LETTERA CON FIRMA AUTOGRAFA DEL CELEBRE ARCHITETTO MILANESE DELLA PRIMA META' DELL'OTTOCENTO, A DON CAMILLO CARCANO, cm. 26x19, dat.: 2 Giugno 1834, un foglio, rr. 20. MORAGLIA TRASMETTE IL PREVENTIVO, TRA L'ALTRO: "... La spesa non arriva al milione ma è piuttosto fortina e voglia il Signore Iddio che stia lì".

Giacomo Moraglia (Milano, 7 luglio 1791Milano, 1º febbraio 1860) è stato un architetto italiano. Molto attivo in Lombardia e nel Canton Ticino, opera in quel periodo che ha visto susseguirsi profondi cambiamenti. Epigono del neoclassicismo, il Moraglia è architetto molto prolifico, realizza centinaia di costruzioni oltre a intervenire per restauri su molti edifici (tre ospedali, varie fabbriche, una ventina di chiese, oratori e seminari, scuole, ville e teatri). A Milano progettò l'arco di Porta Comasina (1826) e dieci anni più tardi i relativi caselli daziari (1836); si occupò inoltre del restauro della chiesa di Santa Maria della Visitazione. Dal 1841 al 1847 cura la ricostruzione del Palazzo Melzi alla Cavalchina, oggi via Manin. Sue sono le due sculture a figura intera che si vedono nelle nicchie in facciata della chiesa di Santa Maria alla Porta di Milano. A Monza progettò la chiesa di San Gerardo e completò il Seminario Arcivescovile; a Gorgonzola si occupò invece del campanile della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio e dell'edificazione dell'Ospedale Serbelloni. Fra gli interventi eseguiti nel Canton Ticino: il Palazzo Civico di Lugano, il Teatro Sociale di Bellinzona, la chiesa di San Carlo e la Villa Ghisler di Magadino. Forse ultimo tra i suoi numerosi progetti, è la chiesa di Monteolimpino (1857), a nord di Como. Morì quasi settantenne a Milano il 1º febbraio 1860 e fu sepolto al Fopponino di Porta Vercellina, oggi non più esistente. (Da Wikipedia, l'enciclopedia libera).