paice, Tony Iommi, Girlschool, Sex Pistols, Paul Di'Anno, Tygers of Pan Tang e molti altri.[140] Verso la fine del 2004 venne pubblicato il DVD The Early Days, che presentava la storia del gruppo vissuta negli anni dei primi quattro album;[141] di supporto a questa uscita, nel 2005 partì l'Eddie Rips Up the World Tour, durante il quale gli Iron Maiden si esibirono su grandi palcoscenici, riprendendo le scenografie dei tour degli esordi e suonando pezzi tratti dal primo disco Iron Maiden al più recente Piece of Mind.

A Matter of Life and Death, Somewhere Back in Time World Tour (2005-2009)

Gli Iron Maiden in una data del Somewhere Back in Time World Tour

Nel 2005, per celebrare i 25 anni di carriera del gruppo, venne pubblicato Numbers from the Beast: An All Star Salute to Iron Maiden, composto da cover eseguite da artisti di band differenti.[142] All'iniziativa aderì anche l'ex cantante Paul Di'Anno, il quale incise con il suo gruppo una reinterpretazione di Wrathchild.[142]

Sempre per la stessa ricorrenza, gli Iron Maiden ripubblicarono il singolo Run to the Hills, contenente anche alcuni pezzi suonati nel concerto alla Brixton Academy del 2002. Anche in questo caso il ricavato venne devoluto in beneficenza a Clive Burr e alle associazioni per la ricerca sulla sclerosi multipla.[143]

Il 19 agosto 2005 vennero ammessi al Guitar Center's Hollywood Rockfame[144] dove, in una cerimonia pubblica, lasciarono le proprie impronte accanto a quelle di altre note celebrità come Eric Clapton, Lou Reed, gli Aerosmith, i Van Halen, Carlos Santana ed altri grandi della musica, entrando di fatto nella storia del genere e lasciando un segno indelebile nella carriera del gruppo.

Nell'agosto del 2006 venne pubblicato, preceduto dal singolo The Reincarnation of Benjamin Breeg, il quattordicesimo album A Matter of Life and Death,[145] il quale riscosse immediatamente un largo successo[145][146] come ad esempio in Finlandia, dove il disco viene accolto con enorme entusiasmo,[147] mentre in Italia, dopo la prima settimana di vendite, raggiunse il primo posto in classifica.[148]

La band rimase molto soddisfatta dell'album, a tal punto che decise di riproporlo interamente durante i concerti successivi alla pubblicazione, assieme ad altri 5 pezzi storici, ovvero: The Evil That Men Do, Fear of the Dark, 2 Minutes to Midnight, Hallowed Be Thy Name e Iron Maiden. Nonostante alcuni malumori,[149] il tour si rivelò un enorme successo e registrò svariati sold out. Poco dopo, venne creato un nuovo tour denominato A Matter of the Beast, la cui scaletta comprendeva tra le tante anche cinque brani tratti dall'ultimo album e cinque provenienti dal terzo album The Number of the Beast.

Il 31 dicembre 2007 gli Iron Maiden inaugurarono il loro speciale aereo per i tour, un Boeing 757 bianco marchiato con il logo della band e l'immagine della loro mascotte Eddie risalente all'era di Powerslave dipinta sulla coda. L'8 gennaio il 757 fu battezzato "Ed Force One" a seguito di un sondaggio sul loro sito ufficiale.[150][151]

Il 2008 li vide di nuovo in tour, con il Somewhere Back in Time World Tour, che comprese brani che andavano dall'omonimo debutto Iron Maiden (1980) fino a Seventh Son of a Seventh Son (1988). Il tour, suddiviso in tre sezioni, iniziò il 1º febbraio 2008 e terminò il 2 aprile dell'anno successivo.[152] Durante questo periodo gli Iron Maiden toccarono tutti e cinque i continenti (23 città) esibendosi, dopo 15 anni d'assenza, anche in Australia. Il 10 maggio 2008 venne pubblicata la raccolta Somewhere Back in Time: The Best of 1980-1989, costituita da 15 brani provenienti dai primi sette album pubblicati dal gruppo.

Nell'aprile 2009 venne pubblicato il documentario Flight 666, il quale documenta il Somewhere Back in Time World Tour, oltre anche a riprese effettuate in giro per il globo a bordo del famoso Ed Force One (guidato da Bruce Dickinson che è pilota di linea) tra 23 date con il "tutto esaurito" in 13 differenti Stati. Il film è stato girato in alta definizione con audio 5.1 ed è stato presentato ufficialmente il 21 aprile in diversi cinema sparsi per il mondo.[153] Poco dopo venne pubblicato anche la colonna sonora utilizzata per il film, Flight 666: The Original Soundtrack.[154]

The Final Frontier e il Maiden England World Tour (2010-2013)

Lo stesso argomento in dettaglio: The Final Frontier (Iron Maiden) e Maiden England World Tour.
Bruce Dickinson con gli Iron Maiden al Bluesfest 2010 di Ottawa

Dopo varie interviste, prima di Bruce Dickinson e poi di Steve Harris, anche Janick Gers tramite un'intervista alla BBC annunciò, sul finire del 2009, che la band aveva già iniziato la fase di composizione e di registrazione del loro quindicesimo album in studio.[155] In un'intervista radiofonica tenutasi nel mese di gennaio 2010, il batterista Nicko McBrain annunciò che otto canzoni erano già pronte per la pubblicazione con poi l'aggiunta di altre ancora in fase di composizione.[156]

L'8 giugno 2010, gli Iron Maiden annunciarono il titolo dell'album, The Final Frontier,[157] data di pubblicazione e la copertina, oltre anche alle date iniziali del tour di supporto, iniziato il 9 giugno a Dallas e terminato il 21 agosto a Valencia (Spagna).[157][158] Quasi in contemporanea all'annuncio, è stato pubblicato via internet il singolo El Dorado, seguito il 13 luglio dal videoclip della title track.[159] L'album, pubblicato ufficialmente il 16 agosto,[157] si è rivelato un buon successo di vendite accompagnato da ottime recensioni da parte della critica.[160][161][162]

Il gruppo allo Stadio Olimpico di Helsinki l'8 luglio 2011

Il disco, il giorno dopo la sua uscita, grazie alle 22 000 copie vendute, ha esordito in vetta nella Official Albums Chart britannica,[163] risultato ottenuto in passato solo con l'uscita di The Number of the Beast nel 1982, Seventh Son of a Seventh Son nel 1988 e di Fear of the Dark nel 1992. L'album ha inoltre esordito alla posizione numero 4 nella classifica Billboard 200,[17] il risultato più alto che la band abbia mai raggiunto negli Stati Uniti d'America.[164] Registrato ai Compass Point Studios, luogo nel quale vennero registrati vari classici del gruppo come Piece of Mind e Powerslave, il lavoro si presenta come un disco molto complesso ma allo stesso tempo immediato e stilisticamente molto vicino ai precedenti dischi.[165] La seconda canzone dell'album, El Dorado, ha portato la band a vincere, il 13 febbraio 2011, il primo Grammy Award dopo più 35 anni di attività e 15 album in studio.[166]

Il 6 giugno 2011 è stata pubblicata la raccolta From Fear to Eternity: The Best of 1990-2010, seguito di Somewhere Back in Time: The Best of 1980-1989 che raccoglie tutti i maggiori successi del gruppo composti negli ultimi vent'anni della loro carriera.[167]

