PETIT GUIDE DE SICILE 
HIVER 1907-08
Design di Mario Borgoni
Richter & C. Naples
1907
74 p. ; 13,5 x 9,5 cm + Mappa in Carta Velina : 26,5 x 14 cm
FRANCAIS / ENGLISH 

DANEU & Co.
Via M. Stabile 130 
PALERMO 

Richter & C. fu fondata nel 1842 da un tipografo svizzero, per la produzione di cromolitografie a Napoli . Dopo l’unità d’Italia, Richter divenne fornitore della casa reale, l’azienda era specializzata in diversi settori, tra cui la stampa di banconote. Intorno alla fine del secolo Mario Borgoni, un allora giovane artista, iniziò la sua attività in azienda realizzando piccoli lavori grafici. Alla fine del 1800 la Richter & Co. stampava articoli promozionali in carta per imprese commerciali e in particolare per la fiorente industria alberghiera italiana. Le prime etichette degli hotel furono prodotte nel 1900. (Il mare di Dudovich 1991)

Nel 1906 Mario Borgoni (Pesaro 1869 - Napoli 1936)  divenne direttore artistico della Richter e la società, sotto la sua guida, gestì l’immagine grafica di alberghi in tutta Italia. Lo stile liberty di Borgoni stabilì una tendenza che sancì il successo dell’azienda che stampò per alberghi di tutto il mondo: Europa, Nord Africa (in particolare in Egitto), Medio e Estremo Oriente, America. Borgoni fu il più influente graphic designer dell’azienda. Il suo lavoro è raramente firmato, ma la sua arte è inconfondibile.  Borgoni lasciò Richter nel 1930, nel momento in cui le onde d’urto del crollo di Wall Street del 1929 iniziarono a colpire l’industria alberghiera europea. La sua uscita dall’azienda segna la fine del periodo d’oro dell’etichette bagagli.
Borgoni creò numerose e felicissime composizioni grafiche che pubblicizzano soprattutto manifestazioni e località turistiche, realizzò innumerevoli cartelloni per ENIT / FFSS - Ente Nazionale Industria Turistica e Ferrovie dello Stato - e per alberghi di gran lusso: Ferrara – Castello Estense , Excelsior Palace Hotel – Venice Lido , Taormina – Teatro greco , Amalfi , Sorrento , Portofino , Stresa , Teatro di Pompei , Napoli , Hotel Royal – Bordighera . Negli anni Trenta si stabilisce per qualche tempo a New York, ove continua l’attività, fino al suo rientro definitivo a Napoli.
Pittore e cartellonista. Studia all’Istituto di Belle Arti di Napoli, nel quale poi diviene insegnante di Ornato. Dal 1905 collabora costantemente con lo Stabilimento Richter & C. di Napoli, uno dei maggiori produttori italiani di manifesti litografici e di cartoline illustrate, divenendone il direttore artistico. Borgoni fu anche decoratore d’intemi: ricordiamo un pannello monocromo per la sala di rappresentanza del “Circolo Artistico” di Napoli e il soffitto del Caffè Fortunio, nella medesima città. L’impianto delle sue composizioni cartellonistiche si caratterizza per un doppio piano “dimensionale”: la cornice ed il quadro.
La prima avvolge la raffigurazione iconografica e ingloba quasi sempre anche il lettering , la seconda comprende la parte descrittiva, che si presenta quasi sempre come “una scena” da ammirare da una finestra, una “quinta” su un paesaggio velato spesso da toni irreali e fiabeschi, dominati però da corpose figure femminili che interpretano i ruoli e gli stereotipi necessari alla narrazione pubblicitaria: la donna Italia che indica la vittoria ai soldati (Prestito Nazionale 1917), la forosetta che ammira il panorama siciliano (Treni di lusso ferrovie dello Stato, 1908), la gentildonna malaticcia delle Pastiglie della Madonna della Salute, la “sirenetta” gaudente e lasciva della Birra Milano, la dispensatrice di denari della Lotteria, 1911, le eleganti turiste del lido di Rimini, 1908. Per alcuni aspetti il suo schema stilistico è vicino a quello di Aleardo Villa e degli altri grafici del primo Liberty italiano, ma si caratterizza per una certa originalità grazie ai tratti aggraziati, per i toni quasi “trasparenti” delle colorazioni e per il sapiente dosaggio dei volumi, nei quali persiste un innegabile substrato pittorico. Alcuni manifesti realizzati dalle Officine Richter non portano la sua firma (Rimini Grand Hotel 1908 e Feste di Palermo 1910, ad esempio) ma per gli inconfondibili stilemi sono di facile attribuzione a questo originale ed abile artefice che, nonostante la copiosa e pregevole produzione, non è stato ancora pienamente valorizzato. (Nei dintorni di Dudovich  2002)

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