IL CALCIO E IL CICLISMO ILLUSTRATO
Annata 1958

dal n. 1 al n. 52 
(52 riviste)


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Riassunto del campionato di Serie A - 1957/58:

In ambito regolamentare, la squadra classificatasi al penultimo posto avrebbe dovuto giocare uno spareggio interdivisionale contro la seconda classificata della Serie B. L'introduzione di una regola transitoria per le retrocessioni sottolineò lo stato caotico in cui versava all'epoca la dirigenza federale: in prima battuta, infatti, per dar maggior spazio alla nazionale azzurra il Consiglio Federale aveva deliberato la riduzione del campionato a 16 squadre dal 1958 (per cui quest'anno ci sarebbero state tre retrocessioni a fronte di un'unica promozione dalla serie cadetta).[1]

La delibera trovò però la ferma opposizione della Lega, che la denunciò come invalida per abuso di potere e dettata da motivi politici.[2] Il braccio di ferro continuò per mesi finché il nuovo presidente della Lega, Giuseppe Pasquale, succeduto a Saverio Giulini escluso dal caos seguente al disastro di Belfast — ovvero l'esclusione dell'Italia dalla fase finale del campionato del mondo 1958 per la sconfitta nelle qualificazioni contro l'Irlanda del Nord, il 15 gennaio 1958 —, riuscì a imporre un eponimo lodo che a metà stagione cancellò la riduzione degli organici e, anzi, riuscì a rendere solo eventuale una delle due retrocessioni, nell'intento di una maggior garanzia degli investimenti fatti dalle società della massima categoria per sostenere il professionismo.

Calciomercato

Il mercato estivo ebbe tra i protagonisti il Milan, l'Inter e il Bologna, che piazzarono colpi di rilievo internazionale.[3] I rossoneri campioni uscenti acquistarono l'argentino Ernesto Grillo; anche il suo connazionale Antonio Angelillo sbarcò a Milano, sponda nerazzurra, mentre i felsinei si aggiudicarono Humberto Maschio e lo jugoslavo Bernard Vukas,[3][4] quest'ultimo tra i mattatori nella partita che la nazionale balcanica vinse nettamente (6-1) contro l'Italia il 12 maggio 1957.[5][6]

Proprio quella sfida aveva destato l'interesse di varie società italiane per il calcio serbo-croato: con alterne fortune, lo stesso Bologna (Ljubo Benčić), la Lazio (Milovan Ćirić) e il Torino (Blagoje Marjanović) s'indirizzarono verso allenatori slavi.[7] Più fortunata sarà in questo senso la Juventus, che affidò a Ljubiša Broćić[7] una squadra pur ricca d'incognite in avvio, causa gli ingaggi degli ancora poco conosciuti John Charles e Omar Sívori.[8]

Avvenimenti

Girone di andata

La partenza sorrise alla Juventus, con Charles sugli scudi. Sei vittorie in altrettante giornate permisero alla squadra bianconera di raggiungere la vetta solitaria, seguita a ruota dal buon Napoli.[3] Ben poco felice fu l'inizio del Milan, che vinse solo una volta nelle prime quattordici partite ritrovandosi così in piena zona retrocessione.[9]

A destare sorpresa furono inizialmente le neopromosse; la ritrovata Alessandria, interprete di un solido catenaccio, rimase a lungo nelle posizioni medio-alte della classifica,[10] e così il debuttante Verona che condusse un girone di andata di buon livello. Tuttavia, a mettersi in luce e a dimostrare una migliore continuità fu soprattutto il Padova di Nereo Rocco, anch'esso votato in larga misura alla difesa, ma benedetto dalla vena degli attaccanti Hamrin e Brighenti.[11]

La Juventus fece suo il simbolico titolo di campione d'inverno, tenendo a debita distanza le inseguitrici; l'arretramento dell'esperto Boniperti a trequartista aveva permesso a Charles e Sívori di esprimere tutto il loro potenziale sotto porta.[12]

Girone di ritorno

Una nuova serie di risultati utili, all'inizio del girone di ritorno, permise ai bianconeri di allungare a +8 sui pur vivaci patavini, che si lasciarono dunque raggiungere dalla Fiorentina, nuovamente seconda, e dal Napoli.

