MIMMO PALADINO
Paduli (Benevento), 1948

SENZA TITOLO, 1988

 

Olio su cartone, cm. 103,5 x 72,5, firmato e datato al retro.
Autentica su fotocolor del maestro
Autentica di Emilio Mazzoli su foto
Autentica e provenienza Finarte-Semenzato su foto 

 

Pubblicazioni: Mimmo Paladino al Museo Materiali Minimi di Paestum, a cura di Raffaele D'Andria e Gillo Dorfles, Edizioni MMMAC.(Volume non disponibile, si allega fotocopia)

 

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Domenico Paladino, meglio noto come Mimmo (Paduli, 18 dicembre 1948), è un pittore, scultore e incisore italiano. È tra i principali esponenti della Transavanguardia, movimento fondato da Achille Bonito Oliva nel 1980 che individua un ritorno alla pittura, dopo le varie correnti concettuali sviluppatesi negli anni settanta. Le sue opere sono collocate in permanenza in alcuni dei principali musei internazionali tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York, la Tate Britain di Londra. il MART di Rovereto e la Peggy Guggenheim Collection di Venezia.

Nel 1977 partecipa all’esposizione "Internazionale Triennale für Zeichnung", a Breslavia, dove si avvertono i primi segnali del cambiamento artistico degli anni successivi. È di questo anno infatti la realizzazione del dipinto "Silenzioso, mi ritiro a dipingere un quadro", che oggi i critici considerano il quadro simbolo del ritorno degli artisti alla pittura dopo la lunga stagione delle proposte concettuali dei decenni precedenti

Affascinato dal disegno, l’artista riesce a dare ampio spazio a questo suo interesse realizzando un grande murale a pastelli, sempre nel 1977, per la Galleria Lucio Amelio di Napoli, spazio questo che si rivelerà fondamentale nel contesto artistico contemporaneo italiano. La tecnica delle realizzazioni su muro viene utilizzata spesso in questi anni e, nel 1978, in occasione delle personali presso la Galerie Paul Maenz di Colonia e la Galleria Toselli di Milano, dove realizza Il Brasile si sa è un pianeta dipinto sul muro di Franco Toselli. Iniziano ad emergere i segni geometrici, maschere e rami, su fondo monocromo, elementi costanti del suo lavoro, e si avverte la riscoperta della figurazione pittorica.

Nel 1978 compie il suo primo viaggio a New York, città che lo vedrà negli anni a venire protagonista di diverse occasioni espositive.

Dal 1979 prosegue il sodalizio con Bonito Oliva e con gli artisti della Transavanguardia con i quali partecipa alle collettive "Le stanze", presso il Castello dei Colonna di Genazzano, "Opere fatte ad arte", nel palazzo della Città di Acireale, connubio che trova realizzazione l’anno seguente con "Aperto ’80", all’interno della Biennale di Venezia, dove viene ufficialmente presentata la Transavanguardia. Paladino espone le opere I giardini dei sentieri che si biforcano, Lampeggiante e una porta. La mostra personale itinerante che tocca le città di Basilea, Essen, Amsterdam, segna l’inizio di un successo internazionale che si concretizza nella personale al Badischer Kunstverein di Karlsruhe nel 1980, presentata da Bonito Oliva, Faust e Franzke, dove l’artista espone tele dalle grandi dimensioni, ricche di figure allegoriche, dove la sua iconografia poetica prende forma: la pittura ad olio è invasa di maschere inespressive, animali, teschi, ricchi di evocazioni rituali primitive. Questo è anche l’anno della prima mostra a New York, dove espone contemporaneamente alle gallerie Marian Goodman e Annina Nosei.

La passione per il disegno (che lo porterà negli anni a collezionare carte di diversi artisti, da Balla a Picasso, a Licini) sfocia dal 1980 in un’altra grande passione: l’incisione, misurandosi con le varie forme dell’acquaforte, dell’acquatinta, della xilografia e della linoleografia (l’incontro nel 1984 con Giorgio Upiglio gli consentirà di ottenere risultati straordinari anche in questo campo artistico, ampliati anche dalla collaborazione con Alberto Serighelli, con il quale produrrà fogli di grande formato).

