Titolo: Ius civile manuscriptorum librorum ope, summa diligentia et integerrima fide infinitis locis emendatum, et perpetuis notis illustratum, L. Russardo ... auctore. Consilio tamen et auctoritate Fran. Duareni I.C. qui summaria in Pandectas praescripsit, Nouellasque constitutiones ad optimum Graecum exemplar collatas, antiquae integritati restituit. Cetera utraque praefatio te docebit;

Autore: [notazioni di] Louis Roussard; François Duaren

Anno: 1567

Editore: Ex officina Christophori Plantini

Luogo di pubblicazione: Antuerpiae [Anversa]

Edizione: 1ª - 1567

Lingua: Latino e Greco Antico

Formato: in 8° - 17*11.5 cm c.a. (Piena Pelle di Porco)

Pagine

· Tomo I: (72) 219 (5); 264; 317 (2); 344 (16) p. [1239 p.]

· Tomo II: 558 (2); 523 (5) 460 (4) p. [1552 p.]


Note:

· Annotazioni a margine: β-2 R; α-ii R [Tomo I]

· Carattere: Romano & Greco

· Marca editoriale: Mano uscente da nuvola traccia con il compasso un cerchio su un piano; sullo sfondo paesaggio montano (xilografia).


· Comprende: Volumi I-VII in 2 Tomi

Tomo I:

· 1 [Digestorum seu Pandectarum pars primo, a libro 1 vsque ad librum 5] - p. (72) 219 (5)

· 2: Digestorum seu Pandectarum pars secunda, a libro 5. vsque ad librum 12 - p. 264

· 3: Digestorum seu Pandectarum pars tertia, a libro 12. vsque ad librum 20 - p. 317 (2)

· 4: Digestorum seu Pandectarum pars quarta, a libro 20. vsque ad librum 28 - p. 344 (16)


Tomo: II

· 5: Digestorum seu Pandectarum pars quinta, a libro 28. vsque ad librum 37 - p. 558 (2)

· 6: Digestorum seu Pandectarum pars sexta, a libro 37. vsque ad librum 45 - p. 523 (5)

· 7: Digestorum seu Pandectarum pars septima, a libro 45. vsque ad finem - p. 460 (4)



Rari e pregiati esemplari cinquecenteschi ospitanti una pietra miliare della storia del diritto e della legge europea antica e medievale, in edizione tra le più rinomate e celebri dell'epoca, ospitanti cioè le Pandette (Digetsorum/Digesto) del Corpus iuris civlis dell'imperatore Giustiniano (534 d. C), ad opera della Ex officina platiniana (plantini), proponendo il dotto e meticoloso lavoro di Louis Roussard e François Duaren.

Edizione in lingua greca e latina, glossata ed annotata (illustrata) dai due dei più importanti giuristi europei del '500 e che ne hanno direttamente trasportato ed adattato il testo dai frammenti e manoscritti rimastoci. Opera qui completa di tutti i 50 rotoli che compongono le Pandette del Corpus, distributi in 7 volumi legati in 2 tomi. A corredo vi sono numerose tavole illustrative, commentarie ed d'approfondimento storico e giuridico dell'epoca, trattando così anche la loro corretta applicazione e la loro corretta interpretazione.


Esemplari legati in piena pelle di porco, copiosissimi ma, a differenza delle consuete copie in 4° o in Folio normalmente proposte, questi si presentano in un 8° antico comodo e maneggevole, con titolatura manoscritta al dorso in bella calligrafia e tagli in rosso acceso. Carteggio mentre completamente originale ed inalterato (completo); privo di mancanze, debolezze o rilevanti segni di usura. In ragguardevoli condizioni complessive, i due tomi custodiscono un'edizione immancabile in una biblioteca storica e giuridica di gusto e caratura!


(Si rimanda alle Note e alle Condizioni per un'analisi più approfondita degli esemplari qui offerti. Ai Cenni storici per l'opera in sé).



