Si tratta di un peperone dal colore rosso intenso e dal sapore dolce, polpa sottile e basso contenuto d'acqua, qualità che lo rendono adatto all'essiccazione, nonché per la sua peculiarità di tenere il picciolo ben saldo al frutto anche ad essiccazione avvenuta.
La semina inizia in primavera e il raccolto viene effettuato nei primi di agosto. Viene, in seguito, disposto su teli di stoffa per qualche giorno in luoghi bui e asciutti. Successivamente, i peperoni vengono legati con uno spago creando delle collane note come serte (o nserte), dalle dimensioni che possono raggiungere anche 2 metri di lunghezza. Da tradizione, le serte vengono appese ai balconi e all’interno di serre o locali areati per garantire l'essicazione dei peperoni.
È fondamentale che il processo avvenga in ambienti caldi e a bassa umidità, prevenendo lo sviluppo di muffe e insetti.
CONSUMO:
L'uso più ricorrente è quello di privare il peperone del picciolo e dei semi, per essere "scottato" in olio per pochi secondi: l'escursione termica fa sì che l'ortaggio diventi "crusco", cioè croccante. Il peperone così cucinato può quindi essere usato come contorno o snack, e come ingrediente di altri piatti tipici della regione, tra cui la pasta con i peperoni cruschi, baccalà alla lucana, acquasale, pane cotto e strascinati con la menta. É, altresì, impiegato come aroma in polvere (źafaranë pësatë) per arricchire carni, legumi, prodotti da panetteria, cioccolato e gelato. Per i suoi molteplici usi, viene spesso definito come "oro rosso" della Basilicata".
Anche nella cucina calabrese viene consumato fritto o passato velocemente in forno e sminuzzato finemente per ottenere una spezia (vajanella pisata), impiegata come condimento di minestre, verdure e uova fritte.
I tempi di crescita e maturazione di alcune varietà e la brevità della stagione adatta in Italia consigliano una semina anticipata in ambiente protetto e il completamento delle prime fasi della crescita indoor sotto luci artificiali. La germinazione dei semi richiede acqua e calore.
È possibile seminare direttamente in terriccio o utilizzare diversi supporti per la germinazione (scottex, ovatta, lana di roccia) e interrare il seme dopo la comparsa della radichetta. La soluzione più semplice è utilizzare un singolo contenitore (p.es. un bicchierino da caffè forato sul fondo) per ogni seme.
È preferibile utilizzare un terriccio specifico per semina, di ottima qualità e a grana fine.
I semi devono essere interrati poco profondamente; la regola è "profondo quanto il diametro del seme", ma qualche mm in più non è un problema ... certo 2 cm sono sicuramente troppi!
Il terriccio va ben bagnato inizialmente e poi mantenuto costantemente umido, senza esagerare.
È una buona idea coprire i bicchierini con una pellicola trasparente o riporli in un ambiente chiuso, in modo da ridurre l'evaporazione e provocare un effetto condensa che mantiene umido il terriccio.
La temperatura ideale è tra 25° e 30°C, non di più. Un calo notturno della temperatura (18-20°C) può essere positivo.
Per fornire calore, ogni metodo è valido; si possono piazzare i bicchierini in un contenitore sopra o sotto un termosifone, sopra il frigo, sopra un router, in un piccolo bagno particolarmente caldo ...
L'importante è testare prima le temperature per essere sicuri che non ci siano picchi che potrebbero danneggiare i semi.
Se si devono far germinare molti semi, è senz'altro preferibile un approccio professionale.
La soluzione ottimale è un "letto caldo" che si può ottenere con uno strato di sabbia (sterilizzata), un cavo riscaldante (come quelli usati negli acquari), un termostato che ne controlla il funzionamento e un termometro min-max di controllo con sondino per verificare la temperatura direttamente nel terriccio.
Alla fine il seme è nel terriccio, in ambiente caldo e umido ... non resta che aspettare.
Non occorre aver fretta; anche se si sono registrati casi eccezionali di nascite entro le 24 ore, in genere le specie/varietà più veloci (C.annuum, C.baccatum) iniziano ad apparire dopo 3-4 giorni e il picco di nascite è dopo 9-10 giorni. Si sono tuttavia verificati casi (senza cause evidenti) di nascite molto rallentate, addirittura nessuna nascita per 8-10 giorni ...
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