Medaglione Calco c1900 Bartolommeo Unico Marco Guidizani Italia Condottiero

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259-tir101

Medaglione in gesso intorno al 1900 secondo una medaglia del XV secolo.
Tracce di manipolazione e attrito.

. BARTHOL • CAPVT • LEONIS • MA • CI • VE • SE •

busto corazzato a sx con berretto

Incisore/Artista: secondo una medaglia di Marco Guidizani.

Dimensione : circa 8 cm.
Peso : circa 50 gr.

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Bartolomeo Colleoni, nato presumibilmente a Solza, vicino a Bergamo, tra il 1395 e il 1400 e morto al castello di Malpaga1 (oggi nel comune di Cavernago) il 2 novembre 1475, è un condottiero italiano del XV secolo.
Nascita

Il piccolo borgo di Solza dove è nato Bartolomeo Colleoni si trova a meno di due chilometri dalla sponda occidentale dell'Adda, in provincia di Bergamo in Lombardia.

La sua data di nascita non è provata anche se una targa di bronzo rinvenuta nella sua tomba il 21 novembre 1969 indica, contemporaneamente alla data di morte, l'età di ottant'anni: possiamo quindi concludere che il suo anno di nascita è il 1395.

Tale indicazione è controversa dalla biografia scritta, tra il 1469 e il 1475, dal suo contemporaneo Antonio Cornazzano2 e che può dirsi ufficiale poiché la stesura gli fu affidata dallo stesso Colleoni.
Statua del Colleone di Le Verrochio, Campo SS. Giovanni e Paolo a Venezia.

Cornazzano menziona l'anno 1400 come data di nascita in contraddizione con la targa sopra citata. È possibile pensare che Colleoni volesse ringiovanire se stesso, ma se consideriamo che l'anno 1400 fu un anno giubilare, quindi particolarmente importante per il cristianesimo, al punto da restare iscritto nelle coscienze dei fedeli e che durante quest'anno il movimento devozionale dei Bianchi3 acquisì grande fama, non sorprende che il Colleoni ritenga erroneamente questa data per collocare la propria nascita in un anno percepito da tutti, quasi con fede millenaria, come l'inizio di un cambiamento rinnovatore.

Il 1400 è considerato un anno eccezionale, carico di valori simbolici, che ben si adatta alla biografia eroica di un grande condottiero. Non mancano però testimonianze contemporanee che collocano indirettamente la sua nascita prima del 1400, come quella di un informatore di Borso d'Este4 che, nel 1470, si fece beffe del suo carattere guerrafondaio e della sua virilità scrivendo: "Il capitano ha 84 anni e frequenta le ragazze»5.
Famiglia
Resti del castello Colleoni a Solza (Provincia di Bergamo).

Di ceppo longobardo, figlio di Paolo e Ricadonna Saiguini della famiglia Valvassori di Medolago, apparteneva alla nobiltà urbana, come indica il suo stemma del tipo delle armi parlanti, cioè quelle che rappresentano graficamente il nome. Troviamo tracce storiche della sua famiglia intorno alla seconda metà dell'XI secolo con un Gisalbertus Attonis, figlio di Attone, appartenente ad uno di coloro che componevano la gens nova (nuova razza) che cominciava ad imporsi nella società feudale in declino.

Furono giudici e notai, ancorati alla fede ghibellina6 per quasi tutto il Duecento, poi la loro appartenenza politica venne successivamente meno affermata, nel senso che furono sempre più attenti a sostenere un partito piuttosto che un altro secondo i propri interessi di parte. momento. Questo Gisalberto, che può essere considerato il capostipite della famiglia Colleoni, viene citato per la prima volta con l'appellativo che sarà veramente quello della famiglia: Colione. Sembra già ben integrato in una Bergamo che, come tutte le comunità dell'epoca, partecipò, tra l'XI e il XII secolo, a questo movimento socio-politico che vedeva il comune prevalere sul feudo, sulla nuova società e sulla borghesia. società feudale.
Bergamo
Porta San Giacomo a Bergamo vecchia

Fino alla prima metà del XII secolo Bergamo fu governata dai conti Ghisalbertini sotto un regime interamente feudale, ma la gens nova7 era agitata e nel 1168 il Comune scacciò il conte che fu così costretto ad andarsene, portando con sé questo mondo che era poi in via di scomparsa.