Nel 1980 realizza il suo primo libro-oggetto dal titolo EN DE RE con la Galleria Mazzoli di Modena, anche quest’ultima punto di riferimento della sua carriera espositiva. Sempre in quest’anno vanno segnalate le partecipazioni alle mostre "Italiana: nuova immagine", curata da Bonito Oliva, alla Loggetta Lombardesca di Ravenna, ed "Egonavigatio", al Mannheimer Kunstverein di Mannheim.

Il 1981 è un anno molto prolifico dal punto di vista espositivo. Sue personali sono ospitate presso il Kunstmuseum di Basilea e alla Kestner Gesellschaft di Hannover, presentato da Amman, Wildermuth e Koepplin, dal Mannheimer Kunstverein di Mannheim, dal Groninger Museum di Groningen, dalla Galleria d’Arte Moderna di Bologna. E’ dello stesso anno un’importante partecipazione all’esposizione "A New Spirit in Painting", presso la Royal Academy di Londra, mostra che riflette, a livello internazionale, sull’entità dei nuovi linguaggi pittorici. Partecipa, assieme ad altri artisti, al progetto, coordinato da Alessandro Mendini e Studio Alchimia, dal titolo "Il mobile infinito", per il Politecnico di Milano.

Il 1982 è l’anno delle partecipazioni e dei riconoscimenti internazionali. Partecipa alla Biennale di Sidney, allo Zeitgeist di Berlino (dove espone la sua prima scultura in bronzo policromo Giardino Chiuso, che diventerà evento espositivo da Mazzoli, l’anno seguente), a Documenta 7 di Kassel e realizza le personali presso il Louisiana Museum of Modern Art di Humlebaek, il Museumsverein di Wuppertal, la Städtische Galerie di Erlangen, presentato da A. Polhen; e poi nelle gallerie private di Anversa, Monaco, Napoli, Parigi, Roma, Zurigo. Inizia nel 1982 ad esporre per la Galleria Waddington di Londra, prestigioso spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea internazionale, rapporto consolidato negli anni, tuttora esistente.

Sempre al 1982 risalgono i viaggi in Sud America, in Brasile per l’esattezza, dove ha occasione di studiare e di conoscere la cultura locale, le etnie e le civiltà intrise di animismo primitivo che lo porteranno a riflessioni e ad emozioni uniche che inevitabilmente convoglieranno nei simboli, negli oggetti, e nei colori dei lavori di quegli anni (come quello presentato per la Collezione Gori alla Fattoria di Celle a Santomato di Pistoia). Paladino infatti afferma che “l’arte non è cosa di superficie, non è cosa sociologica, non è tempesta poetica. L’arte è un lento procedere intorno al linguaggio dei segni”.

L’inizio degli anni ’80 è costellato di numerosi viaggi, soprattutto negli Stati Uniti dove nel 1983 allestisce la sua prima personale presso la Galleria Sperone Westwater di New York e dove tiene a Los Angeles presso il New Port Harbour Art Museum un’importante personale. Sempre nel 1983 presenta Giardino Chiuso a Modena, alla Galleria Mazzoli, nella mostra omonima, presentata da Bonito Oliva. Oltre a personali nelle gallerie di Stoccolma, Monaco, New York, Roma, Toronto, partecipa a importanti collettive, come quella dedicata alla Transavanguardia alla Sala de Exposiciones de la Caja de Pensiones di Madrid e, alla Tate Gallery di Londra, alla rassegna "New Art at the Tate Gallery 1983", a cura di Compton. Questo è anche l’anno della realizzazione, assieme all’architetto Roberto Serino, del complesso abitativo di Paduli, dove realizza la sua abitazione e i suoi studi, progetto di grande impatto ambientale, con segni della sua arte sparsi in tutto il vasto territorio collinare a fare da collante alle varie quinte architettoniche. Il lavoro di Paladino vede l’inserimento costante di un dialogo intenso e privilegiato tra pittura monocromatica e scultura pseudo figurativa, che vede il suo apice nelle installazioni dalle grandi dimensioni, dove sulle tele vengono inseriti oggetti che lo porteranno a realizzazioni in tre dimensioni.

