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L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA

Rivista del 10 Ottobre 1909
Anno 36 nr. 41

pagine: 28
dimensioni: 41 x 29 cm

 

 

Ecco un po' di contenuti all'interno:

- La consegna della bandiera di combattimento alla corazzata "Roma".
- L'arrivo dell'esploratore Cook a New York.
- Il primo aerostato sul Bosforo: Scutari, Vecchio Serraglio, ponte di Galata.
- Col maestro Mascagni al teatro Costanzi.
- Giovanni Grasso nella "morte civile".

- La città di Adria interdetta dalla Santa Sede.
- Gli ufficiali italiani al concorso ippico di San Sebastiano in Spagna.
- Sven Hedin al lavoro.



 


CONDIZIONI DELLA RIVISTA:    MOLTO BUONE, SOVRACOPERTINE PRESENTI
NOTE PARTICOLARI:  NESSUNA


NB: LA RIVISTA PROVIENE DA UNA RACCOLTA RILEGATA: POSSIBILI SEGNI DEL TEMPO COME PICCOLI STRAPPI E PIEGHE O SEGNI DI COLLA SOLO SULLE SOVRACOPERTINE


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L'illustrazione Italiana è stata una rivista settimanale italiana con sede a Milano, pubblicata ininterrottamente dal 1873 al 1962 per un totale di quasi 5 000 numeri. Insieme a La Domenica del Corriere e a La Tribuna illustrata è stato uno dei settimanali illustrati più letti in Italia dalla fine Ottocento all'avvento della televisione. 
Fondata a Milano con la testata «Nuova illustrazione universale», fu edita dalla casa editrice Fratelli Treves, fondata da Emilio Treves, il quale fu anche il primo direttore della rivista. Tra i redattori si annovera Eugenio Torelli Viollier, che fonderà nel 1876 il Corriere della Sera.
Circa due anni dopo la fondazione, il 1º novembre 1875, la rivista viene rinominata L'illustrazione italiana (riprendendo la testata che Camillo Cima aveva lanciato nel 1863) e comincia ad avere un'ampia diffusione negli ambienti della medio-alta borghesia, grazie alla qualità degli articoli e soprattutto delle illustrazioni, spesso affidate ad artisti di primo piano come Achille Beltrame, Pietro Scoppetta, Luigi Bompard, Giuseppe Cosenza ed Ettore Ximenes (il quale svolgeva anche le funzioni di vicedirettore).
Oltre che all'opera di artisti di grido, il pregio delle fonti iconografiche era dovuto anche alla scelta di utilizzare per la stampa incisioni in legno invece che litografie, che consentivano di ottenere un'altissima resa a partire dai bozzetti di base. Tale qualità fu mantenuta poi nel tempo anche in seguito all'avvento della fotografia, tecnica che vide rappresentati sulle pagine dell'«Illustrazione» alcuni tra i migliori fotogiornalisti nazionali: Armando Bruni, Mario Crimella, Giulio Parisio ed Emilio Sommariva. La prima fotografia venne pubblicata sul numero del 18 luglio 1885 (una spada del XVI secolo conservata nel Museo Poldi Pezzoli di Milano). Con l'avvento della fotografia la rivista adottò la carta patinata, che garantiva una migliore qualità delle immagini.
Per quanto riguarda la scrittura dei testi, il periodico si avvalse della collaborazione, in qualità di articolisti, di alcuni dei nomi più importanti della letteratura italiana, fra cui ricordiamo Giosuè Carducci, Grazia Deledda e Luigi Pirandello (premi Nobel per la letteratura), lo scrittore verista Giovanni Verga, il poeta Gabriele D'Annunzio, il critico letterario e favolista Luigi Capuana ed Edmondo De Amicis, autore del celeberrimo romanzo "Cuore", capolavoro della letteratura per ragazzi.  La grande fortuna dell'Illustrazione Italiana durò fino alla morte di Emilio Treves (1916), dopo la quale, pur avendo ancora tra i propri collaboratori scrittori del calibro di Eugenio Montale, Elio Vittorini, Salvatore Quasimodo, Riccardo Bacchelli, Italo Pietra, Niccolò Giani e Sergio Solmi, la rivista cominciò a mostrare i segni di un lento declino.
La promulgazione delle leggi razziali fasciste accelerò il processo in atto: nel 1939 la Treves dovette cedere l'azienda alla Garzanti. Verso la metà del 1942, in seguito agli eventi della seconda guerra mondiale, L'illustrazione rallentò le sue uscite, fino ad essere trasformata in mensile nel 1951 da Livio Garzanti. Gli anni cinquanta videro la crescita vertiginosa dei rotocalchi, settimanali popolari di attualità. «L'Illustrazione Italiana» vide ridursi progressivamente il suo spazio, finché Garzanti la chiuse nel 1962.
L'editore Guanda riprese la testata alla fine del 1981 e la ripubblicò con periodicità bimestrale. Il tentativo non incontrò sufficiente fortuna e la rivista fu chiusa nel 1996.