Titolo: Amusemens des Eaux de Spa: ouvrage utile ceux qui vont boire des eaux minérales sur les lieux. Enrichi de tailles-douces, qui reprsentent les vues ...

Autore: Karl Ludwig von Pöllnitz (1692-1775)

Editore: [chez] Pierre Mortier

Luogo di pubblicazione: [a] Amsterdam

Anno: 1734

Lingua: Francese; Olandese

Edizione: 1ª

Formato: in-12° - 15*10 cm c.a. [Piena pelle]

Pagine:


Note:

· Vignetta xilog. a monogramma dell'editore

· Cornici, iniziali e finalini xilog.

· Opera divisa in due tomi con proprio front.

· 12 tavole calcografiche ripiegate

· Front. bicromatico rosso e nero

· Carattere cors. ; rom.



Comprende (Indice dell'opera):


TOMO I




TOMO II




Due esemplari settecenteschi, legati in piena pelle castana e con decorazioni araldiche ai dorsi incise a secco in oro, ospitanti in modo completo e senza mancanze la prima edizione deiGiovamenti delle Acque (o delle Terme) di Spa” del principe e storico Karl Ludwig von Pöllnitz. L'opera venne pubblicata in modo anonimo in due volumi con il titolo “Amusemens des Eaux de Spa: ouvrage utile ceux qui vont boire des eaux minérales sur les lieux”, edita e curata in lingua francese dallo stampatore olandese Pierre Mortier, ad Amsterdam nel 1743. La pubblicazione venne corredata con 12 tavole calcografiche ripiegate a doppia pagina, sottotitolate in francese e olandese (6 tavole per volume):


Tomo I


Tomo II


Ad impreziosire gli esemplari qui presentati sono i due ex-ibris autentici di Didier Bodart, rinomato perito d'arte, esperto e critico francese della pittura rinascimentale, fiamminga e barocca; autore di numerose pubblicazioni accademiche e cataloghi di mostre ed esposizione sulla pittura italiana e nordica del '600-700, tra le quali stimate risultano quelle su Caravaggio, su Sebastian Boudon e soprattutto su Rubens, ancora oggi nei cataloghi della Mondadori e di Giunti. Considerato tra i massimi conoscitori del pittore fiammingo, dello stesso parere il giudicarne fondamentale il suo contributo riguardante la disamina della letteratura artistica italiana (cfr. “Tra Fiandre e Italia: Rubens 1600-1608: Regesto biografico-critico” di R. Morselli, Viella 2020). Collezionista di quadri ed opere illustrate, non è un caso che nella sua biblioteca abbia ospitato l'opera in questione, dal momento che le tavole delle incisioni a tecnica all'acquaforte, attraverso la quale si esaltano i chiaroscuri e i particolari di contorno, inscenano sontuosi paesaggi naturali, come nelle due tavole delle Praterie delle quattro e delle sette ore, oppure in quella del Borgo di Spa; panoramiche impreziosite anche da miniaturismo e particolarismo architettonico tipico del fiammingo, tra complessi barocchi e nobili frequentatori posizionati spesso a trequarti, elementi ben apprezzabili nelle tavole della fontana del Sauvenire, del Tonnelet e di Geronstere, oppure del Giardino dei Capuccini o delle Cascate di Coo. Tutte le scene sono allo stesso tempo posizionate dentro a delle cornici, confermando che temi e motivi probabilmente sono stati presi da degli autentici quadri del periodo, come afferma l'editore nel suo avviso, nonostante l'assenza della firma dell'incisore e/o del pittore.


L'edizione rappresenta la prima opera completamente dedicata alle Acque Termali e Minerali di un complesso e/o itinerario idrico circoscritto ed affermato, quale appunto la stessa cittadina belga di Spa e le sue campagne costituivano, famose per le sue sorgenti e bacini idrici già dai tempi dei romani, oltre che per le sue fontane e i suoi bagni termali; anticipando di quasi cinquant'anni il “Traité des Eaux Minérales de Châteldon de Celles de Vichy et Haute-Rive en Bourbonnois...” (“... avec le détail de leurs Propriétés Médicinales et leur Analyse”) di J. B. Debrest, del 1778.


Come riportano lo ZINGARELLI e il Devoto-Oli, il termine spa -che oggi porta il significato di “stazione termale” o “centro benessere” in molte lingue del mondo-, deriva dal toponimo della cittadina belga situata in provincia di Liegi (cfr. ad es. Treccani), diventando popolare soprattutto dal XV secolo. Se nella nella letteratura latina vi è un'assenza del lemma con il significato di “complesso termale” (così come le prime apparizioni in italiano le si constatano allo scadere del XX secolo), ben diversa risulta essere la situazione in altre lingue, quali l'olandese o l'inglese: spa” come nome comune e non più come mero toponimo appare già attorno al 1620 con il significato di “fonte medicinale o minerale” (cfr. Online Etymology Dictionary; il Merriam-Webster definisce come prima datazione il 1610 e l'Oxford English Dictionary, che registra la parola già nell'edizione del 1913, fornisce un'attestazione del 1616), e acquisisce il significato di “impresa commerciale che offre trattamenti di salute e bellezza” attorno al 1960. Ma già nell'edizione inglese della seguente opera, al titolo troviamo il vocabolo “spaw”, come sinonimo di “complesso termale” e per differenziarlo dal nome omonimo della cittadina: “Les amusemens de SPA: or, the gallantries of the SPAW in Germany” (Londra, 1745).


