Belle teste di satiro e stemmi medicei collegati tra loro tramite festoni di fiori e frutta.
Con varie file di ocelli, tortiglioni e cordoni ornamentali.
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Altezza | 72 cm |
Peso | 22 Kg |
Base quadrata - lato x lato | 30 X 30 cm |
Diametro bocca esterno | 57 cm |
Manifattura | Recuperando srl |
Materiale | Terracotta Impruneta |
Nota 01 | Nostra esclusiva produzione |
Lo stemma dei Medici è l'arma con cui viene rappresentata l'antica
famiglia dei Medici di Firenze; presenta sei bisanti, o palle come
furono in seguito chiamati dai fiorentini, cinque smaltati di rosso e
uno, più grosso, armeggiato di Francia.
D'oro, a sei palle poste in
cinta, quella in capo, più grossa, di azzurro, caricata di tre
fiordalisi d'oro posti 2, 1, le altre di rosso.
In origine, l'arma
della famiglia de' Medici mostrava sei palle rosse in campo oro (anche
se, almeno fino a tutto il XV secolo, vennero realizzate varianti dello
scudo che presentavano fino a undici palle, variamente disposte).
Le
origini di tale stemma sono dubbie: secondo una leggenda piuttosto
tarda, attestata per la prima volta in un'opera manoscritta di carattere
encomiastico attribuita a Cosimo Baroncelli, familiare di Giovanni de'
Medici, le palle sarebbero le impronte della clava dal gigante Mugello
lasciate sullo scudo dorato del mitico progenitore del casato, Averardo,
giunto in Toscana al seguito di Carlo Magno.
Secondo altre ipotesi,
ritenute piuttosto improbabili, le palle medicee potrebbero essere
pillole medicinali e andrebbero riferite al nome della famiglia, o
arance amare che alluderebbero ai commerci dei Medici con l'Oriente.
L'opinione
più accreditata vuole che lo stemma, che nella forma più antica sarebbe
stato un campo d'oro seminato di bisanti vermigli (o, meglio, torte
vermiglie, essendo i bisanti per definizione smaltati d'oro o
d'argento), sia derivato, mediante inversione degli smalti, dall'insegna
dell'Arte del Cambio (di rosso, seminata di bisanti d'oro), alla quale i
Medici si erano iscritti dopo essersi stabiliti a Firenze dal Mugello.
Considerata
la frequenza con cui la figura della palla ricorre negli stemmi delle
famiglie toscane, non è da escludere che esse derivino dalle borchie che
fissavano, ad esempio, gli attacchi dell'imbracciatura dello scudo,
colorate così da farne degli elementi decorativi.
Re Luigi XI di
Francia, con un decreto emanato a Montluçon nel maggio del 1465,
concesse a Piero il Gottoso e ai suoi eredi e successori legittimi di
armeggiare di Francia (d'azzurro, caricata di tre fiordalisi d'oro posti
2, 1) la palla verso il capo: nello stemma miniato sul diploma di
concessione le palle erano poste 3, 2, 1 e quella armeggiata di Francia
era quella centrale della riga superiore; tuttavia, soprattutto a
partire dal XVI secolo (pontificati di Leone X e Clemente VII), si andò
affermando sempre di più la disposizione delle palle in cinta e quella
armeggiata di Francia si trovò ad occupare una posizione prominente.
Benché
il privilegio di Luigi XI riguardasse solo i discendenti di Piero di
Cosimo, anche i rami cadetti della famiglia (marchesi della Castellina,
principi di Ottajano e duchi di Sarno) adottarono lo stemma con la palla
armeggiata di Francia.