Dai risvolti della copertina:
Il gioco è parte integrante della vita del ragazzo. In esso egli manifesta le sue risorse, sviluppa le sue facoltà, estrinseca le sue energie, esprime la propria personalità.
Un ragazzo che non gioca è malato o deficitario: non è un ragazzo.
II gioco è sintesi di componenti fisici, spirituali, psicologici: nel gioco il ragazzo prende consapevolezza di sé e mette in luce gli aspetti più reconditi del suo mondo intcriore, in clima di libertà e spontaneità.
L'educazione deve usare del gioco come strumento di scoperta dell'educando, come mezzo di formazione, come spinta all'autoeducazione. Bisogna finalizzare il gioco, senza appesantirlo o deformarlo, senza sovrapposizioni di sorta. Cosi diviene scucia di virtù morali, esercizio a'Ia resistenza e al controllo personale, spinta alla socialità, polarizzazione di energie.
Il saper far giocare è arte, intuizione, fantasia : è segno di un patrimonio rinnovan-tebi di valori educativi acquisiti attraverso lo studio, la riflessione e l'esperienra. Chi sa educare con il gioco è un grande educatore.