Il 17 gennaio 2012 sono stati annunciati il titolo, data di pubblicazione e lista tracce di un nuovo album dal vivo intitolato En vivo!,[168] pubblicato il 26 marzo e contenente le registrazioni del concerto del 10 aprile 2011 a Santiago del Cile.[168]

Il 15 febbraio 2012 il gruppo ha annunciato il Maiden England World Tour, il quale si basa sull'omonimo VHS pubblicato nel 1989.[169] Il tour è iniziato nell'estate del 2012 ed è proseguito con alcune date aggiuntive nel 2013 nelle quali il gruppo ha toccato l'Europa e il continente americano.[170] Il tour si è concluso presso lo stadio nazionale del Cile (medesimo luogo nel quale è stato registrato En vivo!) davanti a più di 60 000 fan, stabilendo il record per la «maggiore affluenza per un gruppo musicale in Cile».[171] Nel mese di settembre 2012, il bassista Steve Harris ha confermato che il VHS Maiden England sarebbe stato ripubblicato nel 2013 sotto il titolo di Maiden England '88,[172] con la data di pubblicazione fissata per il 25 marzo nei formati DVD, CD e LP.[173]

Il 12 marzo 2013 gli Iron Maiden hanno annunciato in collaborazione con il birrificio Robinsons Brewery la realizzazione della loro birra Trooper (nome derivato dal loro brano omonimo).[174] Nel mese di novembre dello stesso è stato reso noto che sono state vendute un milione di pinte della Trooper.[175]

The Book of Souls e il Legacy of the Beast World Tour (2013-2019)

L'Ed Force One impiegato dal gruppo nel 2016 durante il The Book of Souls World Tour

In seguito alla conferma, da parte del batterista Nicko McBrain, che The Final Frontier non sarebbe stato il loro ultimo album,[176] Bruce Dickinson ha rivelato i piani per la registrazione del sedicesimo album in studio nel luglio 2013, con una possibile pubblicazione nel 2015.[177]

Il 19 febbraio 2015 è stato reso noto che, poco prima di Natale, era stato diagnosticato un tumore alla lingua a Dickinson, e che di conseguenza si era tempestivamente sottoposto alla chemioterapia.[178] Il 15 maggio venne annunciato che il cantante era ufficialmente guarito e che per consentirgli di riprendersi al meglio non ci sarebbero stati concerti fino all'anno successivo.[179] In un'intervista alla BBC, durante la premiazione degli Iron Maiden con il Silver Clef Award per il loro contributo alla musica,[180] Dickinson ha rivelato di aver avuto due tumori.[181]

Nel giugno 2015 il gruppo ha annunciato il titolo del sedicesimo album in studio, The Book of Souls, e la sua data di pubblicazione, fissata al 4 settembre 2015.[182] Il disco rappresenta il primo doppio album nella carriera degli Iron Maiden ed è stato promosso dal singolo Speed of Light e soprattutto dalla tournée The Book of Souls World Tour, che li ha visti impegnati nel 2016 e nel 2017. L'11 marzo 2016 è stata rivelata la pubblicazione di Empire of the Clouds, brano conclusivo dell'album, nel formato 12" in occasione dell'annuale Record Store Day, svoltosi il successivo 16 aprile.[183] Il 17 novembre 2017 è stato pubblicato l'album dal vivo The Book of Souls: Live Chapter, contenente una selezione dei brani eseguiti durante il tour. Questo seguito tre anni dopo da Nights of the Dead, Legacy of the Beast: Live in Mexico City, registrato durante le tre date sold-out del 27, 29 e 30 settembre del 2019 a Città del Messico in occasione del Legacy of the Beast World Tour.

Senjutsu (2021-presente)

Il 15 luglio 2021 gli Iron Maiden hanno pubblicato il singolo inedito The Writing on the Wall, scritto da Smith e Dickinson e accompagnato dal relativo video musicale animato realizzato in collaborazione con due ex dirigenti della Pixar, Mark Andrews e Andrew Gordon.[184] Quattro giorni più tardi il gruppo ha annunciato il diciassettesimo album Senjutsu, previsto per il successivo 3 settembre.[185] Il 19 agosto 2021 è stato presentato il secondo singolo, Stratego, composto da Gers e Harris.[186]

Stile e influenze

Sviluppo musicale

Adrian Smith, Dave Murray e Janick Gers

In più di quarant'anni di carriera, gli Iron Maiden hanno avuto vari sviluppi musicali che non hanno tuttavia modificato le loro inconfondibili sonorità. Nella musica dei loro primi anni, nonostante il chiaro orientamento verso un hard rock ed heavy metal abbastanza simile a quello espresso da Deep Purple, Black Sabbath, Led Zeppelin, Thin Lizzy e Judas Priest,[1][8][187] vi erano anche diverse influenze punk introdotte soprattutto dal cantante Paul Di'Anno grazie anche alla sua voce ruvida e potente.[4]

Con l'uscita di album come The Number of the Beast e Piece of Mind il gruppo trovò uno stile personale ed anche il successo commerciale.[13] Fondamentale per questo cambiamento fu l'arrivo del cantante Bruce Dickinson, dotato di una voce molto potente, acuta ma allo stesso tempo pulita.[62]

Con l'album Somewhere in Time del 1986, gli Iron Maiden proposero sonorità molto meno ruvide rispetto agli album precedenti. In questo disco fu impiegato per la prima volta il guitar synth, soprattutto nelle introduzioni di brani come Caught Somewhere in Time, Heaven Can Wait o Alexander the Great. I brani presenti nel disco presentarono una fortissima influenza progressive con addirittura la presenza di melodie orientaleggianti.[89] Due anni più tardi, con Seventh Son of a Seventh Son, un concept album con ancora forti influenze progressive, venne introdotto anche l'utilizzo della tastiera[111] ma con il successivo No Prayer for the Dying (1990) ci fu un ritorno a uno stile duro.

Dopo l'abbandono di Dickinson, gli Iron Maiden attraversarono un periodo molto difficile: gli album The X Factor (1995) e Virtual XI (1998), molto dark e malinconici, vennero fortemente criticati sia dai fan che dalla critica specializzata. Motivo di questa crisi fu anche, secondo molti, l'arrivo del cantante Blaze Bayley che, al contrario del suo predecessore, aveva una voce molto bassa e profonda.[117]

A partire da Brave New World del 2000 le sonorità del gruppo si riavvicinarono all'heavy metal. Caratteristica di questo sviluppo è stata la tendenza di aumentare la durata dei brani (tra i 7 ed i 10 minuti), con numerosi cambiamenti ritmici.[145]

Influenze

Adrian Smith e gli altri componenti della band in concerto nel 2009

Gli Iron Maiden sono considerati una delle colonne portanti dell'heavy metal,[63][66] genere in cui hanno giocato il ruolo di esponenti di spicco, insieme a band come Judas Priest, Saxon, Def Leppard e Venom, contribuendo alla nascita di alcuni suoi sottogeneri.[25] Il gruppo, ma del resto tutta la New Wave of British Heavy Metal, ebbe grande influenza su speed e thrash metal[188] ed è inoltre accreditato tra i più influenti per il power metal[189] ed il melodic death metal.[190] Anche i Metallica furono notevolmente influenzati dal gruppo di Steve Harris, tant'è che Lars Ulrich, in un'intervista concessa nel novembre 1987, disse: «Essi, più di ogni altra band, sono responsabili di aver aperto le porte all'heavy metal negli anni ottanta. Sono stati una grande ispirazione per gruppi come noi.»[191]

Gli Slayer, durante i loro esordi, suonavano, oltre a cover dei Judas Priest, anche pezzi degli Iron Maiden, in vari locali della California[192] e Tom Araya citò il gruppo britannico come una grande influenza per il loro disco di debutto, Show No Mercy.[193] Björn Gelotte (In Flames) disse sugli Iron Maiden: «Credo che abbiano influenzato la nostra epoca. Credo che abbiano avuto un enorme impatto su tutti gli aspiranti cantautori.»[194] Alexi Laiho disse che il gruppo britannico influì su certe armonie e certi assoli di chitarra dei Children of Bodom.[195] Per tributare la band, anche i Dream Theater hanno suonato più volte dal vivo l'intera tracklist dell'album The Number of the Beast.

