Scheda del Libro

AutoreStephen Schneck

TitoloIl portiere di notteSc[Titolo orig.: The Nightclerk: Being his perfectly true confession]

Collanai Coralli, #249

EditoreEinaudi

Anno: 1968 (II Edizione)

TraduzioneAttilio Veraldi

Copertina: Rigida con sovracoperta

Pagine: 208

Stato di conservazione: Come Nuovo

Descrizione

I

l Premio Formentor ha portato alla ribalta una singolare figura di scrittore: un esordiente dalla perizia scanzonata e maliziosa, già pienamente padrone dei suoi mezzi espressivi. Questo Stephen Schneck che sorride beffardo dalle fotografie è un «personaggio» che sarebbe piaciuto a Hemingway: nato a New York nel 1933, ha vissuto a lungo in Messico e in America Centrale «allevando cavalli e sperimentando gli effetti dei funghi allucinogeni», sbarcando il lunario come pilota di uno yacht da noleggio e titolare di uno studio fotografico per cover girls.

A San Francisco, dove vive da qualche anno, Schneck si è scoperto scrittore, e il manoscritto del Portiere di notte, inviato alla Grove Press di New York, che fa parte dei tredici editori del Premio, si è aggiudicato i diecimila dollari del Formentor.

In un laido albergo di San Francisco, J. Spenser Blight, portiere di notte, governa sei piani di stanze da affittare ai clandestini dell'amore, agli aspiranti suicidi, ai pervertiti, alle professioniste del vizio. Mentre sopra la sua testa si realizza il repertorio completo del patologico, Spenser, «il più grasso personaggio della letteratura americana», procede a una sua «ricerca del l'erotismo perduto» (e forse mai posseduto), divorando le avventure dei tascabili erotici, ritagliando donnine dai giornaletti pornografici e soprattutto rivivendo nella memoria un giro del mondo erotico, compiuto insieme alla perversa moglie Katy.

Alternate con le orge che si svolgono ai piani superiori, le fantastiche avventure di Spenser si srotolano per elenchi, in cui tutto il repertorio erotico viene a disporsi in un grande collage «top». Via via, il delirio di Spenser si dilata, diventa irreale, l'albergo si deforma in un grottesco labirinto, le vicende più assurde e improbabili si sciolgono e si aggrovigliano nel fumetto.

È in questa sospensione tra reale e irreale che Schneck realizza la sua divertita satira della pornografia, avvalendosi degli stessi grotteschi materiali offerti senza tregua dall'industria del sesso. Una satira che fonde nel suo gustoso meccanismo Burroughs e Nabokov, Evelyn Waugh e i Marx Brothers, sciogliendosi in una smorfia di disillusa ironia.