SALVATORE FIUME lettera " K "
n° 2724 / 5000
Autore : SALVATORE FIUME
copia n. 2724 / 5000
Fotolitografia, 8 colori / Photolithography, 8 color
Misure /Size: 30x23,5 cm
Anno di Edizione / Year of Edition: 1972
Firmato ‘Fiume’ in basso al centro. Numerato sul retro / Signed " Fiume " in the bottom center part. Numbered on the back
Garanzia di autenticità dell'opera e della firma a mezzo punzone a secco di
BolaffiArte /Guarantee of authenticity by a dry stamp of BOLAFFIARTE in the
bottom left part
Eccellente qualità di conservazione / Excellent preservation quality
Fotolitografia
eseguita da Bolaffi Arte n°23 Ottobre 1972
Salvatore Fiume nasce a Comiso nel 1915. A sedici anni vince una borsa di
studio per il Regio Istituto per l’Illustrazione del Libro di Urbino dove
acquisisce una profonda conoscenza delle tecniche della stampa d’arte:
litografia, serigrafia, acquaforte e xilografia. Nel 1936, terminati gli studi,
si reca a Milano, dove conosce artisti e intellettuali fra cui Dino Buzzati e
Salvatore Quasimodo. Nel 1938 si trasferisce a Ivrea, presso la Olivetti, come
direttore artistico di una rivista culturale particolarmente cara al presidente
Adriano Olivetti. Nel 1943, Fiume ottiene il suo primo successo con un’opera
letteraria, il romanzo autobiografico Viva
Gioconda!.
Per potersi dedicare completamente alla pittura, nel 1946 lascia la
Olivetti e si stabilisce a Canzo, vicino a Como, dove adatta a studio un’enorme
filanda dell’Ottocento che dal 1952 diviene la sua residenza definitiva e oggi
è la sede della Fondazione a lui intitolata. Nel 1948, poiché la sua pittura,
fortemente influenzata dal Quattrocento italiano e dalla pittura metafisica di
Giorgio De Chirico, Alberto Savinio e Carlo Carrà, fatica a imporsi, dipinge ed
espone con successo una serie di dipinti ispirati alla tradizione e al folklore
spagnoli, firmandoli Francisco Queyo, un pittore gitano inesistente di cui
inventa la storia di perseguitato politico esule a Parigi. Nel 1949 tiene la
sua prima mostra ufficiale, sempre a Milano, dove le sue Isole di statue e Città di statue suscitano
molto interesse presso la critica ed il direttore delle Collezioni del MoMA di
New York, Alfred H. Barr Jr, acquista la Città
di statue del 1947 per il prestigioso museo americano.
Nel 1950, Savinio favorisce la sua partecipazione alla Biennale di Venezia dove
espone il trittico Isola di statue, ora nella collezione dei Musei Vaticani. Risale agli anni Cinquanta anche
la prima esperienza di Fiume nella scenografia, attività che
proseguirà con successo per tutta la vita lavorando per i più grandi teatri
dell’opera italiani ed europei. Nel 1951, l’illustre architetto Giò Ponti gli
commissiona un enorme dipinto di 3 metri per 48 per il salone di prima classe
del transatlantico Andrea Doria. Fiume vi rappresenta una immaginaria città
rinascimentale italiana ricca di capolavori d’arte di varie epoche storiche,
che purtroppo va perduta nell’affondamento della nave al largo dell’isola di
Nantucket, in Massachusetts,
nel 1956. Nel 1953 le riviste Life e Time gli
commissionano, per le loro sedi di New York, una serie di opere raffiguranti
una storia immaginaria di Manhattan e della Baia di New York, che Fiume
reinventa come Isole di statue. Fra il 1949 e il 1952, su invito dell’industriale Bruno Buitoni Sr,
Fiume realizza un ciclo di dieci grandi dipinti sul tema delle Avventure, sventure e glorie dell’antica Umbria, oggi conservati a Perugia nella Sala Fiume di Palazzo Donini. In
occasione della grande antologica del 1974 al Palazzo Reale di Milano, Fiume
realizza una riproduzione in polistirolo, a grandezza naturale, di una parte
delle rocce dipinte nella valle di Babile in Etiopia durante un viaggio nel
1973, occupando quasi interamente l’enorme Sala delle Cariatidi. Nella stessa
occasione, presenta per la prima volta la Gioconda africana, ora nei Musei
Vaticani. Negli anni Settanta, Fiume comincia a produrre opere con la tecnica
della scultura e alcune di esse sono oggi collocate in luoghi di grande
importanza come il Parlamento Europeo di Strasburgo, le sedi di Milano e Roma
dell’ospedale San Raffaele, la città di Marsala con il gruppo della Fontana del Vino e il Museo
del Parco di Portofino.
Tra le altre grandi mostre si ricordano quelle a Roma presso Castel
Sant’Angelo nel 1985 e presso Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia, nel
1992. Sue opere si trovano in alcuni dei più importanti musei del mondo tra i
quali i Musei Vaticani, il Museo Ermitage di San Pietroburgo, il MoMA di New
York, il Museo Puškin di Mosca e la Galleria d’Arte Moderna di Milano.
Salvatore Fiume muore a Milano nel 1997.