In questa nuova situazione emersero due famiglie, spesso imparentate tra loro ma anche nemiche a seconda delle circostanze: quella dei Suardi8 e quella dei Colleoni. Assunsero uffici pubblici e funzioni come dignitari ecclesiastici, ma la loro azione si svolse sempre nel territorio bergamasco. Fu solo con Bartolomeo che la famiglia Colleoni assunse importanza italiana e internazionale.

I Suardi e i Colleoni salirono rapidamente alla ribalta, condividendo il vantaggio delle fazioni avversarie e perfino opponendosi alla propria. Occasionali contingenze politiche spesso contrapponevano queste due famiglie l'una contro l'altra, alternando periodi di pace a periodi di conflitto, ma sempre aumentando ricchezza e potere.

Fu infine Bartolomeo Colleoni a riportare nell'ombra i Suardi e ad affermarsi, con la gloria e la ricchezza accumulate sui campi di battaglia, come condottiero prima di Venezia, poi di Milano e, infine, ancora di Venezia al cui servizio concluse la sua carriera. carriera.
Gisalberto

Gisalberto, che è considerato il capostipite della stirpe, svolgeva la sua attività nell'acquisto e rivendita o permuta di terreni, ma anche nella brachania, e questo lo rendeva tra


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Riepilogo
Inizio
Nascita

Famiglia

Il nome

Il condottiero

Venezia

Visconti

Gentile della Leonessa e Francesco Sforza

Ritorno a Venezia

    Il crepuscolo del condottiero
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Bartolomeo Colleoni

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Bartolomeo Colleoni
Bartolomeo Colleoni testa.jpg
BiografiaNascita   
Intorno al 1400

Solza
Morte   
2 novembre 1475 o 3 novembre 1475

Cavernago
Sepoltura   
Cappella Colleoni
Attività   
Condottiero
Famiglia   
Colleoni
Padre   
Paolo 'Puho' Colleoni, Signore di Solza e Chignolo (d)
Madre   
Riccardona dei Valvassori di Saiguigni (d)
Coniuge   
Tisbe Martinengo (r)
Bambini   
Cassandra Colleoni (d)
Orsina Colleoni (d)
Altre informazioniLavorato per   
Niccolò Piccinino (dal 1443)
Gattamelata (1431-1443)
Giacomo Attendolo
Braccio da Montone
Grado militare   
Generale
Stemma di Bartolomeo Colleoni (Angiò).svg
Stemma

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Bartolomeo Colleoni, nato presumibilmente a Solza, vicino a Bergamo, tra il 1395 e il 1400 e morto al castello di Malpaga1 (oggi nel comune di Cavernago) il 2 novembre 1475, è un condottiero italiano del XV secolo.
Nascita

Il piccolo borgo di Solza dove è nato Bartolomeo Colleoni si trova a meno di due chilometri dalla sponda occidentale dell'Adda, in provincia di Bergamo in Lombardia.

La sua data di nascita non è provata anche se una targa di bronzo rinvenuta nella sua tomba il 21 novembre 1969 indica, contemporaneamente alla data di morte, l'età di ottant'anni: possiamo quindi concludere che il suo anno di nascita è il 1395.

Tale indicazione è controversa dalla biografia scritta, tra il 1469 e il 1475, dal suo contemporaneo Antonio Cornazzano2 e che può dirsi ufficiale poiché la stesura gli fu affidata dallo stesso Colleoni.
Statua del Colleone di Le Verrochio, Campo SS. Giovanni e Paolo a Venezia.

Cornazzano menziona l'anno 1400 come data di nascita in contraddizione con la targa sopra citata. È possibile pensare che Colleoni volesse ringiovanire se stesso, ma se consideriamo che l'anno 1400 fu un anno giubilare, quindi particolarmente importante per il cristianesimo, al punto da restare iscritto nelle coscienze dei fedeli e che durante quest'anno il movimento devozionale dei Bianchi3 acquisì grande fama, non sorprende che il Colleoni ritenga erroneamente questa data per collocare la propria nascita in un anno percepito da tutti, quasi con fede millenaria, come l'inizio di un cambiamento rinnovatore.

Il 1400 è considerato un anno eccezionale, carico di valori simbolici, che ben si adatta alla biografia eroica di un grande condottiero. Non mancano però testimonianze contemporanee che collocano indirettamente la sua nascita prima del 1400, come quella di un informatore di Borso d'Este4 che, nel 1470, si fece beffe del suo carattere guerrafondaio e della sua virilità scrivendo: "Il capitano ha 84 anni e frequenta le ragazze»5.
Famiglia
Resti del castello Colleoni a Solza (Provincia di Bergamo).