Nel 1984 allestisce a Lione, presso il Musée Saint Pierre Art Contemporain, una mostra personale, presentata da Raspail, Jopolo, Zdenek. Espone nelle collettive: "Det Italienska Transavangardet" presso la Lunds Konsthall di Stoccolma, "An Internationali Survey of Recent Painting and Sculpture" al Museum of Modern Art di New York, "Content: a Contemporary Focus, 1974/1984" all’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington, "Contemporary Italian Masters" al Chicago Public Library Cultural Center di Chicago, "Skulptur im 20. Jahrhundert" al Kunstmuseum di Basilea, "The Human Condition: The SFMOMA Biennal III", a San Francisco. Espone anche da Waddington a Londra, presentato da Rosenthal, e a Monaco alla Galerie Thomas, presentato da Faust e Franzke. In questi anni le sue opere vengono acquistate ed esposte dalla Galerie Beyeler di Basilea.

Nel 1985 partecipa a diverse collettive tra cui è utile ricordare "A New Romanticism" all’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington, la Biennale di San Paolo, "Bilder für Frankfurt" al Museum für Moderne Kunst di Francoforte, "Anniottanta" ad Imola, la XIII Biennale alla Grande Halle de la Villette di Parigi. Di quest’anno sono anche le personali di Oslo presso il Kunstnernes Hus, di Monaco presso la Städtische Galerie im Lenbachhaus, presentata da Friedel, Kuspit e Lehnerer. Segue anche la significativa personale presso la Galleria Sperone Westwater di New York, presentata da Corà. Dal 1985 è costante e serrato il profondo dialogo tra pittura e scultura: ai cromatismi essenziali, primari, si aggiungono elementi figurativi. Il lavoro di Paladino è ufficialmente riconosciuto dalla critica. Numerosi sono i momenti espositivi a cui è invitato e che lo vedono protagonista dalla metà degli anni Ottanta.

Del 1986 sono da ricordare le collettive, "Mater Dolcissima" presso la Chiesa dei Cavalieri di Malta a Siracusa, "Beuys zu Ehren" presso la Städtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco, la mostra itinerante statunitense "New Art of Italy", a Omaha, Miami, Cincinnati, a cura di Day. E poi le personali di Richmond, "Recent Painting and Sculture 1982 - 86" al Virginia Museum of Fine Arts, presentato da Crutchfield e Risatti; di Londra, da Waddington, e a New York, da Sperone Westwater. Viene pubblicato "Canzone per Vincent Van Gogh", una poesia di Ceronetti illustrata da Paladino (Milano, Edizioni Giorgio Upiglio edizioni).

Nel 1987, grazie alla collaborazione con la Galleria Thaddaeus Ropac di Salisburgo, tiene diverse personali a Graz, a Krems e a Salisburgo. Altre personali sono quelle di Seattle, presso la Galleria Greg Kucera, e, per la prima volta, a Tokyo, presso la Galleria Fuji. È di questo anno la realizzazione di un progetto per la chiesa di Gibellina, assieme all'architetto Roberto Serino, nel contesto di una ricostruzione complessiva della città coordinata da Arnaldo Pomodoro, dopo il devastante terremoto del 1968. Per Paladino l’architettura “può essere considerata una pittura vedente, perché ha la capacità di sintetizzare le caratteristiche spaziali dei luoghi, le necessità di chi le abiterà, le condizioni della luce e tante altre cose: ha la capacità, in sostanza, di vedere oltre ciò che il semplice disegno o progetto potrebbe far immaginare”. Il sodalizio con l'architetto Serino continua anche in occasione dell'invito che il Comune di Benevento rivolge a Paladino per la realizzazione di un'opera scultorea per la città, progetto a cui i due lavoreranno congiuntamente per diversi anni e che verrà inaugurato solo nel 1992.

I lavori della fine degli anni '80 presentano composizioni rigorose e semplificate, come si avverte nelle opere presentate in occasione delle collettive, nel 1988, "Europa Oggi", al Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, e "Materialmente", alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna. Nel 1988 Paladino è invitato alla XLIII Biennale di Venezia, dove espone nei giardini e all’ingresso del Padiglione Italia, con la grande installazione, la porta di bronzo di sette metri (già presentata nella mostra di Basilea dal titolo "Sculture nel parco") e i primi Testimoni in pietra. Partecipa alla mostra "L'autoritratto non ritratto", per Arte Fiera '88, poi alla Pinacoteca di Ravenna; con L'albero della vita, opera che entrerà a far parte delle collezioni permanenti del Museo d'Arte della città di Ravenna.

