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LA DOMENICA DEL CORRIERE

Rivista del 8 Settembre 1963
Anno 65 nr. 36


pagine: 56
dimensioni: 38 x 28 cm

 

IN PRIMA PAGINA:

Odor di Mafia. Giuseppe Marcello Mancuso, ritenuto mafioso, è stato catturato a Corleone in Sicilia, grazie al fiuto di un cane-poliziotto che ha individuato, sotto una botola nascosta da un pesante baule, il suo nascondiglio


NELL'ULTIMA PAGINA:

Secondo la sentenza di un pretore di La Spezia, non sono condannabili le belle ragazze che usano pubblicamente succinti pantaloncini ma piuttosto certe invereconde matrone che esibiscono incautamente le loro masse carnose

ALL'INTERNO:


 Lo straordinario salvataggio di Hazleton: due minatori sepolti da una frana a una profondità di 100 metri sono salvati dopo una serie di trivellazioni dopo 14 giorni.
Dischi volanti e creature extraterrestri: due enigmatici uomini-pesce catturati nelle acque del Messico ?
I famosi 45 giorni (8^ puntata): una incredibile leggerezza fa dell'armistizio un disastro.
Il presidente Kennedy doveva essere un altro: il fratello Joe junior.
Gli italiani in Alto Adige: non ci vogliono, non ci hanno mai voluto.
Vita dura per i fotoreporter nei santuari musulmani
Il personaggio della settimana: Carlo Dapporto







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LEGGENDO LA STORIA

 


CONDIZIONI DELLA RIVISTA:    BUONE, NORMALI SEGNI DEL TEMPO, SOVRACOPERTINE ASSENTI
NOTE PARTICOLARI:   PAGINE CENTRALI STACCATE

NB: LA RIVISTA PROVIENE DA UNA RACCOLTA RILEGATA: POSSIBILI SEGNI DEL TEMPO COME PICCOLI STRAPPI E PIEGHE O SEGNI DI COLLA SUI BORDI


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La Domenica del Corriere è stato un popolare settimanale italiano fondato a Milano nel 1899 e chiuso nel 1989. 
Fortemente voluto da Luigi Albertini, allora direttore amministrativo del Corriere della Sera,apparve per la prima volta nelle edicole l'8 gennaio 1899 come supplemento illustrato del Corriere della Sera. Non fu concepito come periodico di informazione, per non risultare un doppione del quotidiano. Venne pensato come «settimanale degli italiani». Doveva scandire, come un calendario, le loro giornate liete, le loro tragedie, i loro fatti piccoli e grandi.
La prima e ultima di copertina erano sempre disegnate. Il Corriere si avvaleva di un giovane disegnatore, Achille Beltrame, allora sconosciuto, a cui veniva affidato in ogni numero il compito di rendere con la sua tavola il fatto più interessante della settimana.
Dopo la sua morte nel 1945, fu sostituito da Walter Molino che, come il suo predecessore, firmò memorabili copertine. A differenza dei settimanali dell'epoca, la Domenica del Corriere diede ampio spazio alle fotografie e ai disegni, e questo fu uno dei motivi del suo successo.
Nel corso degli anni venti e trenta, il periodico divenne uno dei principali strumenti di informazione non solo della borghesia colta ma di buona parte della popolazione italiana alfabetizzata. In questo periodo divenne il settimanale più venduto in Italia: le vendite raggiunsero le 600.000 copie.Sulle pagine della Domenica del Corriere trovarono una vetrina popolare anche le grandi firme del Corriere, da Luigi Barzini a Indro Montanelli.
Indro Montanelli fu il primo direttore dopo la fine della guerra; lasciò la direzione alla fine del 1946 per tornare al Corriere della Sera. Dopo Montanelli cominciò la lunghissima direzione (18 anni) di Eligio Possenti, critico teatrale, che guidò la Domenica fino al 1964, coadiuvato dal direttore "ombra", lo scrittore Dino Buzzati.
Per tutti gli anni cinquanta La Domenica fu in testa tra i settimanali con 950.000 copie di tiratura (con un picco di 1.300.000 nel 1952-53).
A partire dagli anni settanta, la concorrenza dei settimanali d'informazione - come L'Europeo, Panorama e L'Espresso - portò a una graduale ma inarrestabile crisi di copie. A nulla servì cambiare la prima pagina (Guglielmo Zucconi direttore), rinunciando per sempre alle copertine disegnate, per adottare la fotografia, come gli altri settimanali popolari.
Dopo vari tentativi di rilancio tra anni settanta e ottanta - uno dei quali affidato alla direzione di Maurizio Costanzo - la Domenica del Corriere nel 1989 chiuse definitivamente i battenti per decisione del gruppo editoriale Rizzoli-Corriere della Sera, per trasformarsi in un nuovo settimanale di cronaca nera e rosa chiamato Visto, che poco o nulla aveva a che fare con la storia e la tradizione della Domenica del Corriere.
Gli ultimi cinque direttori della Domenica del Corriere furono Maurizio Costanzo, Paolo Mosca, Antonio Terzi, Pierluigi Magnaschi e infine Marcello Minerbi, che fu poi il primo direttore di Visto.