CENNI STORICI E BIBLIOGRAFICI a cura di Luca Lippoli


·Giustiniano e i Codici Giustinianei

Giustiniano nacque nel 482 e cominciò la sua carriera politica nel 518, agevolata dall’ascesa dello zio divenuto imperatore con il nome di Giustino I. Il matrimonio con Teodora intorno al 524-525 diede ulteriore impulso alla ‘vita pubblica’ di Giustiniano, che ne seguì spesso i consigli anche in materia di legislazione. Egli divenne Augusto nel 527 rimanendo a seguito della morte di Giustino, unico imperatore.

La prima fase della sua politica (fino al 541) fu caratterizzata dalle guerre contro i Persiani e i Goti in Italia; conclusa quest’ultima, con la presa di Ravenna.

La seconda fase (fino al 565) è connotata invece da una minore spinta espansionistica, ma dal rafforzamento delle posizioni già acquisite. La scomparsa di molti collaboratori segnarono  gradualmente altresì una tendenza alla precarietà delle relazioni di governo.


Dal punto di vista dell’attività normativa, mentre, si possono individuare tre periodi: quello delle grandi compilazioni dal 528 al 534; quello della legislazione per mezzo di novellae constitutiones, dal 535 al 542; quello della decadenza della qualità e quantità delle norme, dal 543 al 565.


·Codex Iustinianus

Il primo periodo è quello determinato dai Codici giustinianei (Codex Iustinianus - primo Codice), ovvero una raccolta di “leges imperiali” in base alle direttive della constitutio Haec quae necessario (de novo Codice componendo) del 13 febbraio 528. Venne pubblicato con la constitutio Summa rei publicae (de Iustiniano Codice confirmando) del 7/8 aprile 529, entrando in vigore il 16 aprile 529.

Lo scopo finale fu quello di ridurre la lunghezza delle cause; pertanto si autorizzò manipolazioni dei testi legislativi raccolti e si conferì valore generale ai rescritti inseriti nella compilazione.

Vennero tuttavia deposti in breve tempo dal Codex repetitae praelectionis (cd. secondo Codice): un nuova raccolta di leges imperiali, in 12 libri (abrogando la precedente), emanata con la constitutio Cordi del 16 novembre 534, entrando in vigore il 29 dicembre 534.

Esso sostituì dunque il primo Codice con la finalità di coordinare ed aggiornarne la compilazione e di chiarire la portata delle costituzioni imperiali in esso contenute. La commissione incaricata fu autorizzata ad eliminare o emendare inoltre le costituzioni superflue o contraddittorie.


·I Digesta (Le Pandette)

Veniamo dunque alla opera qui proposta, il Digesta seu Pandectae: una raccolta di iura (frammenti di opere dei giuristi classici), divisa in 50 libri. Il progetto fu reso pubblico attraverso la constitutio Deo auctore (de conceptione Digestorum) del 15 dicembre 530. Il testo definitivo fu pubblicato con la constitutio bilingue (latino e greco) Tanta/Dédoken (de confirmatione Digestorum) nel 16 dicembre 533 ed entrò in vigore il 30 dicembre 533. Frammenti e manoscritti commentari di quest'ultimi che gli studiosi Louis Roussard e François Duaren direttamente ristudiarono al fine di darne una più attenta trasposizione e "illustrazione".


Lo scopo originario fu quello di raccogliere, emendare ed aggiornare tutta la produzione giurisprudenziale romana; il metodo di lavoro della commissione incaricata del trattamento del materiale seguiva un protocollo preciso che andava dalla lettura dei libri degli iuris prudentes forniti del ius respondendi ex auctoritate principis all’eliminazione delle cose simili e di quelle discordanti. I brani dei giuristi rifluiti nella raccolta avrebbero ottenuto lo stesso valore normativo delle costituzioni imperiali e la loro autorevolezza sarebbe stata indicata nella premessa ad ogni frammento, introdotto da una rubrica recante il nome dell’autore. Una reverentia antiquitatis subito smentita dall’ammissione che molta dell’eredità classica era stato cambiata per questioni di utilità pratica.