L'opera contribuì all'utilizzo del vocabolo con l'accezione che noi oggigiorno consideriamo, forte anche del fatto che aprì un fiorente ciclo di letteratura affine, ovvero quella degli “Amusumens”. Ebbe notevole successo tra le corti e i salotti di tutta Europa nel '700, vantando molteplici edizioni pubblicate in diverse lingue quali in inglese, tedesco e olandese, nelle quali verrà successivamente aggiunto il nome dell'autore. Lo Zar Pietro I già vi soggiornò nel 1717. Al suo ritorno riportò numerosi souvenir (oggetti fatti in legno) e il progetto di fondare in Russia un centro termale. In suo onore, la più celebre sorgente di Spa porta il nome di Pouhon Pietro il Grande. La regina di Francia Maria Antonietta volle rifugiarsi qui fino alla sua morte ed una copia dell'opera venne rinvenuta e catalogata nella sua libreria al Petit Trianon di Parigi. Ancora oggi il suo nome è associato a una delle sorgenti di Spa da dove sgorga un'acqua leggermente effervescente. Altresì una copia dell'opera la si registra nella biblioteca portatile di Napoleone e addirittura la si attesta essere stata abbandonata sul campo di battaglia di Waterloo (cfr. “I divertimenti delle città termali attraverso i secoli” F. Engerland, Parigi 1936). La stessa Spa nel 2021 è stata dichiarata patrimonio mondiale dell'umanità dall'Unesco, per la sua importanza storica legata alla sua acqua termale e minerale.


La comparsa di opere prettamente scientifiche sul tema avverrà solo dalla seconda metà del XIX secolo. Ne consegue che ciò che rende singolare e ad oggi di rilevanza storica l'opera di von Pöllnitz, oltre al contenuto e all'affresco che getta sul ruolo delle acque termali e minerali, e al benessere fisiologico che ne deriva nell'Europa del XVIII, è il fatto di essere stata promotrice di un genere letterario tutto suo, quello soprannominato degli “Amusemens”: una serie di opere che conservavano il lemma francese “Amusumens” introduttivo, nonostante la lingua di composizione o traduzione potesse variare- a sua volta traducibile con i termini divertimento, benefici o giovamenti-, che emersero come un nuovo genere letterario che mescolava caratteristiche di una guida termale scientifica con gli elementi del romanzo pastorale o del romanzo galante (galanter romano), con una trama narrativa modellata sul Decamerone di Boccaccio o sui Racconti di Canterbury di Chaucer, ai fini di fornire una base empirica ed ottenere una maggiore divulgazione tra i lettori. 


La maggior parte delle terme del Nord Europa furono fondate da principi che governarono su territori di piccole e medie dimensioni. Tuttavia le terme del XVIII secolo presentavano forme e dimensioni variegate, che potevano considerare una città reale come Karlsbad in Boemia (oggi Karlovy Vary nella Repubblica Ceca) o la stessa Spa in Belgio, oppure un quartiere termale, quale quello della città imperiale di Aquisgrana; potevano estendersi da un'estremità all'altra in piccole città, villaggi o essere racchiuse in strutture in aperta campagna, generalmente nelle immediate vicinanze delle città e che spesso erano associate a una residenza estiva principesca, come Wiesbaden e Baden in Svevia (oggi Baden-Baden); Schlangenbad e Godesberg, due villaggi in Germania; Wilhelmsbad presso Hanau, detta la "fonte della salute" (Gesundbrunnen), vicino a Hofgeismar; Driburg detta la "fonte della guarigione" (Kurbrunnen), vicino a Bïrckenau, sempre in Germania. Tutte tipici esempi di stabilimenti termali vicini a centri di piccole e medie dimensioni.

La maggior parte delle terme rimasero luoghi dove chiunque, dal principe al mendicante, poteva cercare una cura o un beneficio, perché le acque curative dovevano essere disponibili a tutte le classi sociali. Di conseguenza le terme, anche se spesso con riluttanza, fornivano spazi per le classe meno abiette, quali i contadini e i poveri, per l'accesso alle acque curative. Tuttavia, un soggiorno termale di più settimane e dedicato non solo al mantenimento o al recupero della salute ma anche, o addirittura esclusivamente, al piacere e relax, richiedeva cospicue risorse finanziarie, e solo dalla seconda metà del Settecento la borghesia tedesca (Börgertum) ed Europea potette disponere dei necessari mezzi finanziari per accedervi. Ad esempio, la cosiddetta "Cronaca delle terme" ("Badechronik") nel “Giornale del lusso e della moda” (“Journal des Luxus und der Moden”) afferma nel 1805:


«A questo proposito, come ovunque, nel campo del lusso e della moda, l'esempio dei grandi e dei ricchi influenza quelli di livello inferiore. Da qui la mania dei ceti medi [Mittleren Stönde] di frequentare le terme, anche senza ammalarsi, semplicemente perché di moda».


