LA TRIBUNA ILLUSTRATA

Rivista Originale del 8 Marzo 1914
Anno 22 nr. 10

pagine: 16 (+4)
dimensioni: 37 x 28 cm



IN PRIMA PAGINA:

Essad Pascià e la missione albanese offrono al principe di Wied la corona d'Albania (E. Abbo)

NELL'ULTIMA PAGINA:

Una pattuglia di cavalleggeri di Caserta, in ricognizione nel Fezzan, sorprende una carovana nemica di rifornimento, l'assalisce e la cattura (E. Abbo)

ALL'INTERNO:

La principessa Elisabetta di Romania figlia del principe ereditario Ferdinando della quale si annunzia il fidanzamento con Giorgio di Grecia
Sua altezza reale il principe ereditario
Egle Andolfato
La principessa Jolanda di Savoia
Le prime giornate di corse a Napoli
I 508 nelle maschere di Girus (XVII serie)
Le figure della settimana: Claude Debussy (in una caricatura di Prampolini)
Il carnevale a Roma e a Nizza




... e molto altro ancora

 

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CONDIZIONI DELLA RIVISTA:    BUONE, NORMALI SEGNI DEL TEMPO, SOVRACOPERTINE PRESENTI
NOTE PARTICOLARI:     LEGGERE MACCHIE DEL TEMPO IN ALCUNE PAGINE


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La Tribuna illustrata fu un settimanale italiano pubblicato a Roma. Insieme a La Domenica del Corriere e a L'Illustrazione Italiana fu il settimanale illustrato preferito dagli italiani nel periodo che intercorse dalla fine dell'Ottocento all'avvento della televisione.
Fondato nel gennaio 1890 come supplemento del quotidiano La Tribuna, il primo numero uscì il 6 gennaio (secondo altre fonti, il 16 gennaio).
Il formato della rivista era 27x38 cm, un formato poco più grande del tabloid. La prima e l'ultima pagina erano a colori, disegnate da pittori ed incisori affermati. Ogni numero conteneva 16 pagine.
Nella prima metà del XX secolo fu forte la rivalità con «La Domenica del Corriere». Durante la Seconda guerra mondiale le pubblicazioni furono interrotte dal luglio 1944 al marzo 1945.
Negli anni Cinquanta «La Tribuna», dopo aver conteso alla «Domenica del Corriere» il primato nel settore dei settimanali illustrati, perde il confronto. Il concorrente veleggia sopra il milione di copie, mentre le vendite del periodico sono atterrate a 48.000. Per Via Solferino è facile fare un'offerta e acquisire il settimanale. Alfredo Pigna, vicedirettore della Domenica, viene fatto trasferire a Roma con il compito di riportare la rivista a produrre utili. Il nuovo direttore si circonda di giovani di talento: Viviano Domenici, Raffaele Fiengo, Gianfranco De Laurentiis, Giovanna Grassi, Bartolo Pieggi, Vincenzo Nani e Graziella Berandi. Risultato: dopo cinque anni le copie sono più che raddoppiate.
Nel 1966 la Domenica passa da settimanale popolare a settimanale d'attualità. Si prevede che le vendite ne possano risentire. La Tribuna intercetterà le copie in libera uscita e prenderà il suo posto nelle fasce basse di pubblico. Fortunatamente, la Domenica perde molto meno di quanto si prevedesse e tiene bene anche presso il pubblico meno colto. L'editore decide di fare una scelta drastica, "sacrificando" la Tribuna perché non porti via copie alla Domenica. La testata è cambiata in un anonimo T-7. È l'inizio della fine per lo storico settimanale, che nel 1969 viene tolto dalle edicole, pochi anni dopo aver festeggiato il 75º anniversario. L'ultimo numero esce il 29 giugno di quell'anno.