Un bambino di tre anni vede impacchettare frettolosamente i suoi vestiti, i suoi giocattoli, gli amati soldatini. È il 29 marzo del 1814: Napoleone Bonaparte junior, re di Roma, deve abbandonare Parigi, prima che i nemici del padre entrino in città. Dopo un lungo viaggio arriverà Vienna, presso la corte dell'Imperatore Francesco I e lì comincierà una nuova vita con un altro nome e titolo (Franz duca di Reichstadt), seguendo un penoso percorso di controeducazione tra atteggiamenti ribelli e accettazione passiva, malinconie e speranze tardive. In un affascinante gioco di specchi, in bilico tra l'intima verità della poesia e l'inafferrabile verità della storia, Francesca Sanvitale alterna pagine di grande sensibilità interiore con gli scenari storici dell'epoca. Se da un lato rivivono la cultura e la società del primo Ottocento, tra Parigi e Vienna, dall'altro la suggestiva figura del protagonista si fa avvincente metafora di una condizione umana violentemente sradicata e destinata a soccombere.

Franz, cresciuto tra atteggiamenti ribelli e accettazione passiva, nevrosi e malinconie, non abbandonerà mai la memoria del padre fino alla morte precoce, a soli 21 anni, per tubercolosi.