Sicchè le terme dell'età moderna svolgevano molteplici funzioni tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo. Ciò si rifletteva nel modo in cui le terme venivano rappresentate sulla carta stampata. Una tipica guida termale trattava tutti o gran parte dei seguenti aspetti di una visita estiva in queste: percorsi di viaggio verso le terme; la topografia della loro architettura e dei loro giardini; il paesaggio circostante; servizi e consumi culturali come spettacoli teatrali e balli; la funzione sanitaria delle terme, comprese strutture come bagni e fontanelle; e interazioni sociali presso la spa. Insomma, “le terme aspiravano ad essere in tutto e per tutto ogni bisogno soddisfatto sia dei malati, sia dei sani, sia per necessità che per piacere”, come scriveva la "Cronaca termale" nel 1800, con l'importante avvertenza che, in realtà, l'accesso agli spazi ricreativi delle terme era riservato solamente all'alta borghesia e alla nobiltà, infine.



Quanto al suo autore, le informazioni rimasteci non sono assai numerose e spesso sono da estrapolare dalle sue stesse opere scritte o attribuitogli. Avventuriero e storico tedesco, von Pöllnitz nacque a Issum il 25 febbraio 1692. Suo padre, Wilhelm Ludwig von Pöllnitz (morto nel 1693), prestò servizio militare presso l'elettorato di Brandeburgo, mentre gran parte della giovinezza di suo figlio venne trascorsa alla corte elettorale di Berlino.

Karl Ludwig era un uomo dal carattere irrequieto e avventuroso, senza scrupoli anche per l'età in cui visse; visitò molte corti europee e prestò servizio come ufficiale rispettivamente in Austria, in Italia e in Spagna. Ritornato a Berlino nel 1735, ottenne un posto nella casa del re Federico Guglielmo I e successivamente in quella di Federico il Grande, del quale sembra essere stato un grande favorito in qualità di cronista, sino ad essere nominato principe. Morì sempre a Berlino il 23 giugno 1775.


Le sue “Mémoires” (Liegi, 1734) e “Nouveaux Mémoires” (Amsterdam, 1737 - tradotte in tedesco a Francoforte, 1735-38), offrono scorci interessanti della sua vita e delle personalità che incontrò, ma contengono anche elementi non propriamente affidabili alle volte. Scrisse anche dell' “Etat abérg de la cour de Saxe sous le regne d'Auguste III” (Francoforte, 1734; trad. tedesca, Breslavia, 1736); e delle “Mémoires pour servir l'histoire des quatres derniers souverains de la maison de Brandenburg” (trad. tedesca, Berlino, 1791). Oltre ai suoi celebri Amusumens su Spa e Aix, le sue opere più apprezzate furono alcune biografie, quali “La Saxe galante” (Amsterdam, 1734), un resoconto della vita privata di Augusto il Forte, elettore di Sassonia e re di Polonia; e le “Histoire secrete de la duchesse d'Hanovre, pouse de Georges I” (Londra, 1732).



(Si rimanda alle NOTE e CONDIZIONI per maggiori informazioni sugli esemplari qui venduti. Ai CENNI STORICI per l'opera e l'autore in sé)





CENNI STORICI E BIBLIOGRAFICI a cura di Luca Lippoli e con i contributi del prof.re Ute Lotz-Heumann



Verso la fine del XVII e la prima metà del XVIII secolo il numero delle pubblicazioni sui centri termali entrò in una lunga fase di espansione, con un numero crescente di pubblicazioni che sottolineavano la funzione delle terme come spazio di interazione sociale e ricreativo, oltre che terapeutico, per poi prendere un processo di differenziazione e diversificazione all'interno. Accanto a pubblicazioni sulla loro funzione sanitaria, apparirono pubblicazioni incentrate principalmente o interamente sulla funzione ricreativa delle terme. Questi sviluppi divennero ancora più marcati a partire dal 1770, quando le guide termali balneologiche e le guide termali turistiche si separarono gradualmente in generi distinguibili. Al punto che dalla fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento le terme erano rappresentate in un'ampia varietà di generi. Di conseguenza, la conoscenza delle terme divenne profondamente radicata nel pubblico dei lettori solo all'inizio del XIX secolo. Distinzione dunque che risulta non esserci in modo così netto nell'opera in oggetto, ma che testimonia in maniera inequivocabile fini e scopi.

Ad esempio, durante la sua visita a Rehburg nel 1765, l'avvocato e archivista tedesco Johann Christian Kestner tenne un diario termale per le sue sorelle nella casa di Hannover. Il dotto tedesco cominciò con un commento scherzoso:


«Devo fornirvi un diario, sì, devo scrivere un “amusemens des eaux de Rehburg”. Una richiesta difficile, perché non sono il barone von Pöllnitz e Rehburg non è Spa. Inoltre, non potrei scrivere un amusemens. Per ora, potrei solo confezionare delle réveries».