A tre turni dal termine la Juventus vinse matematicamente il titolo, diventando la prima squadra italiana a cucirsi sul petto la stella dei dieci scudetti vinti.[8] Distanti le milanesi, none: il Milan seppe comunque compensare la débâcle in campionato con un buon cammino in Coppa dei Campioni,[9] dove giunse in finale. Le squadre milanesi torneranno a concludere un campionato a pari punti nella stagione 1990-91.

In zona retrocessione piombò il Verona, artefice di un pessimo girone di ritorno, presto seguito dall'Atalanta, mentre Sampdoria e Genoa recuperarono posizioni solo nel finale. La classifica fu però sconvolta dal giudice sportivo, che declassò d'ufficio i bergamaschi ritenuti colpevoli di tentato illecito nella gara giocata a Padova:[13] alle gare di qualificazione contro i cadetti del Bari si presentò dunque il Verona, doppiamente sconfitto dai pugliesi.[3]


Riassunto del campionato di Serie B - 1957/58:

Nonostante qualche difficoltà nella fase iniziale del torneo, la Triestina, alla prima stagione in Serie B della sua storia, riuscì a guadagnare la vetta. I giuliani ottennero la promozione con due giornate d'anticipo. Più vivace fu la lotta per il secondo posto, che dava diritto allo spareggio in doppio turno contro la penultima della serie A (spareggio previsto dalla nuova riforma del presidente di Lega Giuseppe Pasquale). Il Bari staccò il Venezia, uno dei protagonisti dei primi diciassette turni, a poche giornate dal termine, chiudendo al secondo posto e sconfiggendo il Verona (dopo il declassamento dell'Atalanta) nel doppio confronto a Bologna e Roma; poté quindi festeggiare il ritorno in A dopo 8 anni. Da segnalare il campionato del neopromosso Prato, terzo al termine del girone d'andata. Per l'allargamento del torneo a 20 squadre, non fu decretata invece nessuna retrocessione. 


Riassunto del campionato di Serie C - 1957/58:

Il campionato di Serie C vinto dalla Reggiana e dal piccolo Vigevano trascinato dal capocannoniere Giuseppe Orlando, fu l'ultimo disputato a girone unico nazionale. La formula in vigore poneva infatti due problemi: il primo era quello dei costi delle trasferta nell'intera penisola, alquanto gravosi per le società di così basso livello, il secondo era quello dell'eccessivo salto con la sottostante Quarta Serie, composta da ben otto gironi interregionali. Nella seduta del Consiglio federale del 20 luglio 1957,[1] ispirandosi alla struttura dell'epoca della Third Division inglese, la FIGC decise dunque la suddivisione della categoria fra Nord e Sud a partire dalla stagione successiva, bloccando le retrocessioni e cercando diciotto nuove squadre nel sottostante campionato di Prima Categoria.

Per ovviare ai rischi di falsare il finale di stagione a causa della mancanza delle retrocessioni, in corso d'opera la Lega decise di riesumare la Coppa Italia garantendone l'accesso ai primi otto club della terza serie, anche se alla fine un pari merito proprio in ottava posizione, cui non vi era tempo di porre rimedio con uno spareggio, vanificò uno degli ingressi.

Il Pavia è fallito ed è stato conseguentemente radiato dai ruoli federali l'11 settembre 1957. Successivamente è stata fondata l'Unione Sportiva Pro Pavia, affiliata alla Lega Regionale FIGC Lombarda e iscritta direttamente in Prima Divisione Lombardia 1957-1958, in quanto dotata di adeguati standard economico-infrastrutturali. Questo nuovo club fu totalmente distinto dal precedente. Il Siracusa, precedentemente retrocesso, è stato quindi riammesso in Serie C per occupare il posto lasciato dal Pavia.


Riassunto del Giro d'Italia 1958:

Il Giro d'Italia 1958, quarantunesima edizione della "Corsa Rosa", si svolse in venti tappe dal 18 maggio all'8 giugno 1958, per un percorso totale di 3 341,1 km. Fu vinto da Ercole Baldini.

Ultima partecipazione di Fausto Coppi al Giro (si classificò 32simo, a 52'14" da Baldini).