Nel 1989 partecipa alla serie di piccole mostre personali, organizzate dalla Galleria d'Arte Moderna di Bologna e curate da Castagnoli, dove presenta diversi lavori tra cui Re uccisi al cadere della forza, appartenente alla Collezione Amelio, ora alla Reggia di Caserta, e Amici notturni, appartenente, oggi, alla collezione del Kunstmuseum di Berna. Realizza tredici illustrazioni che accompagnano versi poetici di Lévy-Strauss (Bielefeld, Edition Jesse).

Nel 1990 Paladino espone il ciclo EN DO RE, opere Senza titolo, costante questa che caratterizzerà molte opere di questi anni. L'artista afferma, infatti: "Io non ho mai dato titoli che suggeriscono un significato particolare, che potrebbero obbligare a leggere l'opera in termini strettamente simbolici e letterari. Il titolo di un'opera rappresenta sempre per me il lato spiazzante per l'interpretazione dell'opera". Una sua personale si tiene a Villa delle Rose, Bologna (1990).

Sue personali al Belvedere di Praga – con il titolo di Bilà Hora – (1991), al Museu de Arte di San Paolo (1992), al Forte Belvedere di Firenze (1993), al Museo de Arte Contemporaneo di Monterrey (1994).

Nel 1994 la sua prima mostra antologica dell’opera grafica, con la pubblicazione del catalogo completo del suo lavoro, è stata allestita, a cura di Enzo Di Martino, al Palacio Revillagigedo di Gijon (Spagna). È il primo artista contemporaneo italiano a tenere una mostra in Cina, alla Galleria Nazionale delle Belle Arti di Pecchino (1994).

Negli anni 90 comincia a realizzare importanti installazioni e interventi sugli spazi urbani come la installazione permanente Hortus Conclusus nel chiostro di San Domenico a Benevento (1992).

Nel 1995 Napoli gli dedica una mostra alle Scuderie di Palazzo Reale, a villa Pignatelli Cortes e in Piazza Plebiscito dove installa la Montagna di Sale.

Dopo un’installazione di Dormienti ideata nel 1998 per la Fonte delle Fate di Poggibonsi, nel 1999, presenta l’installazione I Dormienti nel sotterraneo della Roundhouse di Londra. L’opera si avvale di una musica scritta appositamente per l’occasione da Brian Eno. Lo stesso anno la Royal Accademy di Londra lo insignisce del titolo di Membro Onorario.

Nel 1999 una grande mostra alla South London Gallery include Testimoni, un nuovo gruppo completo di 20 sculture in pietra bianca di Vicenza e Zenith, una serie di lavori in tecnica mista su alluminio.

In questi anni Paladino ha realizzato le scenografie di Veglia (1992) a Benevento, con la regia di Mario Martone, La sposa di Messina di Schiller (1994) a Gibellina con la regia di Elio De Capitani e ancora Edipo Re (2000) al Teatro Argentina di Roma, nuovamente con la regia di Mario Martone.

Nel 2001 viene pubblicato il catalogo generale della sua opera grafica (Opera Grafica 1974-2001), a cura di Enzo Di Martino, per Art of this Century – New York – Parigi. Illustra l’Iliade e l’Odissea di Omero, pubblicato in due volumi dalla casa editrice Le Lettere di Firenze. Lo stesso anno realizza un’installazione per la stazione della metropolitana Salvator Rosa a Napoli.

Nel 2002 il Centro d’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato gli dedica la più completa mostra retrospettiva organizzata da un museo italiano, a cura di Bruno Corà.

Nel 2003 rappresenta insieme a Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, e Nicola De Maria Transavanguardia 1979-1985 al Museo d'arte contemporanea del castello di Rivoli, a cura di Ida Gianelli.

Mostre personali si tengono nella Reggia di Caserta e Galleria Scognamiglio di Napoli e Valentina Bonomo di Roma (2004). Una sua mostra itinerante su Pinocchio viene esposta nei musei d’arte moderna di otto città giapponesi e nella settecentesca Scola dei Battioro a Venezia (Volume e catalogo Papiro Arte Edizioni) e successivamente al Museo civico di Udine, nel museo di Palazzo Pio a Carpi e a Rotterdam (2004-2006). Nel 2004 realizza le porte per la Chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo progettata da Renzo Piano. Lo stesso anno effettua la scenografia di Edipo a Colono e vince il premio UBU per la migliore scenografia teatrale.

