Autore: Lorenzo Valla (Roma, 1407 - Roma, 1° agosto 1457) è stato un umanista, filologo, scrittore, filosofo e accademico italiano.
Lorenzo Valla è un personaggio di eccezionale importanza non solo per la
cultura italiana, ma soprattutto quale rappresentante del più puro umanesimo europeo. Con le sue spietate critiche alla Chiesa cattolica dell'epoca fu un precursore di Lutero, ma fu anche il promotore di molte revisioni di testi cattolici.
La sua opera si basa su una profonda padronanza della lingua latina e
sulla convinzione che fosse stata proprio un'insufficiente conoscenza
del latino la vera causa del linguaggio ambiguo di molti filosofi.
Valla era convinto che lo studio accurato e l'uso corretto della lingua
fosse l'unico mezzo di acculturazione feconda e comunicazione
efficace: la grammatica
e un appropriato modo di esprimersi erano a suo modo di pensare alla
base di ogni enunciato e, prima ancora, della stessa formulazione
intellettuale. Da questo punto di vista i suoi scritti sono
tematicamente coerenti, in quanto ciascuno di essi si sofferma
innanzitutto sulla lingua, sul suo impiego rigoroso e
sull'individuazione delle applicazioni erronee della grammatica latina.
Titolo: Laurentii Vallae Elegantiarum Latinae linguae libri sex. Eiusdem De reciprocatione sui, & suus, libellus. Ad ueterum denuò codicum fidem ab Ioanne Raenerio emendata omnia Luogo e Data di Pubblicazione: Lugduni, 1548 Editore: Apud Seb. Gryphium Dimensioni: cm. 17 X 11,7 circa Pagine: 521, (39); 8° Descrizione: Legatura piena pergamena coeva scurita dal tempo, sono
presenti macchie, modestissime mancanze e segni di usura; all'interno
del piatto posteriore della copertina sono presenti segni di tarlo.
Dorso con titolo e autore calligrafato. Il piatto superiore riporta il
nome abbreviato dell'autore. Nel frontespizio marca tipografica che rappresenta
Grifone che solleva una sfera alata incatenata ad un peso, con motto
“Virtute duce, comite fortuna”; sono presenti scritte e
cancellature calligrafe di antica mano. Altra incisione si trova
nell'ultima pagina prima del foglio di sguardia sempre rappresentante
un Grifone passante, appoggiato su tre zampe, con la sinistra
anteriore sollevata; al di sotto dell'incisione un motto calligrafo
di antica mano “infelix nec habeo quem porigat ore”. Pagine a
volte leggermente ingiallite con fioriture sparse, piccole macchie e
lievi gore sulle pagine iniziali e a lato delle ultime 30; alle
pagine 28 e 29 piccola macchia di inchiostro che interessa il testo;
sono presenti nel bordo inferiore dalle prime pagine fino circa a
metà libro, segni di tarlo, a volte evidenti a volte quasi
invisibili, che comunque non interessano mai il testo; nell'angolo
superiore esterno delle pagine 439, 440 e 441 vi è una piccola
macchia di inchiostro proprio sopra la numerazione. L'opera, divisa in sei libri, raccoglie una serie
straordinaria di passi tratti dai più celebri scrittori latini
(Virgilio, Cicerone, Tito Livio), dallo studio dei quali, sostiene
Valla, occorre codificare i canoni linguistici, stilistici e retorici
della lingua latina. Questa opera costituì una delle basi
scientifiche del movimento umanista impegnato a riformare il latino
cristiano sullo stile ciceroniano. Testo ben leggibile in latino.
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