Omo Change - FAUSTO PODAVINI.

Libro autografato


Il libro, con un formato quadrato di circa 25x25 cm, è stampato su carta Arctic Volume Ivory 150 gr con copertina rigida e rilegato a mano. Questo tipo di rilegatura, molto dispendiosa e denominata Swiss Open, permette di sfogliare il libro aprendo le pagine senza il fastidioso effetto "onda", così da godere a pieno della qualità di stampa in maniera particolare sulle foto in doppia pagina. Il libro contiene circa 70 fotografie in 128 pagine circa, e la tiratura è stata di 750 copie in doppia lingua, italiano e inglese.


"Nel 2011 entrai per la prima volta in Etiopia del Nord per un lavoro sulla religione Tawaedho ed è lì, nella regione del Tigrai, che venni a conoscenza di quello che sarebbe stato il più grande investimento fatto in Etiopia, la costruzione dell’attuale più alta diga di tutta l’Africa, nel Sud del paese. Non so bene perché, di sicuro per un interesse verso temi di carattere ambientale, ma un campanello risuonò dentro di me e comincia così a documentarmi per scoprire, tra le altre cose, che la diga sarebbe stata costruita sul fiume Omo, ovvero il corso d’acqua più grande ed importante dell’Etiopia. Scorrendo verso sud, il fiume Omo attraversa l’omonima valle per terminare il suo percorso in Kenya e diventare lago Turkana. Nelle acque di un fiume, il destino di due paesi.

Ho iniziato così il mio progetto Omo Change. Un’idea folle; voler documentare il prima, il durante e il dopo di quello che sarebbero stati gli eventuali cambiamenti sociali ed ambientali collegati alla costruzione della Gibe III, il più grande progetto Etiope. Per 6 anni ho vissuto la Valle dell’Omo, ho conosciuto Karo, Hamar, Daasanach, Bodi. Ho stretto mani, ho ricevuto sorrisi, ho sentito il loro calore. Ho respirato le loro usanze e i loro riti tribali, ho mangiato con loro e dormito nei loro villaggi, cercando per quanto possibile di comprenderli. E mentre negli anni il mio lavoro procedeva così come avanzavano i lavori di costruzione della diga, ho sperato che nulla sarebbe cambiato per questi popoli, dovendomi però ricredere viaggio dopo viaggio. Ho assistito inerme se non con la mia macchina fotografica che le documentasse, a quelle conseguenze che troppo semplicemente si definiscono sviluppo.


Benché la costituzione etiope preveda la consultazione di questi popoli per ciò che riguarda eventuali piani di sviluppo, l’opera della costruzione della diga Gibe III si è abbattuta sulle loro vite, trasformandole e lasciandoli spettatori inconsapevoli del loro stesso cambiamento, modificando per sempre le loro culture e le loro abitudini, relegandoli ai margini di una società non più loro ma basata su nuove forme di colonizzazione: gli investimenti economici."