Secondo Bluhme, che ha cercato di spiegare l’eccezionale brevità dell’impresa (appena 3 anni) in numerose sue pubblicazioni, i lavori della commissione presieduta da Triboniano procedettero con una divisione delle opere da spogliare in tre masse principali: sabiniana (ius civile), edittale (ius honorarium), papinianea (opere di casistica come quaestiones e responsa), oltre ad una quarta massa cd. postpapinianea o appendix, costituita da materiali eterogenei. Ma una generosa definizione ancora  di più ampio respiro ce la offre il prof.re Diliberto nella pubblicazione accademica “Dal Digesto di Giustiniano al Codice Civile Russo” (Roma, 2003):


«Il Digesto si apre solennemente con la rivendicazione orgogliosa della storia giuridica di Roma come premessa e momento fondante della Compilazione. Si apre infatti, come ben noto, dopo il primo titolo dedicato alla giustizia e alla nozione di ius, con un frammento tratto dal commento di Gaio alle XII Tavole (la praefatio ad esso: D. 1, 2, 1), nel quale si afferma con nettezza che il principium è la potissima pars del tutto, cioè la parte prevalente del diritto nel suo complesso. E’ la rivendicazione di più temi insieme. Innanzi tutto, si tratta della rivendicazione e della consapevolezza che si può conoscere il diritto vigente solo se si conosce la sua genesi e il suo sviluppo nel corso dei secoli. Inoltre, è anche la rivendicazione di una continuità, di un percorso ininterrotto, che inizia, appunto, con le XII Tavole (il più antico «codice» legislativo dell’occidente) e – nelle intenzioni di Giustiniano – doveva trovare il suo culmine e la sua conclusione proprio con il Corpus iuris. Infine, è un ossequio verso un grande, straordinario passato (la reverentia antiquitatis) che assurge, in sé, a valore.

Si tratta, quindi, di una dichiarazione programmatica, che non esito a definire ideologica. Tutt’altro che banale, per niente casuale o accidentale. Non a caso, il testo gaiano è posto a premessa dell’excursus, anch’esso notissimo, di Pomponio sulla intera storia giuridica di Roma.


(...) [Inoltre] nel Digesto, le citazioni sono molteplici. Oltre al commento di Gaio – che probabilmente offriva il testo nella sua interezza (mentre non sembra esser pervenuto il commento di Labeone) – abbiamo numerosissime citazioni, dirette ed indirette, molto spesso senza neppure che i Compilatori sentissero l’esigenza di indicare che un certo versetto riportato provenisse proprio dalle XII Tavole, come se ciò fosse ovvio, scontato. Già il Berger, negli anni ’30, aveva dimostrato efficacemente che alcune ipotesi interpolazionistiche fossero infondate: alcuni autori, infatti, ritenevano, a torto, che i Compilatori avessero introdotto surrettiziamente in alcuni frammenti del Digesto citazioni delle XII Tavole, per via dell’ossequio verso l’antico, per rafforzare con riferimenti al diritto più arcaico quelli al diritto vigente. Così come appare oggi del tutto infondata l’idea che alcuni versetti fossero stati modificati (interpolati, appunto) dai Compilatori, per piegarne il testo alle esigenze del VI secolo d. C. Si tratta di ipotesi oggi superate».


·Le Institutiones giustinianee

Seguiro a questi, infine, “Le Institutiones giustinianee” (Institutiones sive Elementa), pubblicati sempre sotto la cura dei due giuristi, andando così a formare una intera nuova edizione delll'intero corpus. Per le "Istitutiones", possiamo intendere la composizione di un manuale istituzionale (sulla base di iura e leges) di 4 libri, pubblicato con la constitutio Imperatoriam del 21 novembre 533 (indirizzata alla cupida legum iuventus) e che entrava in vigore il 30 dicembre 533. Un'aggiunta che offriva agli studenti uno strumento per imparare i prima legum cunabula, i rudimenti del diritto a partire anche dalla lettura delle costituzioni imperiali. Il manuale contiene sia diritto non più vigente, sia il diritto più antico, corretto però dalle nuove norme. Ad esso fu conferito ad modo sempre il valore di legge. Il materiale utilizzato per la sua redazione provenva mentre in larga parte dalle opere di Gaio, ma anche da altre opere istituzionali quali quelle di Fiorentino e Marciano.


