ATTENZIONE, SI TRATTA DI UN'IMMAGINE INGRANDITA, PER FARE VEDERE
IL PIU' POSSIBILE I DETTAGLI DELL'OGGETTO: LE DIMENSIONI REALI
SONO PIU' PICCOLE E SONO RIPORTATE NELLA DESCRIZIONE DELL'OGGETTO
IN MODO PRECISO ED INEQUIVOCABILE: AL MEZZO CENTIMETRO!!! 

 

 




29  GIUGNO 1849

Luciano  Manara  vi  lasciò  la  vita  generosa.

*  Luciano Manara (Milano25 marzo 1825 – Roma30 giugno 1849) è stato un patriota italiano, tra le figure più note del Risorgimento. Cadde durante la difesa della Repubblica Romana.

Nato in una facoltosa famiglia della borghesia milanese, Manara fu amico di Carlo Cattaneo e compì gli studi liceali a Milano. Frequentò le lezioni della scuola di Marina a Venezia e fra il 1840 e il 1846 soggiornò a lungo in Germania e in Francia. Sposò Carmelita Fè il 10 settembre 1843 ad Antegnate, da cui ebbe tre figli: Filippo, Giuseppe e Pio Luciano. Nella sua giovane età Luciano Manara soleva passare le vacanze estive ad Antegnate, un paese della bassa provincia bergamasca, e qui la sua grandissima passione per la musica, portò Luciano, all'epoca ventenne, ad istituire una piccola scuola di musica facendosi carico delle spese per l'acquisto degli strumenti. Quella piccola scuola di musica è diventata oggi una delle più antiche bande musicali bergamasche attive, il Corpo Musicale Luciano Manara, che dal 1845 porta con onore il suo nome. Partecipò valorosamente alle Cinque Giornate di Milano, tra l'altro capeggiando l'operazione che portò alla conquista di Porta Tosa, divenuta così, subito dopo l'Unità d'Italia, Porta Vittoria, e alla Prima guerra di indipendenza italiana del 1848 al servizio del Governo provvisorio di Milano con un gruppo di 500 volontari da lui stesso organizzato, i Bersaglieri Lombardi. Inquadrato, con il grado di maggiore, nei Corpi Volontari Lombardi del generale Michele Allemandi, prese parte nel mese di aprile all'invasione del Trentino con il compito di occupare Trento; tagliando così la strada della Valle dell'Adige ai rinforzi austriaci alle fortezze del Quadrilatero, impresa che fu fermata dagli austriaci a Vezzano il 15 aprile a pochi chilometri da Trento.Il 20 luglio nella battaglia di Sclemo, nei pressi di Stenico, nonostante il valore dimostrato, Manara fu pesantemente battuto dai 2.000 austriaci del maggiore Pompeius Scharinger von Lamazon e dovette ripiegare nel Castello di Stenico. Con la riorganizzazione del Corpo di Osservazione Volontario del Tirolo affidato al comando del generale Giacomo Durando, nell'estate prese parte alle operazioni di controllo del confine trentino operando in Valle Sabbia e sul Monte StinoDopo la sconfitta dell'esercito sabaudo nella battaglia di Novara, lasciò il Piemonte per partecipare alla difesa della Repubblica Romana. Il 22 aprile 1849, con i suoi 600 bersaglieri, su due battelli partì da Portofino per Civitavecchia e il 29 raggiunse Roma.Al ritorno degli Austriaci riparò nel mese di agosto con la sua colonna di volontari nel Piemonte dove fu messo a capo, con il grado di maggiore dell'esercito piemontese, di un corpo di bersaglieri e inquadrato nella divisione lombarda comandata dal generale Gerolamo Ramorino. Nella breve parentesi della ripresa della guerra contro l'Austria del 1849, Manara combatté con la sua unità sul Po e a La Cava (odierna Cava Manara in provincia di Pavia, che assunse in suo onore la nuova denominazione).Dopo diversi combattimenti contro le truppe borboniche nei dintorni della città, venne promosso tenente colonnello e in seguito colonnello. Il 16 maggio con la sua brigata uscì da Roma e con le truppe della repubblica occupò prima Anagni e poi FrosinoneDal 3 giugno i francesi del generale Oudinot attaccarono Roma. Vennero organizzate le difese contro le soverchianti forze nemiche e Garibaldi lo nominò capo di Stato Maggiore. Dopo furiosi combattimenti, il 30 giugno nella difesa di Villa Spada, venne colpito a morte. Prima della sua morte, Manara ebbe modo di scrivere in una lettera all'amica, Francesca "Fanny" Bonacina Spini, le memorabili parole: "Noi dobbiamo morire per chiudere con serietà il Quarantotto; affinché il nostro esempio sia efficace, dobbiamo morire".

 

WOOD ENGRAVING - GRAVURE SUR BOIS - HOLZSTICH -XILOGRAFIA.

 

XILOGRAFIA ORIGINALE (TIRATURA D'EPOCA) ESTRATTA (STRAPPATA) DA: STORIA D'ITALIA CONTEMPORANEA, DI STEFANONI LUIGI, EDITORE E. PIERINO, VICOLO SCIARRA 62, ROMA, 1885.

L'INCISIONE E' A PIENA PAGINA E CON RETRO BIANCO, HA 125 ANNI ED E' IN BUONO STATO DI CONSERVAZIONE (ESATTAMENTE NELLO STATO DELLA FOTO), E' BELLA, NITIDA, MOLTO PITTORESCA E SUGGESTIVA. MISURE PAGINA cm 15,5 x 23,5, MISURE PARTE INCISA cm 11 x 16 CON MARGINI BIANCHI, MISURE CON PASSEPARTOUT cm 24 x 31, RETRO BIANCO.


 



 
 
ATTENZIONE, SI TRATTA DI UN'IMMAGINE INGRANDITA, PER FARE VEDERE
IL PIU' POSSIBILE I DETTAGLI DELL'OGGETTO: LE DIMENSIONI REALI
SONO PIU' PICCOLE E SONO RIPORTATE NELLA DESCRIZIONE DELL'OGGETTO
IN MODO PRECISO ED INEQUIVOCABILE: AL MEZZO CENTIMETRO!!!