Se le lettere e i diari di viaggio, sia quelli reali che quelli di fantasia, hanno avuto un ruolo importante nella storia delle terme e della comunicazione in generale nel corso del Settecento, non è immediatamente chiaro a cosa si riferiscano le allusioni di Kestner agli amusemens e al barone von Pöllnitz. Kestner collega infatti il suo diario termale a un nuovo genere di scritti termali che solo di recente è stato considerato dalla storiografia, ma che era chiaramente presente nella mente dei suoi contemporanei. A tal riguardo, si segnala il recente studio pioneristico accademico “The German Spa in the Long Eighteenth Century: A Cultural History” di Ute Lotz-Heumann, professore della divisione degli studi Tardo Medievali dell'Università dell'Arizona (pubblicato nel 2021 nel Volume 107 del Routledge Studies in Cultural History).


Sino a quel momento le terme vennero trattate in opere di fantasia come romanzi, novelle, racconti, diari di viaggio di fantasia, poesie, poesie didattiche e commedie. Queste opere avevano lo scopo non solo di fornire un intrattenimento leggero, ma allo stesso tempo di educare e promuovere un'identità sociale tra la classe media. Non esibivano il linguaggio sofisticato e le trame complesse della letteratura "intellettiva" dell'Illuminismo, della Storm e Stress (Sturm und Drang) e delle epoche romantiche, ma non erano nemmeno così brevi e facili da leggere come la letteratura "popolare" o "di basso livello"; ed in mancanza di un termine migliore, possono essere definite facenti parte di una letteratura "di medio livello". Inoltre, queste opere spesso includevano le descrizioni delle terme in modo non troppo particolareggiato, confondendo così i confini tra testi di fantasia e scritti funzionali (Gebrauchsliteratur) del diciannovesimo secolo. Come se non bastasse, forte era anche il disappunto dei medici contemporaneibverso i visitatori delle terme del XVIII secolo, che non necessariamente seguivano i consigli degli esperti medici nella scelta di una spa piuttosto che di un'altra. Ad esempio, il medico tedesco Friedrich Christian Gottlieb Scheidemantel si lamentò nel 1792, osservando che:


«il motivo per cui si scelgono una certa acqua rispetto ad altre non è altro se non che hanno promesso ad amici di assumere insieme le acque in un certo stabilimento termale».


Tuttavia, opere prettamente scientifiche sul tema non compariranno sino alla seconda metà dell'Ottocento. Ne consegue che, come precedentemente anticipato, ciò che rende singolare e ad oggi di rilevanza storica l'opera di von Pöllnitz è il fatto di essere stata promotrice di un genere letterario tutto suo, quello  degli “Amusemens”. Von Pöllnitz, in accordo con l'editore Pierre Mortier, dedicò a Spa la sua prima opera Amusemens (in francese) nel 1734. A seguito del suo successo, come stesso anticipato dallo stampatore, il quale a fine introduzione comunica che “l'Autore ha ancora tra le mani un'opera sulle terme di Aix e che sarà il gusto del pubblico [che] deciderà la sorte dell'altra”, nel 1737 una seconda opera venne pubblicata con il titolo “Amusemens des eaux d'Aix la Chapelle” (nell'edizione inglese “Amusemens of Aachen, Amusements at the Waters of Aix la Chapelle, o Pastimes at the Waters in Aachen”; nell'edizione tedesca “Amusemens des eaux d'Aix la Chapelle, o Zeit-Vertrieb bey den Wassern zu Achen”). Nel 1739 si aggiunse David Franois de Merveilleux, dando alle stampe il suo “Amusemens des eaux de Schwalbach” (nell'edizione inglese “Amusements at the Waters of Schwalbach, or Pastimes at the Waters in Schwalbach, the Baths in Wiesbaden and in Schlangenbad”) ed un “Amusemens sulle terme svizzere di Baden, Schinznach e Pfäfers”, vicino Vienna, terme che nella prima metà del Settecento erano considerate separate da quelle tedesche, quali di Aquisgrana e Schwalbach. Nel 1748 Johann Heinrich Schütte, medico termale di Kleve, si rese conto che il titolo Amusemens era diventato un tratto distintivo e riconoscibile, e pubblicò il suo “Amusemens des eaux de Cleve”, al fine di pubblicizzare Kleve come centro termale all'avanguardia. L'opera di Schütte, tuttavia, venne concepita per essere rivolta al ceto borghese delle classi medie urbane tedesche e olandesi, modificando in modo significativo il genere e il suo contenuto: seppur mantenne l'elemento della cornice narrativa, Schütte si allontanò dai primi lavori di Amusemen che, come protagonisti, avevano i nobili delle corti Europee.


