Il nome deriva da Antonio Crasà, Totò per gli amici, componente dello staff del marchio, che ha avuto la prima idea e ha realizzato il primo prototipo di legno da cui è partita tutta la fase di progettazione e di realizzazione del modello.
Con la realizzazione di questo artificiale, proprio per la sua singolarità estetica, ma soprattutto per quanto di tecnico rappresenta, si alza di molto l’asticella della progettazione delle hard bait di ultima generazione. In questo caso lo studio di progettazione esce dallo schema naturalistico d’imitazioni di colori o forme simili al reale, per andare alla ricerca di nuovi profili e superfici che siano funzionali al movimento che si voglia l’artificiale abbia in acqua.
In cosa consiste dunque tutta questa innovazione? Nell’utilizzo di una forma semplice ma che ha comportato più di due anni di studi e di test per collocarla correttamente e far sì che durante il nuoto crei forze complesse che causino azioni sorprendenti: un buco.
Un semplice buco che comporta però un’importante innovazione nel mondo delle esche artificiali. Un buco che genera ovviamente delle vibrazioni diverse dal normale e che, per questo motivo, sono percepite dai pesci in maniera più efficace e che causa dei comportamenti in acqua molto interessanti difficilmente confrontabili con alcun altro popper in commercio.
Un vero tecnico, un progettista, può immaginare immediatamente quale importanza e quali forze si generano con la presenza stessa dell’anomalia di un foro nella parte posteriore del modello. Queste forze sono create dalla forma particolare e asimmetrica delle superfici che creano il foro e che interrompono i filetti di acqua che normalmente aderiscono ai fianchi e al corpo dell’artificiale durante il recupero.
Le due svasature laterali asimmetriche servono, infatti, a convogliare una quantità maggiore di aria e acqua nella zona in questione e, in collaborazione con le superfici curve di battuta, creano un attrito nella parte posteriore dell’artificiale e interagiscono continuamente nel nuoto del modello. Potremmo semplificare l’azione come un freno che tra le altre cose genera un caratteristico "brivido" a intervalli regolari durante l’azione di recupero che è veramente molto interessante.
Oltre a questo, l'esca una volta entrata in acqua accumula, proprio all'interno del foro, una bolla d'aria che alleggerisce la parte posteriore favorendone lo scodinzolamento iniziale.
Jerkando successivamente con energia, l’artificiale crea un tubo di bollicine, che si disperde nell’acqua, decisamente superiore a quello formato dai popper normali, sia per la presenza del surplus di aria trattenuto dal foro sia e soprattutto per la forte turbolenza che si crea all’interno del complesso sistema della "camera del foro".
Altra caratteristica causata dal freno posteriore, esaminato in precedenza, è l’arresto immediato dell’artificiale quando il pescatore interrompe il recupero. L’esca si ferma come durante la pausa di un video! Un’assenza totale di abbrivio.
In generale l’artificiale si può descrivere come un popper "nuotatore che durante l’azione di recupero entra ed esce dall’acqua automaticamente senza che sia necessaria nessun’azione particolare con la canna da parte del pescatore. Recuperato linearmente, o alternato a brevi o lunghe jerkate, crea un tubo subacqueo di bollicine veramente impressionante intervallato da un caratteristico "brivido" dell’esca che entra autonomamente in vibrazione a intervalli regolari. Il Toto è perfetto anche se utilizzato a strappi da fermo per rompere la superficie e creare grandi schizzi sull’acqua. Lancio? Lontanissimo.
Tipo: silent popper, long casting
Lunghezza: 131 mm (5")
Peso: 36 g (1 1/4 oz)
Ancorette: ancorette super sharp resistenti alla corrosione marina 3X, n°2 #2
Con la realizzazione di questo artificiale, proprio per la sua singolarità estetica, ma soprattutto per quanto di tecnico rappresenta, si alza di molto l’asticella della progettazione delle hard bait di ultima generazione. In questo caso lo studio di progettazione esce dallo schema naturalistico d’imitazioni di colori o forme simili al reale, per andare alla ricerca di nuovi profili e superfici che siano funzionali al movimento che si voglia l’artificiale abbia in acqua.
In cosa consiste dunque tutta questa innovazione? Nell’utilizzo di una forma semplice ma che ha comportato più di due anni di studi e di test per collocarla correttamente e far sì che durante il nuoto crei forze complesse che causino azioni sorprendenti: un buco.
Un semplice buco che comporta però un’importante innovazione nel mondo delle esche artificiali. Un buco che genera ovviamente delle vibrazioni diverse dal normale e che, per questo motivo, sono percepite dai pesci in maniera più efficace e che causa dei comportamenti in acqua molto interessanti difficilmente confrontabili con alcun altro popper in commercio.
Un vero tecnico, un progettista, può immaginare immediatamente quale importanza e quali forze si generano con la presenza stessa dell’anomalia di un foro nella parte posteriore del modello. Queste forze sono create dalla forma particolare e asimmetrica delle superfici che creano il foro e che interrompono i filetti di acqua che normalmente aderiscono ai fianchi e al corpo dell’artificiale durante il recupero.
Le due svasature laterali asimmetriche servono, infatti, a convogliare una quantità maggiore di aria e acqua nella zona in questione e, in collaborazione con le superfici curve di battuta, creano un attrito nella parte posteriore dell’artificiale e interagiscono continuamente nel nuoto del modello. Potremmo semplificare l’azione come un freno che tra le altre cose genera un caratteristico "brivido" a intervalli regolari durante l’azione di recupero che è veramente molto interessante.
Oltre a questo, l'esca una volta entrata in acqua accumula, proprio all'interno del foro, una bolla d'aria che alleggerisce la parte posteriore favorendone lo scodinzolamento iniziale.
Jerkando successivamente con energia, l’artificiale crea un tubo di bollicine, che si disperde nell’acqua, decisamente superiore a quello formato dai popper normali, sia per la presenza del surplus di aria trattenuto dal foro sia e soprattutto per la forte turbolenza che si crea all’interno del complesso sistema della "camera del foro".
Altra caratteristica causata dal freno posteriore, esaminato in precedenza, è l’arresto immediato dell’artificiale quando il pescatore interrompe il recupero. L’esca si ferma come durante la pausa di un video! Un’assenza totale di abbrivio.
In generale l’artificiale si può descrivere come un popper "nuotatore che durante l’azione di recupero entra ed esce dall’acqua automaticamente senza che sia necessaria nessun’azione particolare con la canna da parte del pescatore. Recuperato linearmente, o alternato a brevi o lunghe jerkate, crea un tubo subacqueo di bollicine veramente impressionante intervallato da un caratteristico "brivido" dell’esca che entra autonomamente in vibrazione a intervalli regolari. Il Toto è perfetto anche se utilizzato a strappi da fermo per rompere la superficie e creare grandi schizzi sull’acqua. Lancio? Lontanissimo.
Tipo: silent popper, long casting
Lunghezza: 131 mm (5")
Peso: 36 g (1 1/4 oz)
Ancorette: ancorette super sharp resistenti alla corrosione marina 3X, n°2 #2