Scheda del Libro

AutoreMario Donadei

TitoloL'Italia delle cartoline (3 voll., 1848-1974)

Editorel'Arciere

Anno: 1977-1979 (I Edizione, numerata)

IllustrazioniFotografie a colori

Ricerche iconografiche (terzo volume)Silvano Bonetti

CopertinaRigida

Pagine125 + 126 + 126

Stato di conservazione: Più che Buono

Contenuto: «I poeti, anche quelli veri che volevano procombere, ma amavano i gelati alla crema oltre la patria, quasi sempre morivano nel loro letto fra ceri, acquasantiere e ripudi dei detti famosi che li confinavano nella scomoda anticamera infernale della massoneria.

I poeti, fosse pur stato il grandissimo Giacomo Leopardi o Giosuè Carducci più permeabile alla retorica o l'immaginifico D'Annunzio che coniava al tempo stesso lo slogan per «La Rinascente» e gli accesi motti guerrieri per i suoi legionari, avevano quasi tutti curato la pagina pubblicitaria della storia, rompendo le scatole ai dotti, obbligati a credere che due sole cose belle avesse il mondo: l'amore e la morte.

I poveri, unici fruitori e vittime di quel lancio pubblicitario che durò secoli affumicati di polvere da sparo, non avevano letto i versi famosi, ma soltanto quelli popolari che s'allineavano zoppicando sotto i cannoni e le bandiere nell'iridata santa ingenuità delle cartoline illustrate.

Noi le abbiamo allineate qui senza il solito vezzo dissacratore della nuova retorica, appagata del suo gratuito coraggio di rovesciare un mondo, dopo essersi assicurata che fosse ben morto. Noi non osiamo ridere di questi messaggi minori, ma appena sorriderne, perché quasi sempre più veri di quelli aulici assurti al funerale di prima classe dei libri, cari ai quattro intellettuali che li tesaurizzano nello scrigno tarlato della cultura.

Gli autori di questi quadri, molto più naif di quelli che falsificano il sentimento dell'infanzia ad opera di scaltrissimi suoi imitatori, sono, pur lavorando inconsciamente su commissione dei padroni, l'unico spiraglio per intravedere la storia con le sue verità e le sue bugie regolamentari, in quella fucina che bene o male forgiò per oltre un secolo l'oleografia della patria, per i poveri, destinatari di tutte le cartoline, da quelle «precetto» a quelle illustrate, che in qualche modo cercavano di giustificarla.»

[Gino Giordanengo]