Il ciclo degli “Amusemens” fu, in conclusione, parte di un cambiamento fondamentale nelle pubblicazione sulle spa e le acque termali e minerali, e rifletteva da vicino i cambiamenti nella gerarchia delle terme del Nord Europa: quelle più alla moda furono anche le prime ad essere associate a pubblicazioni incentrate sulle terme come spazio di aggregazione, interazione sociale e intrattenimento, piuttosto che che solamente luoghi di guarigione. Non sorprende che, seppure in tutt'altro contesto, quella di Schwalbach fosse stata la prima della linea, attraverso la pubblicazione “Das Schwalbacher Sommer-wehrende Perpetuum mobile”, una poesia burlesca pubblicata per la prima volta già nel 1690, ristampata prima nel 1701, poi nuovamente nel 1737 al culmine dell'onda degli Amusemens.


Entrando nel dettaglio sull'Amusemens delle terme di Spa, una panoramica sulla sua genesi, composizione e a chi era stata rivolta ce la fornisce lo stesso editore, il quale occupa un ruolo anche di co-autore e revisore dei manoscritti originali di von Pöllnitz. Nella sua introduzione si legge:


«Il viaggio che ho dovuto fare la scorsa estate alle Terme di Spa, per rimettermi in salute, ha dato luogo alla pubblicazione di questa grande opera. Stando per partire, sono andato a salutare un mio amico che aveva già fatto questo viaggio in precedenza. Strada facendo gli ho rivolto le solite domande e gli ho chiesto di raccontarmi alcuni particolari a riguardo. Mi rispose con grande gentilezza e mi istruì ampiamente su tutto ciò che avevo da dirgli. Le osservazioni che mi comunicò mi sembrarono così preziose, sia per la strada che per il modo di vivere a Spa, che riempii i miei fogli di appunti. Il mio amico, sensibile all'esito che facevo delle sue indicazioni, tornò nel suo ufficio e mi portò alcuni quaderni, dove aveva riassunto sotto forma di “Journal” tutte le osservazioni che aveva fatto durante questo viaggio; e mi disse, prestandomelo, che l'avrei trovati un elemento molto più dettagliato di quanto si sarebbe potuto fare di persona.

Ho preso questa raccolta e l'ho sfogliata in fretta. L'ho trovato molto curiosa, e mi sarebbe piaciuto poterne estrarne una parte: ma non avendo avuto nemmeno il tempo di farlo, ho pregato l'Autore di permettermi di portarla con me. Ebbe qualche incertezza, dopodiché me l'affidò, a patto di non farli vedere a nessuno. Questa raccolta mi trattenne con fervore, e si rivelò molto utile durante il viaggio e il soggiorno che feci a Spa, al punto che concepii lo scopo di sollecitare il mio Amico a condividerla al Pubblico, convinto che avrebbe procurato ad altri gli stessi vantaggi che ne avevo tratto io. Infatti questo manoscritto mi fece da guida, e arrivato a Spa, scesi nella stessa locanda dove aveva soggiornato il mio amico: non ebbi molta difficoltà a ricordare ai miei ospiti la fonte e il nome; con l'aiuto degli Aneddoti che avevo in mano, mi sono trovato lì, benché estraneo come nella conoscenza, ed esentato da mille domande, necessarie e scomode quando non si è guidati come me. È vero che le cose notate dal mio amico non avevano più per me il valore della novità, ma avevano la grazia della verità, in virtù delle esatte descrizioni che ne fece, che rendono più delicato il piacere dell'ammirazione e meno fuggitivi i loro misteri.

La precisione, così rara nella maggior parte dei rapporti, non darà il minimo merito a questo piccolo lavoro. Chi è stato nei Luoghi troverà tratto dalla Natura, tutto ciò che l'autore dice sulla situazione e sulla qualità delle Fontane, delle iscrizioni che li ci sono; e chi vorrà fare il viaggio, troverà un disegno di piacevoli benefici in ciò che racconta del modo di ingerire le Acque, della dieta dei bevitori, della libertà degli stranieri, del gusto e della varietà dei giovamenti e delle passeggiate.

L'Autore non si è limitato alla breve descrizione del Borgo di Spa: ha descritto anche le attrazioni curiose dei dintorni, come le famose Cascate di Coo, i Bagni di Chaud-Fontaine ecc.. Poi si è preso la briga di elaborare dei Piani che io stesso ho controllato in base ai cambiamenti avvenuti da allora. La revisione della maggior parte dei fatti riportati in questo lavoro è stato il mio più grande piacere a Spa. Fin dai primi giorni che sono stato lì, mi sono fatto riferire ad iniziare dall'Apotecario Salpeteur [Chimico di Spa] tutti gli elementi che la riguardano [l'Acqua], come l'Analisi che ha fatto delle Fontane, l'esperienza dell'Anguilla e dei Vermi morti nell'Acqua di Pouhon, della guarigione singolare della Signora Doumal, di cui aveva parlato il mio amico e il nome nella descrizione che fa dell'orribile insetto in esame: affinché la mia testimonianza possa aggiungere qualcosa alla sincerità dell'Autore, l'opinione pubblica può contare su questi fatti, come su tante altre verità dette.