Con la constitutio Omnem del 15 dicembre 533 si procedette, infine, alla riforma degli studi giuridici che prevedeva l’adozione delle compilazioni effettuate come strumenti didattici ed un articolato programma di insegnamento.


Per una rigorosa ed appassionante trattazione sulle "Pandette” e le sue “Dodici tavole”, rimando al rigoroso articolo di O. Diliberto (al link a seguire e già precedentemente citato).

Per una trattazione più ampia sullo Ius, alla magistrale pubblicazione di Schiavone: “Ius. L'invenzione del diritto in occidente” (Einaudi 2005).


Fonti:

·http://www.dirittoestoria.it/iusantiquum/articles/DilibertoXIITavole-nel-Digesto.htm


·http://www.federica.unina.it/giurisprudenza/storia-del-diritto-romano/giustiniano-particolare/


·https://www.treccani.it/enciclopedia/corpus-iuris-civilis/


·https://it.m.wikipedia.org/wiki/Corpus_iuris_civilis



CONDIZIONI

Le condizioni complessive sono ottime (nei limiti del contesto e del buonsenso).


Due tomi preservati sempre con riguardo e puntualmente trattati (puliti e spolverati). Legature all'olandese, coeve, in piena pelle di porco, con solo fisiologici e lievi segni di ubicazione, tempo e forse rada e attenta consultazione, ma senza mancanze e/o compromissioni.

Piatti congrui e stirati, con pellame che si presenta complessivamente liscio e sano, senza alcun foro, strappo e/o rilevante deformità. Su questi "ferri" (cornici) incisi a secco e ben preservati. Para-angoli integri e cerniere sane, con solo qualche punto liso in prossimità dei nervi; ma si preserva ad ogni modo la solidità originale nell'apertura e consultazione, oltre che la naturale compattezza dei tomi.

Coste anche in ottimo stato, sane e solide (a tre grosse nervature intravedibili). Presente in forma medio-tonale la titolatura manoscritta in ambo i tomi, scritta a china alla "testa" e  in bella calligrafia.

Tagli ottimi, in tonalità rossa, accessi e tonali, congrui e complessivamente puliti, con sporadiche tracce di sola scaffalatura e tempo alla pigmentazione. Cuffie e capitelli integri e funzionali (con specifica mobilità, data la tipologia di legatura "olandese" e la mole).


Interni e corpus ottimamente preservati: nessuna rilevante fioritura, brunitura, traccia di muffa, foro, strappo, tarlatura, sottolineatura o scritta sullo specchio del corpus (si segnala solo un foretto di usura di 1-2 mm al solo primo frontespizio, in alto, nel primo tomo).

Guardie e contropiatti ottimamente preservati ed integri. Carteggio omogeneamente limpidio e fresco, con sporadica e leggera goratura esclusivamente al margine interno-basso e, soprattutto, per brevi porzioni di pagine. Per il resto, salvo qualche sporadico segno di consultazione e tempo a margine di qualche foglio (più che comprensibile e perdonabile), gli interni sono davvero ottimamente preservati.


Come sopra-menzionato, annotazioni a margine, non invadenti e coevi si riscontrano su solo due pagine del Tomo I, delle quasi tre mila presenti. Corpus perfettamente godibile e leggibile; completo e privo di alcuna mancanza, con legatura ottimamente ancorata e senza alcuna debolezza; pagine ben salde e stirate, su cuciture integre e ottimamente preservate.


Per un'autonoma verifica di quanto qui descritto, invito cordialmente a visionare il corredo fotografico.


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