Di ceppo longobardo, figlio di Paolo e Ricadonna Saiguini della famiglia Valvassori di Medolago, apparteneva alla nobiltà urbana, come indica il suo stemma del tipo delle armi parlanti, cioè quelle che rappresentano graficamente il nome. Troviamo tracce storiche della sua famiglia intorno alla seconda metà dell'XI secolo con un Gisalbertus Attonis, figlio di Attone, appartenente ad uno di coloro che componevano la gens nova (nuova razza) che cominciava ad imporsi nella società feudale in declino.

Furono giudici e notai, ancorati alla fede ghibellina6 per quasi tutto il Duecento, poi la loro appartenenza politica venne successivamente meno affermata, nel senso che furono sempre più attenti a sostenere un partito piuttosto che un altro secondo i propri interessi di parte. momento. Questo Gisalberto, che può essere considerato il capostipite della famiglia Colleoni, viene citato per la prima volta con l'appellativo che sarà veramente quello della famiglia: Colione. Sembra già ben integrato in una Bergamo che, come tutte le comunità dell'epoca, partecipò, tra l'XI e il XII secolo, a questo movimento socio-politico che vedeva il comune prevalere sul feudo, sulla nuova società e sulla borghesia. società feudale.
Bergamo
Porta San Giacomo a Bergamo vecchia

Fino alla prima metà del XII secolo Bergamo fu governata dai conti Ghisalbertini sotto un regime interamente feudale, ma la gens nova7 ag1437-1441
Scultura di Donatello, statua equestre del Gattamelata a Padova

Dopo questa breve parentesi, alla ripresa della guerra tra Venezia e Milano nel 1437, partecipò nuovamente, questa volta al comando di Jean-François Gonzague e sempre dalla parte della Serenissima.

Era ancora agli ordini di un superiore, continuando ad essere comandante in seconda, come il Gattamelata; il suo comando era ora di 300 lance ma la sua responsabilità era limitata: avrebbe potuto dire che era sottoccupato.
Nel 1438 difese efficacemente la sua città di Bergamo dall'attacco di Niccolò Piccinino, capitano generale di Filippo Maria Visconti, mentre il suo comandante Gonzaga si ritirava oltre l'Oglio lasciando campo libero ai Visconti. La ritirata dei Gonzaga non avvenne pacificamente ma assunse la forma di una disfatta come confermano tutte le fonti, sia milanesi che veneziane.

Il comportamento di Gonzague lasciò perplessi anche i suoi compagni, tra i quali cominciarono a insinuarsi i sospetti di tradimento. Lo stesso Gonzaga rifiutò il rinnovo della sua carica quando questa scadeva e passò ai Visconti.
Questa fu l'ennesima occasione mancata per Bartolomeo; Gattamelata fu infatti nominato governatore dell'esercito veneziano, governatore e non capitano generale, intendendo il Senato veneziano riservare tale carica a Francesco Sforza, vir strenuus atque impiger rei militari7 (uomo attivo e diligente negli affari di guerra).
Francesco Sforza

Si verificò, in questo periodo, un episodio bellico che fu a lungo ricordato come un'impresa mitica più per la sua originalità, la difficoltà della sua realizzazione e la fantasia con cui fu realizzato, che per l'audacia della sua esecuzione.

Brescia fu duramente assediata dal Piccinino e si trovò in gravi difficoltà con il rischio di doversi arrendere ai Visconti, non più in grado di sostenere né i propri abitanti né i soldati veneziani. Si giunse così alla decisione di lasciare un presidio a difesa della città e di ritirare l'esercito per riservarlo alla battaglia in aperta campagna.

Dopo un tentativo fallito, il 24 settembre Gattamelata riuscì a liberarsi con un'ardita uscita attraverso l'unica uscita lasciata vuota dagli assedianti, la montagna.
Fu davvero un'impresa molto difficile e ardita, di cui rimase un esempio

    “virtuosismo alpinistico della guerra del 1438/1442, il più bello e il più complesso forse durante le guerre dei condottieri. »19

Nel 1441 firmò con Venezia una condotta20 particolarmente vantaggiosa e benefica, con la quale ottenne, tra gli altri, i feudi di Romano, Covo e Antegnate. Era il periodo che vedeva scontrarsi i protagonisti Filippo Maria Visconti e Venezia, e il Colleoni si proponeva in uno scenario militare in cui Piccinino e Sforza giocavano un ruolo di primo piano.
Visconti
Filippo Maria Visconti

Con la pace di Cavriana, nel 1441, voluta da Visconti, i rapporti con Venezia entrarono in crisi e al termine della condotta, Colleoni passò al servizio di Visconti che gli offrì un castello a Milano, il comando di 1.500 lance e diede la sua moglie Tisbe il castello di Adorno oltre a numerosi gioielli. Il servizio di Visconti fu però tormentato dal tumultuoso rapporto con Piccinino, di cui era vice: fu accusato di collusione col nemico e rinchiuso per un anno nei Forni di Monza.

