COCOTTE E MALAVITOSO BOZZETTO ORIGINALE PROB PER "LA GHIRBA" 1918 POICHE' PROVENE DA UN BLOCCO DI MATERIALE DELLA RIVISTA 

 rivista di trincea "la Ghirba" diretto da Ardengo Soffici. 
Autore italiano non identificato non reperibile su google image
cm 20x10


Il nome scelto per questo giornale di trincea richiama l’espressione gergale “lasciarci la ghirba”, rimetterci la pelle; in realtà ghirba significa otre, ed indica la borraccia per l’acqua in dotazione ai soldati. Ideatore e direttore del giornale fu Ardengo Soffici, pittore delle avanguardie del primo Novecento, interventista della prima ora e vicino agli ambienti futuristi. Il giornale venne pubblicato tra l’aprile e il dicembre del 1918, e ne uscirono 29 numeri.
Rispetto ad altri giornali di trincea si presentava con illustrazioni graffianti e una forte vena satirica, all'insegna del motto “La guerra è amara, addolciamola con l'allegria”. Fu anche il più salace dei giornali di trincea, con la corrispondenza fra il fante “Arcibaldo Dalla Daga” e la bella “Teresina Dal Fodero”.
Mezzi di propaganda per definizione, i giornali di trincea, nati all'indomani della disfatta di Caporetto per risollevare il morale delle truppe, dovevano dare l'impressione di essere compilati ed illustrati dall'interno delle trincee, da gente che sapesse realmente cos'era la vita del soldato.
Non fu difficile trovare tra le file dei cinque milioni di soldati mobilitati chi nella vita civile svolgeva lavori “intellettuali”: giornalisti, scrittori, pittori, illustratori, umoristi... l'intera generazione tra i venti e i quarant'anni era mobilitata ed in uniforme. E così Soffici reclutò per la Ghirba Giorgio De Chirico, Silvio Canevari, Aldo Zamboni. Fece anche appello al contributo di tutti i ranghi dell’armata, proponendo l'uso della burla e dell’ironia:

“Vorremmo che la rivista fosse fatta dalla truppa. […] Ci sono certamente nei reggimenti uomini pieni di buon umore, conta balle famosi, caricaturisti, fredduristi. Che ognuno di loro scriva, disegni quello che gli passa per la testa; pubblicheremo più che potremo, e l’autore avrà un segno della nostra soddisfazione […] Vorremmo che La Ghirba rivelasse il genio popolare d’Italia, come rivelerà la sua sicurezza di vincere”.