Il senso del movimento: 
Glossario della classica terminologia sportiva

Editore: ESA - Edizioni Scientifiche Abruzzesi
Autore: Gabriele Gravina
Anno: 2006
Pagine: 167
Lingua: Italiano
Misure: 22 x 28 cm
Formato: Copertina morbida

Lo sport, in un'accezione praticamente uguale a quella moderna, ha accompagnato il cammino dell'uomo occidentale fin dall'inizio della sua storia, dando continuamente la misura del corso di una civiltà. Quando una civiltà fiorisce e comincia a crescere, vediamo l'attività propriamente sportiva fiorire e crescere con essa; il declino e la decadenza di un popolo o di un territorio, peraltro, si accompagnano sempre con un declino, un impoverimento o una censura delle attività sportive. Gli antichi Greci misuravano il loro tempo a partire dalla prima Olimpiade, il 776 a.C.: a quella data la civiltà ellenica aveva già una sua dimensione, una sua definizione, una sua storia e i suoi giochi. La distinzione fra la nozione di "educazione fisica" e quella di "sport" era già definita più o meno come la intendiamo oggi al tempo della prima Olimpiade: all'attività atletica e all'esecizio del corpo, per scopi militari o di benessere, si contrapponeva, fin da molto prima, l'organizzazione di competizioni che avessero regole, premi, spettatori, vincitori e vinti e anche professionisti e dilettanti. Le Olimpiadi riuscirono a codificare e, propriamente, fondare lo sport moderno e a codificarsi come un evento la cui popolarità e il cui impatto pubblico era, facendo le debite proporzioni, superiori a quello attuale. Non è esatto che i conflitti militari venissero interrotti nel corso delle Olimpiadi, tuttavia un atleta che vi partecipasse godeva di una sua immunità, attraversando territori in guerra. L'atleta rappresentava la sua città: una vittoria olimpica poteva significare benefici economici e politici e ciò spinse, con gli anni, alla nascita di un professionismo con caratteri spesso estremizzati e discussi da filosofi e intellettuali, in maniera non meno accesa di quanto avviene oggi sui quotidiani sportivi. La conquista romana, pur non significando la morte delle Olimpiadi, ebbe un forte impatto sullo spirito ideale dei giochi, e nella Roma Imperiale vediamo mutare i contorni dello sport, insieme con le discipline praticate e il tipo di aspettative che il pubblico nutre nei confronti dello spettacolo sportivo. Non è illegittimo immaginare un mondo romano che finisce in qualche modo con l'esasperare l'attenzione alla disciplina sportiva: si può solo azzardare il parallelo con le esagerazioni che proprio in questi anni caratterizzano il calcio e i club in Italia e non solo. Nel 393 d.C. si svolgeva in Elide l'ultima Olimpiade: l'impero Romano andava verso la sua decadenza lasciando posto al Medioevo. Lo sport oggi è però modellato decisamente su quello del mondo antico, che ne ha dato le coordinate ideologiche e ne costituisce, nel bene e nel male, uno specchio. Come è avvenuto per altri compartimenti della nostra cultura (si pensi, tanto per fare un esempio, alla navigazione o al diritto), l'importanza delle Olimpiadi e dei giochi fu tale da sopravvivere a tanti secoli in cui le attività sportive furono messe in ombra. E il mondo dello sport moderno può trovare nel mondo antico suggerimenti, indicazioni, aneddoti, storie ed esempi, da imitare o da evitare.


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