Ero appena tornato da Spa, quando andai a ringraziare il mio amico per le intuizioni che il “Journal” mi aveva dato, e per il grande piacere che mi aveva dato affidandolo a me. Ma prima di consegnarglielo, lo pregai molte volte di incoraggiarlo a farne una copia e a renderla pubblica. Si scusò a lungo per il suo rifiuto, ma infine, preoccupato dalla fiducia sull'utilità che avrebbe potuto derivare a chi si fosse trovato nella mia stessa situazione, mi lasciò il manoscritto a condizione che l'Autore rimanesse anonimo, che rielaborassi alcuni punti del Manoscritto e che cancellassi tutti i nomi di coloro che entrarono nelle piccole Storie di cui si racconta e di come fecero parte dei suoi giovamenti. Gliel'ho promesso e mantengo la parola. Ho fatto ancora di più: perché in circostanze che potevano incidere sulla reputazione della persona, ho spostato la scena, cambiato il titolo delle persone e la data dei fatti, per renderli assolutamente irriconoscibili. Questa precauzione che non altera mai la sua sostanza, solo si estende ai nomi che potrebbero dare un nesso alla calunnia; altresì nelle cose indifferenti mi sono accontentato di sopprimere il nome lasciando la sola iniziale.

Riguardo a questi racconti, anche se temessi meno l'avversione dell'Autore per tutto ciò che è falso o favoloso, la sua accuratezza nel raccontare cose di cui mi sono convinto ai miei occhi, non mi lascerebbe alcun dubbio del resto. Quello del Barone de P... per esempio, e quello del cosiddetto Conte de L... erano così pubblici a Spa, che ritroveremo a lungo le bassezze dell'uno, le stravaganze dell'altro. I lettori meno creduloni potranno sopportarlo come me, e con questi, la storia di molte persone di Liegi e Verviers che ogni anno vengono alle Terme di Spa. Ma siccome non voglio cedere all'esattezza del mio Amico, devo avvisare in buona fede il Lettore di alcuni fatti successivi al viaggio dell'Autore, come i punti che riguardano il famoso curato di Asnieres, i Giansenisti, l'ultimo periodo della Storia dello sfortunato Conte di T. e alcuni altri fatti che li ho dedotti secondo il permesso dell'Autore, come Aneddoti, che il tempo ha poi rivelato di cui il Pubblico è sempre curioso.

Dopo queste precisazioni sulla natura e le ragioni di questa piccola opera, non mi resta che chiarire che essa lascia nella mente delle persone, l'impressione di piacere che mi ha provocato nel leggerla come luoghi. Le stampe che ho fatto incidere con cura aiuteranno in questo senso la fantasia di chi non ha fatto questo viaggio. L'Autore ha ancora tra le mani un'opera sulle terme di Aix. Il gusto del pubblico deciderà la sorte dell'altro».


Riportare in modo più approfondito i numerosi esperimenti, descrizioni, nozioni e fatti raccontati in esso occuperebbe tempo e spazio assai cospicui. Tuttavia si riporterà l'episodio di una “Demoiselle du Païs de Liège”, già menzionata dall'editore nell'introduzione: una donzella altolocata malata che si recò a Spa nella speranza di curare la sua malattia attraverso un trattamento di depurazione, che consisteva nell'ingerire in modo sistematico l'acqua minerale ferriginosa dalla fontana di Pouhon nel centro cittadino. La tavola che riassume la seguente storia è proprio quella dell'INSETTO SORTO DAI RENI DI UNA SIGNORA, nella quale si raffigura un'iscrizione monumentale tra putti e decori paretali, e un piccola fontanella in basso, quella di Pouhon,  su cui giace con la voce “a grandezza naturale” un grosso verme parassita con due aculei in prossimità della bocca, uscito integralmente attraverso le vie urinarie della nobildonna, dopo aver ingerito l'acqua depurativa della sorgente Pouhon. La stessa tavola sarà così evocativa e celebre che verrà scelta come antiporta calcografica nelle edizioni successive.


«Il giorno dopo trovammo molte meno persone del solito alla Fontaine du Pouhon. La maggior parte dei Bevitori l'avevano lasciata per andare alle altre Fontane, che sono fuori del Villaggio; perché, come ho già accennato, oltre al Pouhon, esistono ancora quattro fontane minerali, di cui le due più famose sono la Geronstere e la Sanveniere; le altre due, conosciute sotto il nome di Tommelet e Barissart, sono estremamente trascurate. Ordinariamente, e preferibilmente sempre, chi deve bere ad altre Fonti, si prepara bevendo per una dozzina di giorni le Acque del Pouhon: perché secondo i Medici e i Chimici queste Acque contengono infatti tutte le proprietà dei vari Minerali che si trovano in natura; così che comunemente lo consideriamo come la quintessenza e l'elisir di altre fonti. Questa osservazione si basa su indicazioni mediche, che Sr. Salpeteur, Chimico e Apotecario di Liegi, confermarono dalle analisi quotidiane che fece di queste acque. Dato che quest'uomo ha l'abitudine di venire a Spa ogni estate da più di trent'anni, e c'è un negozio ben fornito dei Farmaci più necessari, andiamo da lui come al Caffè, e tutti sono contenti di ascoltarlo. Siamo entrati anche lì. La sua casa, benché piccolissima, è comodissima ai Bevitori, in quanto è all'angolo della Fonte, e contiene piccoli appartamenti necessari allo scorrere dell'acqua. Questo buon uomo, che passò tutta la sua vita osservando queste Fontane, ci ha insegnato cento cose curiose. Tra l'altro ci racconta che il Pouhon è un veleno mortale per vermi, infezioni e per tutti gli animali ad esso imparentati. Lo ha sperimentato con i nostri occhi. Fece subito riempire una grande vasca con l'acqua del Pouhon, ne riempì un'altra con acqua fresca, che andò ad attingere egli stesso dalla Fonte che era in mezzo alla Piazza. Questo, in ciascuno di questi vasi, mise una piccola anguilla molto vivace. Disponemmo con cura l'Orologio sul tavolo. Colui che era nell'acqua minerale fece altrettanti sforzi

