GIORGIO DE CHIRICO  lettera  " O ”

                                                         n° 2067 / 5000

Tema  : L'ALFABETO DI BOLAFFI ARTE

Autore: GIORGIO DE CHIRICO


Fotolitografia eseguita per la serie " L'ALFABETO DI BOLAFFI ARTE" n° 32 Estate 1973, firmata e numerata con timbro a secco BolaffiArte

copia n. 2067/5000

Serigrafia, 7 colori - Silk-screen printing,7 colors

Misure /Size: 30x23,5 cm

Anno di Edizione / Year of Edition: 1973

Firmato‘’ Giorgio de Chirico in basso al centro. 
Numerato sul retro - Signed‘ Giorgio de Chirico in the bottom center part. Numbered on the back

Garanzia di autenticità dell'opera e della firma a mezzo punzone a secco di BolaffiArte - Guarantee of authenticity by a dry stamp of BOLAFFIARTE in the bottom left par 

Eccellente qualità di conservazione / Excellent preservation quality


 Giorgio De Chirico 1888-1978

   

      La nascita della pittura metafisica avvenne a Firenze nel 1910. I quadri di questo periodo erano memorabili per le pose e per gli atteggiamenti evocati dalle nitide immagini.

Mentre era ricoverato all'ospedale militare di Ferrara nel 1917, de Chirico conobbe il pittore futurista Carlo Carrà, con cui iniziò il percorso che lo portò a perfezionare i canoni della pittura metafisica: a partire dal 1920 tali teorizzazioni furono divulgate dalle pagine della rivista "Pittura metafisica". Questa sarà ispiratrice di architetture reali realizzate nelle città di fondazione di epoca fascista, dove il razionalismo italiano lavorerà anche su formespazi e particolari architettonici metafisici (PortolagoSabaudia ecc.).

Nel 1924 conobbe l'attrice ballerina Raissa Calza e tra loro sbocciò un intenso sentimento. Si stabilirono a Parigi e Raissa abbandonò la danza per dedicarsi esclusivamente agli studi di archeologia a la Sorbona. Trascorsero insieme un periodo florido e ricco di successi; de Chirico dipinse alcuni ritratti di Raissa: Figura in verde (Ritratto di Raissa) 1926, L’ésprit de domination 1927, Gli archeologi 1929, Ritratto di Raissa 1930, Bagnante (Ritratto di Raissa). Il 3 febbraio 1930, quando il legame era già in crisi, si sposarono[22]. Ispirato dai libri di studio della moglie, iniziò a dipingere soggetti archeologici, un omaggio alla classicità riproposta però in modo inquietante: ne furono noti esempi Ettore e Andromaca 1917 e Ville romane. Il matrimonio durò pochi mesi, alla fine del 1930 il pittore si innamorò di Isabella Far (1909-1990[23]) che divenne la sua seconda moglie e gli restò accanto fino alla morte.

La figura del manichino, presente anche nell'opera "Le muse inquietanti", dell'uomo-automa contemporaneo (Il grande metafisico1917), gli fu invece ispirata "dall'uomo senza volto", personaggio di un dramma del fratello Alberto Savinio, pittore e scrittore.

In seguito, de Chirico collaborò alla rivista "La Ronda", che teorizzava una rivisitazione completa dei classici e una sincera fedeltà alla tradizione. Partecipò all'esposizione di Berlino del 1921. Ebbe un periodo di contatto con il surrealismo esponendo a Parigi nel 1925: le sue opere successive erano contraddistinte dal virtuosismo tecnico e rappresentavano un tributo e un ringraziamento al periodo barocco. Nel 1949-50, de Chirico aderì al progetto della importante collezione Verzocchi (attualmente conservata presso la pinacoteca civica di Forlì), proponendo, oltre ad un autoritratto, l'opera Forgia di Vulcano. Nello stesso anno alcune sue opere vennero esposte al MoMa di New York[24]. Tra esse anche "Le muse inquietanti" della Collezione Gianni Mattioli di Milano.

Secondo lo studioso Ubaldo Nicola, alcune opere di de Chirico - e in particolare la pittura metafisica di cui egli fu l'iniziatore - sarebbero state stimolate dalle frequenti cefalee, di cui l'artista, proprio come Picasso, notoriamente soffriva, subendo il disturbo dell'aura visiva.[25] De Chirico fu anche incisore e scenografo

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