Altri gruppi come: Gamma Ray,[196] Angra,[197] Running Wild,[198] Arch Enemy,[199] Dismember,[200] Fates Warning,[201] Trivium,[202] Mercyful Fate,[203] Quiet Riot,[204] Iced Earth,[205] Sentenced,[206] Angel Dust[207] e Unearth[208] considerano gli Iron Maiden un importante influsso musicale.

paul stanley,gene simmons,eric carr, peter criss,ace frehley,bruce kulick,vinnie vincent,mark st. john,eric singer,tommy thayer,kiss,hotter than hell,dressed to kill,alive,rock and roll over,destroyer,alive 2,solo album,best of solo album,the originals,double platinum,love gun,dinasty,unmasked,creatures of the night,lick it up,asylum,hot in the shade,animalize,psycho circus,monster,sonic boom,alive 35,end of the road world tour,countdown, 50, madison square garden,doc mc ghee,mc farlane,aucoin,memorabilia,live,in concert,european tour,mussa

Kiss (gruppo musicale)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Kiss
I Kiss in concerto alla O2 Arena nel 2019

Paese d'origineBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereHard rock[1][2][3][4]
Pop metal[5][6]
Periodo di attività musicale1973 – in attività
EtichettaCasablanca (1973–1982)
Mercury (1982–2003)
Sanctuary (2003–2008)
Roadrunner-Universal (2009–presente)
Album pubblicati44
Studio20
Live7
Raccolte17

Logo ufficiale
Sito ufficiale

I Kiss (spesso reso graficamente come KIϟϟ) sono un gruppo musicale statunitense, formatosi a New York nel 1973 per iniziativa del bassista Gene Simmons e del chitarrista Paul Stanley.[7]

Al loro attivo vantano trenta dischi d'oro, quattordici di platino e tre multi-platino, per un totale di più di centotrenta milioni di copie vendute in tutto il mondo[8][9]. Secondo quanto riportato dalla RIAA sono il gruppo ad aver ottenuto il maggior numero di dischi d'oro durante la propria carriera[8].

Il loro primo album live, Alive!, è considerato uno degli album live più importanti della storia e anche uno dei migliori album di sempre, infatti la rivista musicale Rolling Stone lo elenca nella lista dei 500 migliori album secondo Rolling Stone alla posizione 159. Anche il quarto album in studio Destroyer è stato inserito nella lista dei 500 migliori album secondo Rolling Stone alla posizione 489[10]; la formazione originale (Stanley-Simmons-Frehley-Criss) è inoltre stata fonte di ispirazione per molti altri artisti a venire come Pearl Jam[11], Megadeth[12], Foo Fighters[13], Mötley Crüe[14], Poison[15], Bon Jovi[16], Korn[17], Soundgarden[18], Nine Inch Nails[19] e Rage Against the Machine[20].

Storia

«You wanted the best! You've got the best! The hottest band in the world... KISS!»

Gli inizi (1972-1973)

I Kiss nascono dalle ceneri dei Wicked Lester[22], una band fondata dal bassista di origini israeliane Gene Simmons e dal chitarrista ritmico Paul Stanley a New York. Nel 1972, dopo l'abbandono di quasi tutti i componenti del gruppo (che incisero un album mai pubblicato), Simmons e Stanley decidono di rifondare il gruppo con una nuova formazione. Inizialmente tra i due non c'era una forte simpatia ma solo una perfetta sintonia in ambito musicale, anche se in seguito Gene dirà che Paul è il fratello che non ha mai avuto. Cercando un batterista, Simmons legge un'inserzione nella rivista musicale Rolling Stone (che, contrariamente a quanto dichiarato, non recita "Batterista disposto a tutto pur di avere successo"[23]) pubblicata da Peter Criscuola, un batterista con un passato di membro di band jazz. Simmons risponde all'inserzione e decide di ammettere il batterista (che per l'occasione cambia il proprio nome in Peter Criss) all'interno della band. Durante questo periodo il trio sperimenta il genere musicale da suonare, scegliendo un rock più duro rispetto a quello suonato precedentemente, nonché il proprio modo di presentarsi sul palco durante i concerti, provando diversi tipi di trucco e costumi. Ispirandosi al teatro Kabuki, ogni membro si pittura la faccia di bianco e si dipinge ciò che più lo caratterizza. L'idea iniziale di Simmons e Stanley, per quanto strano possa sembrare, sono i Beatles; ossia creare una band con 4 frontman dove ognuno deve scrivere e cantare, così come il celebre quartetto di Liverpool. Tutto ciò avverrà solo in parte e finché non cambierà la formazione originale della band, ma in effetti i Kiss sono uno dei pochi gruppi dove ogni elemento è riconoscibile subito ed ognuno di loro ha avuto e ha ancora il suo "seguito" anche al di fuori della band.

Nel 1972 il gruppo (ancora con il nome di Wicked Lester) non riesce inoltre a trovare un accordo con la Epic Records[24] a causa di una lite con il direttore A&R della casa discografica, Don Ellis, che dichiara di odiare il gruppo. Nel gennaio del 1973 Simmons e Stanley tengono alcune audizioni per cercare un chitarrista solista, che trovano nella personalità di Ace Frehley dopo che quest'ultimo ha avuto la meglio su Bob Kulick che stava ormai per entrare nella band. Al provino di Frehley è legato un aneddoto secondo il quale il chitarrista si presentò all'audizione con una scarpa arancione e una rossa[25] mentre Simmons e Stanley stavano parlando con Kulick. Incurante di tutto Frehley attaccò la chitarra all'amplificatore e iniziò a suonare[25] attirando così l'attenzione di Simmons e Stanley che gli fecero eseguire l'assolo di Deuce[26] e lo assunsero. Passate alcune settimane, il gruppo decide, su suggerimento di Stanley[22], di cambiare il nome in Kiss, adottando un logo (la scritta "KISS" con le "S" a forma di fulmini) che sarà disegnato da Ace Frehley[27]. Tale logo sarà in seguito oggetto di controversie soprattutto in Germania in quanto le due "S" assomigliavano molto, se accostate, al logo delle SS naziste. Per tale ragione, sulle copertine degli album prodotti in Germania le S sono disegnate in modo molto diverso dall'originale, proprio allo scopo di evitare critiche per la somiglianza all'emblema delle SS. Un'altra accusa riguarda il significato del nome: secondo alcuni, KISS sarebbe l'acronimo di Knights In Satan's Service; in realtà, lo stesso Gene Simmons ha smentito in un'intervista questa «voce di corridoio»[28]. Ad ogni modo, tali controversie risulterebbero infondate per varie ragioni, dato che Gene Simmons e Paul Stanley sono entrambi di origine ebraica e le tematiche trattate nelle canzoni riguardano l'ambiente sentimentale e, più o meno esplicitamente, sessuale.