per uscirne, anche se fosse stata nell'acqua bollente; e dopo pochi movimenti, scoprì di essere lì da più di quattordici minuti. Abbiamo ripetuto questa esperienza con i lombrichi e le rane, che avevamo fatto andare a prendere dai nostri servitori nel prato. I vermi che furono immersi nell'Acqua di Pouhon vi furono immediatamente uccisi; la Rana visse lì per un'ora; mentre i Vermi e l'altra Rana che erano nell'acqua dolce, vissero fino a mezzogiorno, e l'Anguilla visse ancora lì il giorno dopo. Questa esperienza ci confermò la suprema utilità di queste Acque nelle malattie vermicolari; perché si deve presumere che siano mortali anche per gli Insetti che si generano nel corpo umano. L'Apotecario ci mostrò a questo proposito la figura di uno straordinario Insetto, che una Signora della Terra di Liegi aveva reso attraverso l'urina, alcuni anni prima. Il fatto è molto curioso da scoprire ed ecco cosa accadde. Una donzella altolocata e nobile produceva da diversi anni una discreta quantità di sangue attraverso l'urina, ed aveva dolori ai reni molto brucianti. Questa malattia non fu però continua, e gli incidenti che la seguirono non furono altrettanto violenti, ma gli intervalli della malattia gliela resero ancora più penosa al suo ritorno. La sua spesso ripetuta perdita d'animo e la sua follia l'avevano così esaurita da renderla estremamente debole. Aveva consultato tutti i medici del paese, i quali, non riuscendo a comprendere appieno la natura del suo male, l'avevano sommersa di medicinali contrari o almeno inutili. Uno di loro, più giusto, confessandole le sue incertezze dovute alla malattia, gli consigliò di andare alle Terme di Spa, e di assumere le acque di Pouhon. La donzella seguì il suo consiglio, e si sentì bene: le Acque ebbero su di lei gli effetti soliti, anche se la debolezza la costringeva ad ingerirla ogni mattina a letto. Il suo dolore diminuì dal quarto giorno, e al settimo passò attraverso l'urina l'Insetto di cui vidi il volto. Questo animale somigliava a un pesce, armato in diversi punti di pinne. Aveva una bocca molto larga, e una testa armata di due corna molto aguzze; e nonostante le apparenze, si era formato nei reni di questa Donzella, e lì si era nutrito. Gli aculei di cui era dotato provocavano il dolore di cui lamentava la paziente e, aprendo in modo inefficace i vasi adiacenti, mantenevano questa continua perdita di sangue di cui si tingeva l'urina della Signora. Le Acque di Pouhon, dopo aver ucciso questo animale nella sua ritirata, ebbero ancora la forza di espellerlo per le stesse vie. Da quel momento la donzella guarì al ritorno, e da allora ha vissuto, così ci viene detto, diversi anni. Il volto di questo Insetto ci è sembrato così insolito che ho chiesto all' Apotecario di permettermi di raffigurarlo, e lui mi ha affidato l'impronta che ne aveva. Un prodigio del genere non fu dimenticato a Spa, e furono ancora numerosi gli anziani che testimoniarono il fatto, e parecchi di loro lo attestano ancora oggi».