Nel 2005 espone al Museo Rupertinum di Salisburgo e la Loggetta Lombardesca di Ravenna dedica una grande mostra ai suoi lavori teatrali titolata “Paladino in Scena”, a cura di Claudio Spadoni. Nel giugno dello stesso anno, in occasione della Biennale, presenta, a cura di Enzo Di Martino, una mostra di grandi sculture alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro a Venezia. Alla fine del 2005 allestisce nel Museo Capodimonte di Napoli la grande mostra dedicata al Don Chisciotte di Cervantes con dipinti, sculture, disegni ed un film.

È un progetto che continua nel 2006 con l’illustrazione di una nuova edizione del Don Chisciotte e la realizzazione di un libro d’artista, con poesie di Giuseppe Conte, anch’esso ispirato al mitico “cavaliere errante” (Editalia). Il film, su invito del direttore Marco Müller, è stato presentato con grande successo al Festival del Cinema di Venezia del 2006. Lo stesso anno realizza le porte per la Chiesa di San Giovanni Battista a Lecce (progetto di Franco Purini), porta a termine l’intervento nella Piazza dei Conti Guidi a Vinci ed espone nelle gallerie Cardi e Christian Stein di Milano e nella Waddington Galleries di Londra.

Nel 2007 realizza due scenografie per lo spettacolo OEdipus Rex e Cavalleria Rusticana per il Teatro Regio di Torino. Sono dello stesso anno la mostra allestita all’interno del Museo Madre al Palazzo Donnaregina di Napoli, sede del Museo di Arte Contemporanea e l’esposizione Sculptures alla Galerie Thaddaeus Ropac, Parigi, una personale alla Galleria Civica di Modena ed una alla Galleria Pelaires del Centre Cultural Contemporani di Palma de Mallorca e l’installazione permanente per il serbatoio idrico di Monte Pizzuto, Solopaca vicino Benevento.

Del 2008 è la realizzazione di una Mostra all’Ara Pacis di Roma con musiche di Brian Eno ed alla Villa Pisani, Stra. Una mostra antologica itinerante di opere grafiche a cura di Enzo Di Martino è stata presentata a Buenos Aires, Brasilia, Rio de Janeiro e Lima. Sempre del 2008 è una mostra all’interno della Chiesa di Donnaregina, Napoli con l’intervento anche dell’architetto Massimiliano Fuksas e l’installazione di una porta in terracotta e ferro sull’isola di Lampedusa. Dal giugno al novembre 2008 si è svolta presso Villa Pisani a Strà (Venezia) una mostra che prevede anche alcune opere inedite create dall'artista appositamente per questo spazio. Il 28 giugno 2008, nell'ambito dell'iniziativa "Porta di Lampedusa - Porta d'Europa" promossa da Arnoldo Mosca Mondadori, Amani e Alternativa Giovani, è stato inaugurato sull'isola di Lampedusa un monumento realizzato dall'artista dedicato alla memoria dei migranti deceduti in mare.

Nel 2009 un gruppo di sue sculture viene esposto,"en plein air", a Orta San Giulio, sul Lago d'Orta, in una mostra curata da Flavio Arensi; fra le varie opere un cavallo che galleggia davanti alla riva di villa Bossi, sede municipale. Il libro (Allemandi & C., testi di Flavio Arensi e Goffedo Fofi) collegato alla mostra riporta 48 foto originali e inedite di Gianni Berengo Gardin: il famoso fotografo ha realizzato una serie di ritratti a Paladino e alle sue opere collocate a Orta san Giulio. Una delle sculure "Caduto a ragione" viene collocata sull'isola di San Giulio con l'ausilio di un elicottero. Nello stesso anno, a cura di Enzo di Martino, è pubblicato il Catalogo ragionato dell'opera scultorea (1980-2008).

Nel 2010 Mimmo Paladino ha firmato la scenografia di “work in progress”, tour che ha visto riunirsi dopo 30 anni la coppia Lucio Dalla e Francesco De Gregori. Il 10 aprile dello stesso anno è installato un grande cavallo blu di oltre quatro metri all'Anfiteatro del Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera (BS), la casa-museo di Gabriele d'Annunzio.

A fine gennaio 2011 realizza la nuova sala permanente del Museo Nazionale Archeologico di Villa Frigerj a Chieti dedicata al Guerriero di Capestrano e inaugura la mostra di sculture incentrata sul “nuovo Guerriero”, allestita presso il Centro espositivo della Fondazione Carichieti a Palazzo De Mayo.