Oltre all'adozione del nuovo nome e del logo, ogni singolo membro creerà le maschere e il trucco facciale che successivamente diverranno marchi di fabbrica dei Kiss. Così Gene Simmons assumerà l'aspetto di un personaggio dalle sembianze da demone (The Demon), Paul Stanley quello del figlio delle stelle (The Starchild, un personaggio amante dall'aspetto androgino e rockstar suprema), Ace Frehley l'aspetto da uomo dello spazio (The Spaceman), mentre Peter Criss quello del gatto (The Catman).

I primi album (1973-1975)

Dopo alcune esibizioni dal vivo e la registrazione di alcuni demo-tape, i Kiss firmano nell'ottobre del 1973 un accordo con la casa discografica Emerald City Records, che verrà rinominata in quel periodo Casablanca Records. Alcuni mesi dopo, nel febbraio del 1974, i Kiss fanno il loro esordio discografico con l'omonimo album, lanciato due settimane dopo l'inizio del loro primo tour incominciato ad Edmonton in Canada. Il disco è per l'epoca molto hard, ma come molti debutti ha i pregi ed i difetti tipici degli album d'esordio, ossia molta freschezza e grinta con una tecnica da affinare; in particolare spiccano l'originalità delle linee del basso che non segue pedissequamente la batteria e il particolare stile di Ace.

Nello stesso periodo i Kiss fanno anche la loro prima apparizione in televisione nella trasmissione Dick Clark's in Concert, mentre il 29 aprile Gene Simmons rilascia la sua prima intervista nel talk-show Mike Douglas Show[22]. Nonostante la grande campagna promozionale, l'album riscuote uno scarso successo (circa 75 000 copie vendute[29]), ma in seguito brani di questo lavoro come Strutter, Cold Gin, Deuce e Black Diamond diverranno molto popolari tra i loro fans.

A Kiss, segue Hotter than Hell (pubblicato il 22 ottobre), caratterizzato da sonorità più cupe del precedente, i cui punti di forza sono Goin' Blind, prima ballad del gruppo, Got to Choose e la title track. Quest'ultimo brano presenta in particolare un testo che inizia a trattare in maniera più esplicita di tematiche sessuali. Lo scarso successo riscosso dall'album spinge il gruppo ad abbandonare il tour e a registrare un nuovo album intitolato Dressed to Kill (pubblicato nel marzo del 1975), dalle sonorità meno distorte che si rivelò un buon successo commerciale e, attualmente, è definito uno dei migliori dischi del gruppo. Da questo album sono estratti pezzi noti come Rock Bottom, She, C'mon and Love Me e Rock and Roll All Nite (quest'ultimo divenuto marchio di fabbrica della band).

Nonostante le vendite basse, i concerti dei Kiss riscuotono grande successo. Anche come band d'apertura rubano la scena alle band di punta, grazie ai numeri eseguiti da Gene Simmons come mangiafuoco e sputi di sangue sintetico, chitarre che sparano fumo, e fuochi artificiali, al loro look, caratterizzato da trucco facciale e appariscenti costumi. Si dice che per rendere spettacolari i concerti, i KISS arrivassero a guadagnare poco o niente, per pagare gli effetti speciali. Pian piano si crea un gran seguito di fan che inizierà ad adottare il nome di Kiss Army e dà lì a poco saranno riconosciuti come tra i pionieri del nascente fenomeno heavy metal[1][30].

Il successo (1975-1979)

Dato che le vendite di album e il successo live non combaciavano, il 10 settembre del 1975 i Kiss pubblicano il loro primo album live, intitolato Alive!, con il quale riescono a raggiungere il successo discografico e che vincerà dischi d'oro (portando alla ribalta alcuni brani dei primi tre album, primo fra tutti Rock and Roll All Nite, prima hit del gruppo), tutto questo nonostante il gruppo, in questo periodo, rischiasse di rescindere il contratto con la casa discografica a causa di problemi economici della stessa. I quattro membri del gruppo non si facevano mai vedere a volto scoperto e questo incrementò enormemente sia la loro fama che le vendite dei vari gadget firmati con il marchio della band.

Nel marzo del 1976 i Kiss, avvalendosi del famoso produttore musicale Bob Ezrin, pubblicano l'album Destroyer, caratterizzato da sonorità più forti che in passato, conservando comunque gli aspetti melodici. Esso ottenne un grande successo di vendite ed è definito come uno dei lavori migliori della loro discografia, con singoli come Detroit Rock City, God Of Thunder, Shout It Out Loud e la ballad Beth (che rappresenterà il singolo di maggior successo nella storia dei Kiss negli Stati Uniti[31]), che sono, ancora oggi, i loro "cavalli di battaglia" e verranno reinterpretati da numerosi musicisti.

I due album successivi, Rock And Roll Over (pubblicato l'11 novembre 1976) e Love Gun (pubblicato il 30 giugno 1977), portano i Kiss a diventare la rock band più popolare negli Stati Uniti, assieme agli Aerosmith, e in Giappone il loro successo di vendita supera quello riscosso dai Beatles. I Kiss si assicurano inoltre un ulteriore guadagno in denaro grazie ai numerosi oggetti firmati (fumetti, kit per il trucco facciale, bambole, maschere di Halloween, e in futuro anche preservativi, bare[32], pantofole e mutande) con il loro logo, che diviene un marchio registrato. Nel 1977 i Kiss pubblicano il loro secondo album live, intitolato Alive II (premiato al momento del lancio con due dischi di platino). Nel 1978 esce la loro prima raccolta, intitolata Double Platinum.

Nello stesso anno, i quattro decidono di pubblicare simultaneamente un disco solista per ogni membro della band. Mentre Paul Stanley e Ace Frehley mantengono il loro stile hard rock con i loro album, Peter Criss segue uno stile più ispirato al R&B, mentre Gene Simmons si esibisce in diversi stili musicali (hard rock, ballate, pop ispirato a quello dei Beatles), e conclude il proprio album con una reinterpretazione della canzone When You Wish Upon a Star facente parte della colonna sonora del film Pinocchio. Dal Demone, i fan, si aspettavano un album molto più hard rock, che rispecchiasse il personaggio. Gli album riscuotono un successo inferiore rispetto a quello dei due precedenti. Alla fine del 1978 i Kiss fanno il loro esordio cinematografico con Kiss Meets the Phantom of the Park, film tv prodotto per la NBC da Hanna-Barbera dal quale sarà ricavata anche una versione teatrale intitolata Attack Of The Phantoms.

