Divina quaedam S. Ephraem Opera mille ducentis iam annis è Syra in Graecam linguam, nunc autem e Graeca in Latinam versa. 
Petro Francisco Zino Veronensi interprete
Francesco Rampazetto, Venezia, 1561
Pergamena
15.5 x 10 cm
91 fogli (182 pagine)
incisione al frontespizio "et animo et corpori"
Complessivamente ben conservato, naturale ingiallimento con fioriture, nome a matita in antiporta, interno copertina più alcune pagine con fori non invasivi da parassita (esempio foto 6 e 7). Prime pagine lievemente allentate dal dorso.
Rarissima prima edizione

L'erudito sacerdote Pier Francesco Zini traduce dal greco e dal siriaco in latino gli scritti spirituali di San Efrem (ca.306-376 d.C.).
Si aggiunge inoltre da parte dell'autore l'interpretazione della vita di San Efrem di Gregorio di Nissa e della Historia Ecclesiastica di Niceforo Callisto.



ZINI, Pier Francesco. – Nacque in data incerta, tradizionalmente attribuita al 1520, ma che sarebbe opportuno posticipare di almeno un lustro sulla scorta del suo rapido e brillante percorso formativo. Il padre, esponente di una famiglia di origini bresciane concentrata intorno a Bagnolo, ebbe nome Francesco, mentre non si hanno notizie della madre; Natale, Giovan Francesco, Martino e Caterina erano alcuni dei fratelli di Pier Francesco.
Orientati verso Verona, dove è probabile che già risiedessero, gli Zini si misero a servizio del vescovo Gian Matteo Giberti, che dal 1529 aveva inaugurato un pionieristico programma di riforme attraverso visite pastorali e la pubblicazione di testi devozionali in volgare e di opere patristiche latine e greche.
Si spostò poi a Padova per affinare la preparazione giuridica.
Non v’è dubbio che nel fertile ambiente padovano egli poté abbracciare la propria autentica vocazione di studioso e traduttore di letteratura greca del primo cristianesimo.
La cifra distintiva di Zini va ricercata proprio nella costante dedizione al corpus patristico greco, scientemente selezionato e trasposto in latino per una più larga fruizione, con una maestria elogiata ancora da Jacques-Paul Migne. Un impegno pressoché univoco e autonomo, svincolato dagli orientamenti e dalle vicende individuali dei suoi numerosi protettori, tale da rendere Zini il più esemplare e prolifico esponente del gruppo di studiosi cinquecenteschi attivi in Italia, che, padroneggiati gli strumenti della scuola umanistica sui testi della classicità pagana, volsero la propria attenzione di filologi agli scritti dei Padri (cit. Treccani)


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