JUNG CHANG
CIGNI SELVATICI
TRE FIGLIE DELLA CINA
traduzione di Lidia Perria

LONGANESI & C. I Edizione 1994
collezione "IL CAMMEO" 249

Cigni selvatici. Tre figlie della Cina è un racconto autobiografico della scrittrice cinese Jung Chang.

Racconta la vera storia di «tre figlie della Cina», cioè le vicissitudini della nonna di Jung Chang, della madre e dell'autrice stessa, le cui avventure, esperienze di vita e sofferenze si intrecciano inevitabilmente con la vita della società cinese nel tumultuoso XX secolo, carico di rivoluzioni, guerre, speranze e tragedie.

Nella narrazione dell'autrice, la storia delle tre donne si sviluppa nel contesto della Cina dal 1920 al 1980, in un Paese in cui l'esistenza della madre dell'autrice, e di lei stessa, è fatta soprattutto di impegno politico, di delusioni e di persecuzioni per i dissidenti, nel quadro politico comunista al tempo di Mao Zedong.

Il libro è stato la prima opera dell'autrice, uno dei casi letterari più clamorosi degli ultimi decenni: scritto originariamente in lingua inglese, è stato tradotto in 37 lingue e ha venduto 13 milioni di copie,[1] con successo di critica e lodi da vari rinomati autori come J. G. Ballard.[2]

La storia vera di "Tre figlie della Cina": l'autrice, sua madre, sua nonna, le cui vite e le cui sorti rispecchiano un tumultuoso secolo di storia cinese, un'epoca di rivoluzioni, di tragedie e di speranze. Dal 1909, quando nasce la nonna di Jung Chang e la Cina è ancora una società feudale, al 1932, che vede, sotto l'occupazione giapponese, la nascita della madre, fino agli anni '60 quando tocca a Jung Chang il compito di vivere, riflettere e sopportare la realtà del Paese.


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