Il 23 maggio del 1979 i Kiss pubblicano l'album Dynasty, con il quale raggiungono il successo mondiale grazie soprattutto alle hit I Was Made for Lovin' You e Sure Know Something. L'album presenta tuttavia delle sonorità rasentanti la musica disco (che allora era la musica più in voga e I Was Made for Lovin' You fu un brano molto trasmesso nelle discoteche in quegli anni), il che disorienta alcuni vecchi fan abituati alle sonorità hard rock degli album precedenti, in favore di quelli del genere disco. Ace Frehley, in un'intervista, decretò quel periodo come l'inizio della crisi della band, anche se Dynasty fu un successo oltre ogni aspettativa.

Il declino e la ripresa (1979-1982)

Nonostante il gruppo abbia raggiunto il successo mondiale, proprio nel 1979 incomincia il declino della formazione originale. Già prima delle registrazioni di Dynasty, il produttore dell'album Vini Poncia suggerì di sostituire Peter Criss con Anton Fig nelle registrazioni dell'album, a causa del pessimo stato di Criss[29] causato dall'abuso di droghe e da un incidente stradale. Criss suonerà solamente in una traccia su nove (Dirty Livin') nell'LP.

Nell'ottobre del 1979 il gruppo comincia a perdere popolarità negli Stati Uniti dopo una lite in diretta televisiva causata da Ace Frehley che si presentò completamente ubriaco al Tom Snyder Show[33]. Celebre la domanda "tu dovresti essere lo Spaceman, giusto?" a cui Ace rispose "No, in realtà sono un idraulico". Gene risultò evidentemente contrariato dal comportamento del collega che si era dato agli eccessi non solo in privato ma anche in pubblico e sul palco. Il 16 dicembre del 1979, data dell'ultimo concerto del Dynasty Tour, è anche l'ultima apparizione in concerto di Peter Criss come membro dei Kiss prima della riunione. L'ultima apparizione del batterista con il gruppo sarà invece quella nel video promozionale del brano musicale Shandi che sarà incluso nell'album Unmasked, uscito il 20 maggio del 1980. Come già nell'album Dynasty, le parti di batteria sono suonate da Anton Fig, sebbene Peter Criss sia raffigurato nella copertina e accreditato come batterista. Unmasked continua lo stile pop-disco dell'album precedente senza ottenerne lo stesso successo, e si aliena sempre di più le simpatie del pubblico hard rock.

Nel giugno del 1980 entra ufficialmente a far parte della formazione del gruppo il batterista Eric Carr che apparirà nei concerti e nelle copertine degli album con una maschera e un trucco che hanno l'aspetto di una volpe (The Fox). Nel 1981 i Kiss pubblicano l'album Music from "The Elder" avvalendosi della produzione di Bob Ezrin e della preziosa collaborazione di Lou Reed. Il disco, che doveva essere la colonna sonora di un film mai prodotto, è un album sperimentale molto lontano dallo stile classico dei Kiss (sono presenti infatti strumenti mai usati dal quartetto come sintetizzatori, corni medievali e archi), ed è l'album che registrò meno vendite della carriera del gruppo. In realtà l'album è musicalmente il più impegnativo del gruppo ed infatti negli ultimi anni alcuni brani sono stati riproposti dal vivo, come A World Without Heroes e Just A Boy; i Kiss producono anche una cover di Only You di Doro Pesch, presente in un tribute album (A Tribute to the Creatures of the Night) del 2003.

Il fallimento commerciale dell'album fece prendere ai Kiss la decisione di non intraprendere nessun tour limitandosi solo ad alcune apparizioni in TV, tra cui una al Festival di Sanremo del 1982 in qualità di ospiti stranieri[34][35]. Per quell'occasione i Kiss si esibirono in collegamento via satellite da New York assieme ad altri personaggi della musica come Bee Gees, Village People e Van Halen[35]. Quell'esibizione è nota perché per la prima volta nella loro storia i Kiss si sono esibiti senza un componente, in quell'occasione era Ace Frehley[36].

Nel giugno del 1982, Ace Frehley decise di allontanarsi dal gruppo sia a causa di dissidi con Simmons e Stanley (era stato infatti obbligato a partecipare a Music from "The Elder" nonostante avesse espresso il suo disaccordo sul progetto[37][38]), sia a causa delle sue dipendenze con alcool e droghe[senza fonte]. Come rimpiazzo di Frehley fu inizialmente scelto Bob Kulick che sostituì il chitarrista in maniera provvisoria fino a dicembre, quando fu ingaggiato in maniera ufficiale Vinnie Vincent.

Durante il periodo della ricerca di un nuovo chitarrista, i Kiss ricevettero diverse proposte, tra cui quella di Adam Bomb[39][40][41], che volò a Los Angeles per suonare alcuni brani col gruppo ma venne poi scartato. Altro musicista che si presentò alle audizioni senza successo fu Punky Meadows, ex chitarrista degli Angel, gruppo celebre negli anni 70 per essere stato una sorta di rivale degli stessi Kiss[42]. Inoltre pare fosse stata rifiutata una proposta di Eddie van Halen[43][44], allora in tensione con David Lee Roth.

Vincent apparirà con il trucco e il costume di un guerriero egiziano (The Warrior) solamente nei tour e mai nelle copertine degli album, che invece continuarono a ritrarre Frehley nonostante avesse già abbandonato la band. I due album successivi all'abbandono di Frehley si intitolano Killers (una raccolta di brani non pubblicata negli Stati Uniti con 4 tracce inedite), e Creatures of the Night. Quest'ultimo album (che mostra in copertina ancora Ace Frehley) venne pubblicato nell'ottobre del 1982. Questo disco non viene subito accolto calorosamente dai fan all'inizio (forse a causa della perdita di fiducia per le ultime due uscite fallimentari) e si tradurrà all'inizio in un parziale insuccesso commerciale. Con il tempo, l'album viene però rivalutato anche perché segna il ritorno da parte dei Kiss a sonorità più pesanti, dovuto all'apporto di Vinnie Vincent (che suona in gran parte dei brani) e di Eric Carr. Dall'album spiccano pezzi come Creatures of the Night, I Love It Loud, I Still Love You e War Machine, brani che i Kiss suonano spesso dal vivo.

L'epoca Pop metal (1983-1989)

Nel settembre del 1983 i Kiss sono apparsi su MTV per la prima volta senza il trucco e i costumi che li avevano caratterizzati fino ad allora, in concomitanza con la pubblicazione del loro nuovo album intitolato Lick It Up, premiato con il disco di platino. Con questo disco, i Kiss hanno intrapreso un nuovo percorso musicale, incorporando elementi pop metal (genere molto in voga negli anni ottanta di cui i Kiss furono tra i principali precursori[45]).

