Scheda del Libro

AutoreRichard Wagner

TitoloDiario veneziano [Lettere a Matilde Wesendonck e dal Diario di Cosima Wagner]

EditoreCorbo & Fiore

Anno: 1983

Curatela e PresentazioneGiuseppe Pugliese

PrefazioneIvo Prandini

Introduzione, traduzione e note al 'Diario'Nevia Capello

Tavole (2)Walter Piacesi

IllustrazioniFotografie in B/N

CopertinaMorbida

Pagine350

Stato di conservazione: Ottimo

ContenutoQuesta è la storia dell'incontro di un artista con una città: Wagner Venezia. Un incontro - per gli eventi che ne hanno tracciato l'itinerario e scandito il ritmo - destinato a fare di Venezia una protagonista della vita e dell'arte del musicista.  Sei i soggiorni veneziani di Wagner, dal 1858 al 1883. All'origine di ciascuno di essi - simile ad un Leitmotiv - due condizioni: il bisogno di fuggire da qualcuno e da qualcosa, quasi ossessivo pedale psicologico di una esistenza tormentata, irrequieta, eternamente insoddisfatta. Fuga dal mondo esterno, sempre ostile, dagli affanni, dai problemi pratici, dalle tempeste sentimentali, dalle fatiche quotidiane.

Il bisogno, sempre più acuto, doloroso, di un rifugio sicuro (il foscoliano "porto" ove trovare quiete) in una città amica, discreta, capace di accoglierne e capirne le contraddittorie, tumultuose aspirazioni, placarne l'animo, avvolgerlo in quell'isolamento e in quel silenzio tanto a lungo vagheggiato.

Questa città - Wagner non ha dubbi - è Venezia, come egli stesso scrive a Franz Liszt: «è risaputo che Venezia è la città più tranquilla, vale a dire la meno rumorosa del mondo e questo mi fa decidere assolutamente per essa». Una mano invisibile sembra tessere i fili veneziani del destino di Wagner, sin dal primo incontro, avvenuto dopo la rottura con Minna:  «... mentre l'uragano si addensava sull'Asilo, Wagner ebbe la gradita visita di Hans e di Cosima Bülow».

«Non è - osserva il Kapp - coincidenza curiosa che in quell'ora decisiva, alla vigilia della catastrofe più importante della vita intima di Wagner, le tre donne che erano chiamate a svolgere una parte capitale nella sua vita - Minna, Matilde e Cosima - si sono trovate riunite?»

Fuga dall'Asilo; fuga da Minna, la moglie fedele, pratica ma petulante, una sorta di Santippe ottocentesca, intellettualmente troppo lontana da un genio di cui non capi mai ideali artistici e aspirazioni; fuga da Mathilde Wesendonck, la ispiratrice di Tristano e Isotta, forse l'ideale amoroso di tutta la sua vita; fuga da Cosima, all'epoca ancora moglie di Hans Von Bülow...