MACERATA-GREGORIO XVI (1831-1846), Relazione delle Dimostrazioni di gioja date dalla città di Macerata in occasione, che la Santità di Nostro Signore Papa Gregorio XVI. felicemente Regnante vi fece dimora nei giorni 9. 10. e 11. Settembre dell'Anno 1841. e di quali graziose espressioni si servì la Santità Sua per dimostrarne il suo Aggradimento. Scritta da Antonio Natali li 10. di Ottobre dell'istesso anno 1841. Manoscritto cartaceo. Macerata, 10 ottobre 1841

IL MENU DEL PAPA

In folio (mm. 298x205). Cc. 26, di cui l'ultima bianca, numerate modernamente [1: titolo], 1-24, [1 bianca]. Vergato in elegante e chiara grafia. Titolo entro bordura. Il manoscritto è rilegato in una bella legatura tardo-ottocentesca in marocchino marrone a grana piccola con ricche impressioni in oro sui piatti e al dorso, dentelles interna e contropiatti in carta marmorizzata (firmata sul piatto anteriore da Giresta), riadatta per il volume in tempi recenti con l'aggiunta in fine di sessantacinque carte bianche. Ottimo stato di conservazione.

Il manoscritto contiene una relazione sconosciuta ed inedita dei festeggiamenti, cerimonie e banchetti, con relative spese sostenute, per il soggiorno di papa Gregorio XVI a Macerata nei giorni 9-11 settembre 1841.

Il giorno 19 agosto 1841 arrivarono voci da Roma, fra cui quella del potente neoeletto sostituto della Segreteria di Stato Giacomo Antonelli, di un imminente passaggio, con relativa sosta, del papa a Macerata. Gregorio XVI compì effettivamente un viaggio “diplomatico” in tutte le città, cittadine e grossi borghi dell'Umbria e delle Marche. Scopo ufficiale del viaggio era la visita al Santuario di Loreto, ma sembra chiara anche la volontà di far sentire alle popolazioni di quelle terre pontificie la vicinanza e l'affetto del Santo Padre, dopo le turbolenze e i malesseri provocati dall'annosa e ancora fresca presenza delle truppe austriache e francesi a seguito dei moti del 1830-‘31.

La notizia, come si può ben immaginare, eccitò grandemente gli animi di coloro che avrebbero dovuto organizzare le accoglienze e dei cittadini tutti. Il gonfaloniere, barone C. Narducci Boccaccio, convocò la sera stessa del 19 un consiglio straordinario che deliberò di conferire al gonfaloniere stesso e alle magistrature locali la somma di 2000 scudi e anche più in caso di bisogno. Avuta questa autorizzazione Narducci Boccaccio elesse un comitato, composto dal conte T. Campagnoni, dal conte T. Carradori e dal marchese C. Costa, con il compito di provvedere a restaurare, ammobiliare ed abbellire il palazzo della legazione, dove il papa avrebbe soggiornato. Si nominò inoltre una guardia d'onore di dodici giovani di bell'aspetto, scelti fra le “primarie famiglie patrizie”, ma poi non fu attivata perché il Santo Padre fece sapere che non voleva altre guardie, se non le sue nobili. Si sollecitarono chiese e principali palazzi a contribuire ad un'illuminazione straordinaria per l'evento; lo stesso per gli addobbi con cui abbellire gli edifici sul cammino del corteo papale. Di questo fu incaricato Antonio Natali, autore della presente relazione. L'entusiasmo fu tale che si decise di erigere una porta monumentale che si sarebbe chiamata Porta Gregoriana (la cosa tuttavia non ebbe poi seguito). Arrivarono dal Vaticano i signori Bertazzoli e Spagna in qualità di commissari straordinari per verificare che tutto procedesse secondo la prassi e il cerimoniale.

Il papa partì da Roma il 30 agosto e, dopo aver visitato Camerino e Tolentino, giunse in Macerata il 9 settembre alle ore 10 del mattino, fermandosi davanti a Palazzo Ugolini sfarzosamente addobbato. Seguono la descrizione dei costumi dei maggiorenti, un'orazione di rito, la consegna delle chiavi della città