Tuttavia, alla fine del tour seguente all'album, Vinnie Vincent se ne andò per forti attriti con Simmons e Stanley. Simmons dichiarò che venne cacciato a causa del suo comportamento immorale[46]. In realtà Vincent non voleva sottostare più di tanto al protagonismo della coppia Simmons/ Stanley, specialmente avendo firmato molti brani degli ultimi due LP.[senza fonte] Più tardi, nel 1986, il chitarrista ha chiesto il risarcimento di sei milioni di dollari per diritti d'autore negati su alcuni brani, ma perse la causa e non ricevette nulla. Mark St. John è stato reclutato come sostituto, suonando quasi tutte le parti di chitarra ritmica e solista nell'album Animalize, pubblicato nel settembre del 1984 e album dei Kiss più venduto del decennio. Il primo singolo estratto dal disco è Heaven's On Fire unico video del gruppo in cui appare Mark St. John. L'album è un successo a cui si legano anche un tour mondiale e diverse apparizioni televisive, tra le quali il primo concerto trasmesso e curato integralmente da MTV. Durante le prove dell'Animalize world tour, Mark St. John ha abbandonato il gruppo a causa di problemi di salute, avendo contratto la Sindrome di Reiter[46]: il suo posto venne preso da Bruce Kulick, fratello di Bob, che sarebbe dovuto entrare come chitarrista nel gruppo nel 1973 prima che arrivasse Frehley. Nonostante i continui cambiamenti della formazione, i Kiss durante questo periodo ritrovano, almeno negli Stati Uniti, il successo, anche se inferiore a quello degli anni settanta.

Con la nuova formazione, i Kiss incidono altri tre album, tutti premiati con dischi di platino). Il primo, Asylum, pubblicato nel 1985, presenta dei brani dalle sonorità potenti accostati con altri più melodici e da "airplay", come Tears Are Falling, uno dei singoli più noti del disco. Vengono in seguito pubblicati il più commerciale Crazy Nights (1987), con il singolo Crazy Crazy Nights che raggiunge il numero quattro nella classifica dei singoli britannica e, infine, la raccolta Smashes, Thrashes & Hits (1988), che presenta due inediti più una versione di Beth cantata da Eric Carr.

Nel 1989 esce Hot in the Shade, album dalla struttura musicale elaborata, il cui singolo Forever (scritto da Stanley in collaborazione con Michael Bolton) raggiunge il numero otto della classifica[24], migliore posizione dal 1979 ed ultimo singolo, finora, dei Kiss nella Top 10[24]. Nel video di Rise To It, tratta dall'album, compaiono alla fine del brano per una decina di secondi, in un ipotetico flashback del '75, Stanley e Simmons col make-up. La cosa mise in agitazione molti vecchi fan, ma bisognerà aspettare altri sette anni per rivederli insieme e truccati dal vivo.

Il nuovo percorso (1990-1996)

Per il loro primo album degli anni novanta i Kiss decidono di assumere di nuovo Bob Ezrin come produttore e si apprestano nella lavorazione di un nuovo disco, Revenge. L'attività del gruppo subisce una battuta d'arresto nel marzo del 1991, quando viene diagnosticato un cancro al cuore al batterista Eric Carr. Nonostante un intervento chirurgico il cancro si espande ai polmoni rendendo così necessaria una chemioterapia che lo avrebbe fatto guarire in breve tempo. Tuttavia, a due mesi dalla guarigione, a settembre, il batterista viene ricoverato per due emorragie cerebrali[47]. Eric Carr muore il 24 novembre, lasciando un vuoto sia all'interno del gruppo che tra i fans.

Passato lo shock della sua scomparsa, i Kiss sostituiscono Carr con Eric Singer (batterista con un passato di militanza in altri gruppi heavy metal come i Black Sabbath e Badlands). Con la nuova formazione, avvalendosi della collaborazione dell'ex chitarrista Vinnie Vincent nella stesura dei testi, i Kiss pubblicano nel maggio del 1992 l'album Revenge, caratterizzato da sonorità prettamente heavy metal e accolto bene dal pubblico. All'album segue il Revenge Tour, le cui registrazioni sono incluse nell'album Alive III, pubblicato nel 1993.

Nel 1995 i Kiss organizzano il Worldwide Kiss Convention Tour, durante il quale si esibiscono cover bands e in cui vengono allestite delle mostre in cui vengono esposti diversi oggetti e strumentazioni. Durante la prima data del tour (17 giugno), la band tiene un'esibizione dal vivo nella quale compare come batterista Peter Criss, che aveva lasciato il gruppo nel 1980.

Il 9 agosto dello stesso anno i Kiss si esibiscono allo show televisivo MTV Unplugged (dal quale sarà ricavato anche l'album Kiss Unplugged) nella loro formazione corrente (Kulick, Singer, Simmons e Stanley) con in più Peter Criss e Ace Frehley che si aggiungeranno agli altri nel corso dello spettacolo. Questa apparizione aumenta le certezze per un ritorno alla formazione originale, tuttavia Simmons e Stanley registrano un nuovo album (intitolato Carnival of Souls: The Final Sessions che sarà tuttavia pubblicato solo nel 1997) ancora con Kulick e Singer. L'album evidenzia sonorità molto distanti dal classico stile del gruppo, tramite l'incorporazione di elementi grunge ed elettronici irrobustendo ancor di più la loro musica. Questo tentativo di innovazione, tuttavia, si tradusse in un fallimento commerciale ed è considerato come uno dei punti più bassi della discografia dei Kiss.

Ritorno in scena (1996-2003)

Il 28 febbraio del 1996 i Kiss si ripresentano con la loro formazione originale in occasione della trentottesima edizione dei Grammy Awards[48]. Sono introdotti dal rapper Tupac Shakur che pronunciò le seguenti parole:

(EN)

«You know how the Grammys used to be, all straight-looking folks with suits. Everybody looking tired. No surprises. We tired of that. We need something different...[48]»

(IT)

«Sapete come erano le cerimonie di premiazione del Grammy Award, tutta gente vestita bene in abiti formali. Tutti sembrano stanchi. Nessuna sorpresa. Siamo stanchi di ciò. Abbiamo bisogno di qualcosa di diverso...»

In occasione della riunione i Kiss ritornano anche all'uso del trucco facciale e dei travestimenti, abbandonati nel 1983. Il 16 aprile dello stesso anno, in una conferenza stampa trasmessa in simultanea in 58 Paesi[22], il gruppo annuncia un tour con la formazione originale. Il 28 giugno i Kiss tengono il loro primo concerto del tour (intitolato Alive/Worldwide Tour) nel Tiger Stadium di Detroit, seguito da altri 192 spettacoli (tra i quali una data italiana il 18 dicembre 1996 a Milano al Forum di Assago). Durante questo tour, la presenza di Peter Criss è tuttavia discontinua a causa di alcuni problemi muscolari accusati dal batterista, che inducono il gruppo a sostituirlo con dei batteristi di sessione appositamente truccati per assomigliare a Criss[49] Il tour è un successo senza precedenti, con un incasso finale che risulterà il più alto registrato sia durante l'anno[50], sia nella storia del gruppo. Vengono venduti milioni di gadget, i Kiss appaiono sulle copertine delle più famose riviste rock, seguono centinaia di apparizioni televisive e la popolarità della band torna alle stelle.

Nel settembre del 1998 viene pubblicato Psycho Circus, primo e unico album in studio registrato con la formazione originale dopo il 1977. Tuttavia, come già accaduto nei primi album degli anni ottanta, Psycho Circus è stato registrato con musicisti di sessione non accreditati e con la formazione incompleta: Peter Criss suona infatti soltanto in una traccia (in quelle restanti suona il batterista di sessione Kevin Valentine) e Ace Frehley in due (nelle altre suonano invece l'ex membro Bruce Kulick e\o il futuro membro Tommy Thayer). Il 31 ottobre 1998 i Kiss iniziano lo Psycho Circus Tour partendo dal Dodger Stadium di Los Angeles. La prima data viene trasmessa in simultanea dalle radio statunitensi e diviene il primo concerto della storia in cui sul palco vengono utilizzati effetti visivi in tre dimensioni[51].