Il brano sopra riportato trattato dall'opera ci consente di catturare e comprendere la struttura e le finalità della pubblicazione, dallo stile narrativo e discorsivo, che mitiga la descrizione più analitica e clinica di alcuni esperimenti chimici e biologici menzionati, nonostante e chiaramente gli intenti siano di pubblicizzare i benefici delle acque termali sull'essere umano senza ripiegare nel tecnicismo medico-chimico, favorendo aneddoti con alcuni elementi comprovati, nonostante le fonti alle volte potessero essere principalmente orali e non prive di lacune o distorsioni. Il soffermarsi generosamente sull'episodio e sul relativo parassita ci segnala anche l'elevata diffusione di problemi cronici di questo tipo, dovuti principalmente alla contaminazione che alimenti e acqua subivano all'epoca nelle principali città Europee ed oggi assai più rari, comprovati dalle analisi chimica e di laboratorio dell'ultimo decennio fatte nelle fosse biologiche e negli stessi intestini dei corpi rimastici risalenti al medioevo e all'età moderna. E anche grazie alla raffigurazione e descrizione di quello che viene qui genericamente etichettato come un insetto, benché i progressi della classificazione linneana non erano ancora in atto, possiamo individuare in modo più dettagliato la specie e favorirne un quadro clinico più preciso. Molto probabilmente la donzella era affetta da un Dioctophyma renale. Data le fattezze cilindriche e la possibile ubicazione (Europa) del parassita, è possibile che si tratti proprio di questo nematode gigante, che venne descritto per la prima volta solo nel 1782 dal zoologo Johann August Ephraim Goeze. Un verme parassitario a sezione tonda dotato di bocca e pinne che, seppure generalmente molto più piccolo dei platelminti, nella variazione gigante rappresenta un’eccezione, essendo uno dei più grandi nematodi capaci di parassitare l’uomo e dimorare tra i reni, le cavità sanguigne di questi e le vie urinarie.



Copie digitalizzate:




Fonti:




CONDIZIONI

Le condizioni complessive risultano essere più che accettabili (nei limiti del contesto e del buonsenso), con interni in più che buono stato ed esterni discretamente logorati da tempo e ubicazione passata, soprattutto lungo le coste e le cerniere.


Due volumi legati in piena pelle di vitello castano scuro, non esenti da segni di tempo ed ubicazione di rilevante importanza e che, sistematicamente, si menzioneranno laddove presenti. Piatti rigidi, solidi solo parzialmente integri, con pellame sì stirato e tonale, ma screpolato ed escoriato: si segnalano alcuni segni e lasciti di tempo e ubicazione, quali alcune escoriazioni e mancanze dovute a qualche lavorio di d'insetto in prossimità delle cerniere, qualche mancanza agli angoli, macchioline e alcuni lasciti di umidità passata che ne alterano sporadicamente la pigmentazione (cfr. Foto 3).

Costa a 5 nervature esposte, soggetta ad alcune mancanze, soprattutto lungo le cerniere e in prossimità del piede e della testa. Entrambe presentano qualche lavorio estinto di insetto a punta di spillo, distribuiti in modo omogeneo, ma tutti di piccolo diametro. Entrambe le coste sono decorate con decorazioni araldico-floreali incise a secco in oro, ben tonali. Salvo per le mancanze menzionate, il pellame risulta steso, leggermente screpolato, ma privo da rilevanti segni di deterioramento (cfr. Foto 2).

Alla prima sezione, tassello in marocchino bordeaux ben preservato e tonale, su cui spaziano titolature sempre incise a secco in oro riportanti titolo sintetizzato e n° del tomo, nel complesso ben preservati (cfr. Foto 2).

Sulle Unghie, brevi sezioni screpolate e piccole mancanze agli angoli. Cuffie Assenti. Capitelli presenti e funzionali, con forse leggera mobilità (cfr. Foto 2 - 4).

CERNIERE COMPLETAMENTE LISE E DETERIORATE, con pellame completamente ferito dovuto a tempo, ubicazione, consultazione e lavorio estinto di insetto. Difetto ben visibile e che si presenta su entrambi i volumi in entrambi i lati. I piatti risultano ancorati al tronco con discreta resistenza per mezzo delle corde e/o dei contropiatti, ma si consiglia di usare relativa cautela, data la possibile fragilità - cfr. foto 3). Tagli sani, spruzzati in rosso, ben tonali e congrui; leggermente bruniti quelli di testa  (cfr. Foto 3).


Gli interni nel complesso risultano essere integri e privi di gravosi segni di tempo di rilevnate entità. Guardie e contropiatti in carta bianca sporadicamente arrossata e/o brunita ai margini. Presente al contropiatto del dritto in ambedue i volumi ex libris ottocenteschi (cfr. foto 5).

Carteggio complessivamente integro e asciutto, colore tenuamente olivastro, discretamente irrigidito, ma con carte asciutte, integre e complessivamente limpide. Nel dettaglio, si segnalano occasionali tenui bruniture e tenui arrossature, principalmente a margine interno su qualche carta, soprattutto d'inizio e di fine; raramente sullo specchio. Segni mai compromettenti la consultazione del corpus stampato o da risultare gravosi. Per il resto, non si rilevano fioriture, gore, lasciti di muffa, strappi, fori, mancanze o compromissioni; altresì corpus stampato ben tonale, integro, sano, leggibile e totalmente godibile.

Tavole calcografiche ripiegate in ottime condizioni, integre, senza mancanze o pieghe scomposte, tonali e ben ancorate. Vignetta ai front, iniziali, finalini e cornici xilog. tutti tonali e ben preservati. Legatura, nel complesso, ancorata, senza debolezze alle cuciture, le quali risultano sane e robuste.



[Per tutti i segni e lo stato del carteggio si consultino le foto 5-16]




Per una verifica autonoma di quanto descritto, invito cordialmente a consultare il corredo fotografico.


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