Fuggì dal carcere dopo la morte del Visconti, avvenuta il 13 agosto 1447, entrando al servizio della neonata Repubblica Ambrosiana, chiamata da Francesco Sforza, allora capitano generale di detta Repubblica.

In questo periodo, 1447/1449, Bartolomeo Colleoni compì un'azione militare di grande importanza durante l'assedio del castello di Bosco Marengo condotto dalle truppe francesi del duca d'Orléans.

Con un'azione fulminea e micidiale, distrusse, dopo averla aggirata, la cavalleria di Renaud du Dresnay. Vi furono 1.500 morti e un gran numero di prigionieri francesi, tra cui il detto Renaud, prigionieri che furono restituiti in cambio di 14.000 corone. Ripeté questa azione nell'aprile del 1449, prima a Romagnano Sesia poi a Borgomanero21, contro le truppe del Duca di Savoia, ottenendo così, in breve tempo, tre vittorie complete che portarono alla tregua tra il Ducato di Milano e il Ducato di Savoia.

Le battaglie di Bosco Marengo, Romagnano e Borgomanero gli procurarono grande fama internazionale: faceva ormai parte dell'Olimpo dei più grandi condottieri, al punto che Carlo il Temerario di Borgogna cercò di assicurarsi i suoi servigi.
Gentile della Leonessa e Francesco Sforza

Il 15 giugno 1448 entrò nuovamente al servizio di Venezia, firmando una condotta per 500 lance e 400 fanti.

Durante questo periodo si coprì di gloria, accumulando allo stesso tempo enormi ricchezze, ma a causa degli intrighi del condottiero GenDreams a Twilight
Stemma di Renato d'Angiò nel 1453
Stemma: argento con tre paia di testicoli rossi, dell'antico capo di Francia con etichetta rossa

Questi anni durante i quali Bartolomeo avanzava verso la fine della sua avventura umana furono caratterizzati da un crescente odio verso Galea Maria Sforza con il quale arrivò quasi alla sfida personale.

Accarezzava la speranza di comandare una crociata che però fallì per l'opposizione di Firenze, così come quella di comandare una spedizione angioina contro gli Aragonesi di Napoli.

Fu in questa seconda occasione che Renato d'Angiò nel 1467 gli concesse il diritto di aggiungere al suo cognome Anjou, o Andécavie (Andegavia), aggiungendo così al suo stemma il giglio angioino d'oro in campo azzurro con, sotto , i soliti testicoli colleoniani. Anche questa opportunità fallì, l'avventura di Carlo il Temerario terminò all'inizio del 1474 prima ancora di iniziare.

Il Colleoni avrebbe utilizzato raramente lo stemma con il fascio littorio borgognone.
Il crepuscolo del condottiero

La vita di Colleoni sta giungendo al tramonto, è ormai vecchio e malato, già duramente colpito negli affetti dalla morte della moglie Tisbe e della figlia prediletta Medea.

Il 15 maggio 1475 restituì alla Serenissima il suo stato maggiore di comando e iniziò la smobilitazione delle sue truppe.
Furono giudici e notai, ancorati alla fede ghibellina6 per quasi tutto il Duecento, poi la loro appartenenza politica venne successivamente meno affermata, nel senso che furono sempre più attenti a sostenere un partito piuttosto che un altro secondo i propri interessi di parte. momento. Questo Gisalberto, che può essere considerato il capostipite della famiglia Colleoni, viene citato per la prima volta con l'appellativo che sarà veramente quello della famiglia: Colione. Sembra già ben integrato in una Bergamo che, come tutte le comunità dell'epoca, partecipò, tra l'XI e il XII secolo, a questo movimento socio-politico che vedeva il comune prevalere sul feudo, sulla nuova società e sulla borghesia. società feudale. Furono giudici e notai, ancorati alla fede ghibellina6 per quasi tutto il Du