Nel 1999 i Kiss vengono introdotti nella Hollywood Walk of Fame (nella categoria Record Industry), ed appaiono nel film a loro dedicato Detroit Rock City. Nello stesso anno il gruppo lavora con la World Championship Wrestling per mettere in scena un wrestler ispirato al gruppo chiamato The KISS Demon che avrebbe dovuto assomigliare a Gene Simmons. Il gruppo avrebbe dovuto anche suonare il brano God of Thunder live durante la prima apparizione del personaggio, ed esibirsi il 31 dicembre dello stesso anno durante lo show New Devil's Eve. Tuttavia il progetto fallisce un mese dopo a causa di problemi finanziari da parte del presidente della WCW Eric Bischoff.

Nel febbraio del 2000 i Kiss annunciano che avrebbero intrapreso un tour intitolato Kiss Farewell Tour, dove avrebbero suonato per l'ultima volta nella loro formazione originale[52]. Il tour si prolungherà in seguito fino al 2001 aggiungendo delle date in Australia e in Giappone. Tuttavia, nei primi mesi del 2001, poco prima dell'inizio della tappa giapponese, Peter Criss abbandona la formazione perché insoddisfatto del suo contratto[53]. I Kiss proseguono quindi il Farewell Tour con il loro ex batterista Eric Singer truccato come Peter Criss, creando il malcontento tra i fan della vecchia guardia.

Il presente

A febbraio 2003 i Kiss, coadiuvati dall'orchestra sinfonica di Melbourne, registrano al Docklands Stadium il loro quinto album live KISS Symphony: Alive IV, che sarà pubblicato nell'estate dello stesso anno. Durante questo concerto, compare per la prima volta Tommy Thayer come chitarrista solista al posto di Ace Frehley. Quest'ultimo aveva infatti abbandonato la band dopo l'ultima data del Farewell Tour. I Kiss (con Peter Criss ritornato nella formazione) intraprendono in quello stesso anno il World Domination Tour, assieme agli Aerosmith, che alla fine risulterà essere il settimo tour più seguito dell'anno[54]. Sempre nel 2003, su richiesta di Johnny Ramone, partecipano alla creazione di un album tributo ai Ramones, We're a Happy Family, suonando la canzone Do You Remember Rock 'n' Roll Radio?.

Nel marzo del 2004 Simmons e Stanley non rinnovano il contratto a Peter Criss che abbandona quindi il gruppo favorendo il ritorno di Eric Singer. Nell'estate dello stesso anno i Kiss intraprendono il Rock the Nation Tour (da cui sarà ricavato anche un DVD pubblicato il 13 dicembre 2005), nel quale durante i concerti si può notare una certa staticità da parte di Paul Stanley, che si muove poco sul palco a causa di alcuni problemi all'anca, che lo costringeranno a sottoporsi ad alcuni interventi chirurgici[55].

Con il Rising Sun Tour del 2006, la band torna di nuovo a suonare in Giappone, con la formazione Simmons, Stanley, Thayer e Singer. Nella scaletta della tournée giapponese vengono suonati brani mai o raramente eseguiti dal vivo come Kissin' Time (presente nel primo album della band) e Love'em Leave 'em (presente nell'album Rock and Roll Over del 1976). Il 31 ottobre dello stesso anno viene pubblicato il cofanetto DVD Kissology Volume One: 1974-1977, che secondo le dichiarazioni di Gene Simmons, dovrebbe essere il primo di una serie di dieci DVD contenenti filmati inediti ed interviste[56]. Nel gennaio del 2007 il DVD sarà premiato quintuplo disco di platino[57].

I Kiss durante la data di Stoccolma del Kiss Alive/35 World Tour

Il 5 aprile del 2007 Mark St. John, chitarrista che aveva militato nella band per pochi mesi nel 1984 prima di essere licenziato per motivi di salute, muore per un'emorragia cerebrale. Nel luglio del 2007 i Kiss partono per un nuovo tour intitolato Hit'n Run, costituito da sole quattro date negli Stati Uniti, nelle quali propongono anche il brano All American Man, proveniente dall'album Alive II, mai suonato dal vivo. Nel concerto fissato per la data del 27 luglio i Kiss, per la seconda volta nella loro storia, suonarono solamente in tre (la prima volta accadde nel 1982 in occasione dell'esibizione per il Festival di Sanremo, in cui mancava Ace Frehley) a causa di un'indisposizione di Paul Stanley (era stato colpito da una tachicardia).[58]

Il 14 agosto del 2007 viene pubblicato il secondo cofanetto DVD Kissology Volume Two: 1978-1991, che il 25 ottobre dello stesso anno viene premiato con il disco di platino[59]. Durante la premiazione è stata inoltre annunciata la data di pubblicazione[59] del terzo cofanetto Kissology Volume Three: 1992-2000 contenente quattro DVD, avvenuta il 18 dicembre 2007. Il 30 gennaio 2008 viene annunciato da Paul Stanley il Kiss Alive/35 World Tour[60] le cui date vengono successivamente confermate il 12 febbraio[61]. Il tour segna il ritorno del gruppo in Europa dopo nove anni di assenza ed include anche due date in Italia: il 13 maggio all'Arena di Verona e il 24 giugno al Mediolanum Forum di Milano.

Sebbene in un'intervista del febbraio 2008 Gene Simmons avesse dichiarato che il gruppo non avrebbe più pubblicato nuovo materiale in studio perché sarebbe finito in rete gratuitamente[62], nel novembre del 2008 lo stesso Simmons ha annunciato che il gruppo sarebbe tornato in studio dopo undici anni per registrare un nuovo disco la cui uscita, inizialmente prevista per settembre 2009[63], è stata posticipata al 6 ottobre[64][65] dello stesso anno.

Nell'agosto 2009 la band annuncia che il nuovo album si intitolerà Sonic Boom, che consisterà in un cd di inediti, uno con i classici della band riregistrati con la formazione attuale e un bonus DVD live in Argentina del 2009. Il 17 agosto è pubblicata sul web la copertina ideata da Michael Doret (già autore della reinterpretazione di Rock And Roll Over) e una preview del nuovo singolo "Modern Day Delilah".

Il 25 settembre 2009 i Kiss si esibiscono presso il Cobo Hall di Detroit per l'ultima volta prima della sua demolizione.

Nella prima settimana di ottobre del 2009, Sonic Boom viene pubblicato in Europa e USA (rispettivamente il 2 ottobre in Italia, il 5 ottobre in Europa e il 6 ottobre negli Stati Uniti), a ben undici anni di distanza dall'ultimo album in studio, Psycho Circus. L'album è stato interamente prodotto da Paul Stanley in collaborazione con Greg Collins, sotto le etichette Universal e Roadrunner. Il disco è formato da due cd, uno contenente le undici tracce inedite e l'altro i maggiori successi dei Kiss reincisi in studio dalla nuova formazione, oramai stabile dal 2003 ad oggi.

Il 24 maggio 2011 i Kiss vanno in diretta su un programma americano visibile anche da Internet e tramite la Chat Ortsbo riescono a comunicare in diretta con i loro fan in tutte le lingue del mondo: grazie ad Ortsbo i Kiss entrano nel "Guinnes World Record".[senza fonte]

Nel giugno 2011 è stata pubblicata la prima biografia in italiano Kiss. Le maschere del rock[2][collegamento interrotto] che contiene, tra l'altro, una dettagliata cronologia dell'attività del gruppo.

Successivamente i Kiss annunciano un nuovo album intitolato Monster, pubblicato il 9 ottobre 2012 in Europa e pochi giorni dopo nel resto del mondo. Nel dicembre dello stesso anno annunciano il "Monster World Tour".

I Kiss durante un concerto all'Hellfest il 22 giugno 2013, anno del loro quarantesimo anniversario.

Nel 2014 sono stati introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame.

I Kiss compaiono anche come guest stars nel cartone animato del 2015 Scooby-Doo e il mistero del Rock'n'Roll, mentre nel 2016 i soli Paul Stanley e Gene Simmons partecipano al film di John Hamburg Proprio lui?.

Nella serata finale del Festival di Sanremo 2016 vengono omaggiati dal gruppo Elio e le Storie Tese, che si presentano travestiti da loro sul palco del Teatro Ariston di Sanremo.[66]

I 40 anni

Il 2013 è l'anno in cui i Kiss compiono il loro quarantesimo anno di attività. Per celebrare questo traguardo, il 28 febbraio danno inizio alla parte australiana del Monster Tour. Il tour si apre a Perth e si chiude a Mackay, il 16 del mese successivo. In questa parte del tour come opening act ci sono i Mötley Crüe e i Thin Lizzy. Nel periodo compreso tra la fine della prima parte del tour e l'inizio della seconda parte del tour, quella Europea, Paul Stanley e il manager dei Kiss, Doc McGhee inventano quella che sarà dunque la scenografia della parte europea del tour, quella canadese e quella statunitense. Si tratta di un palco immenso con un ragno meccanico che sputa fuoco e fuochi da tutte le parti. In più, come al solito, è presente un megaschermo situato sul fondo del palco. La parte europea del Monster Tour si apre a Stoccolma il 1º giugno e si chiude il 22 dello stesso mese a Clisson, in Francia. Suonano in Italia in due date una il 17 giugno a Codroipo e l'altra il giorno dopo al Forum di Assago a Milano. Il 5 luglio riprendono il Monster Tour da Victoria, in Canada. Dopo quasi due mesi di concerti, il 18 agosto chiudono la parte canadese-statunitense del tour con un concerto al Seminole "Hard Rock Hotel & Casino" di Hollywood. Nel 2014 il gruppo ha pubblicato la raccolta Kiss 40, la quale racchiude una canzone per ogni album pubblicato dal gruppo; sempre in occasione dei 40 anni i Kiss hanno organizzato un tour assieme ai Def Leppard.

L'End Of The Road World Tour

Nel settembre 2018, dopo essersi esibiti ad America's Got Talent, i Kiss annunciano l'End of the Road World Tour, come da titolo il tour di addio, dalla durata di due anni.[67]

(EN)

«This is gonna be our last tour. It will be the most explosive, biggest show we've ever done. People who love us, come see us. If you've never seen us, this is the time. This will be the show.»

(IT)

«Questo sarà il nostro ultimo tour. Sarà lo spettacolo più esplosivo e grande che abbiamo mai fatto. Chi ci ama, venga a vederci. Per chi non ci ha mai visto, sarà la volta buona per farlo. Sarà lo spettacolo definitivo.»

Il tour si è svolto in maniera regolare per tutto il 2019, prima di interrompersi bruscamente a causa della pandemia di COVID-19 nei primi mesi del 2020. L'unica altra data dell'anno è stato il concerto di capodanno in streaming dall'Hotel Atlantis di Dubai: il live è stato trasmesso in alta definizione da oltre cinquanta telecamere in 4K, con una scenografia mastodontica comprendente, oltre a un palco di circa 250 metri quadrati di ampiezza, uno spettacolo pirotecnico da un milione di dollari entrato nel Guinness dei primati.[69]

Stile musicale

Capostipiti dell'hair metal insieme ad Alice Cooper,[70][71][72] i Kiss hanno proposto un repertorio orecchiabile e aggressivo composto di brani che "possono sfiorare la furia selvaggia dei MC5".[73] Sebbene vengano anche riconosciuti come esponenti dell'heavy metal,[74][75] la loro musica è debitrice dell'easy listening, del pop e del bubblegum pop.[73] Inoltre, i Kiss amavano definirsi "il più grande spettacolo rock 'n' roll di sempre",[76] mentre altri li hanno classificati fra gli esponenti dell'hard rock,[1][2][3][74] del glam rock,[77] del pop metal[74] e dell'arena rock.[74] Il loro stile musicale ha subito diversi cambiamenti lungo la loro carriera. Dopo i primi album hair metal, i Kiss hanno virato verso un suono più commerciale e meno violento a partire dalle pubblicazioni che seguono il terzo Dressed to Kill (1975).[78] Dei primi anni ottanta si contano la parentesi più pop di Unmasked (1980)[79] e l'ambizioso rock progressivo di Music from "The Elder" (1981);[73][79] seguirà nello stesso decennio un ritorno allo stile duro degli esordi.[78] Più tardi sarebbero usciti Crazy Nights (1987), che segue il formato album-oriented rock[80] e Hot in the Shade (1989), definito un album di "hard 'n' roll".[80]

Formazione

Lo stesso argomento in dettaglio: Formazione dei Kiss.

Cronologia

Trucchi

La band è famosa per i suoi caratteristici trucchi facciali, ognuno dei quali rappresenta un personaggio. L'attuale formazione è composta dai quattro personaggi originali: "The Starchild", "The Demon", "The Spaceman" e "The Catman". La band in precedenza includeva la pratica di dare a tutti i nuovi membri un nuovo personaggio, come "The Fox" per Carr e "The Ankh Warrior" per Vincent; questa pratica è stata interrotta dopo che Singer e Thayer hanno assunto i personaggi di "Spaceman" di Frehley e "Catman" di Criss.

Durante il 1973-74, Stanley ha usato occasionalmente un trucco alternativo chiamato "The Bandit" per servizi fotografici selezionati e spettacoli dal vivo dopo che Neil Bogart, capo della Casablanca Records, gli ha suggerito di usare un design simmetrico come quelli del resto della band. Durante questo periodo, stava ancora usando il trucco Starchild, a volte anche usando entrambi i modelli negli stessi servizi fotografici. Nel 1974, egli ha smesso di usare "The Bandit" in modo permanente. Sulla copertina dell'album omonimo di debutto, Criss ha usato una variazione drasticamente diversa del suo trucco da Catman (soprannominato "The Pantomime Cat"). Carr originariamente doveva essere "The Hawk". Oggi esistono foto di Carr con questo trucco e anche una di un manichino che Stanley aveva allestito. A differenza del Bandit e del Pantomime Cat, questo design alternativo non è mai stato utilizzato in nessuna occasione ufficiale. Il trucco "The Hawk" è stato preso in considerazione anche per Vincent e Singer. Mark St. John e Bruce Kulick non usarono mai trucchi, poiché furono presenti in formazione solo nel periodo in cui la band non utilizzò trucchi (dal 1983 al 1996).

Discografia

Lo stesso argomento in dettaglio: Discografia dei Kiss.

Home Video

Tournée