Alvar Gonzalez-Palacios
IL MOBILE IN LIGURIA
Con la collaborazione di Edi Baccheschi
Ed. Banca Carige 1996
pagg. 351+(1)
numerose fotografie a colori e in b/n
 Formato 24,5X30,6 cm. circa
cop. rileg. in tela con sovraccoperta illustrata
Stato: ottimo

Dai risvolti della sovraccoperta:

Per quanto la mobilia ligure sia stata oggetto di un volume monografico dettato nel 1949 dal più industrioso ricercatore dell'argomento, Giuseppe Morazzoni, seguito da un repertorio di Edi Bacchéschi del 1962 (nello stesso anno apparve un compendio fotografico, limitato al sólo Settecento, di Lelio Canonero) molto resta da dire su quanto si approntò nell'antica Repubblica in questo particolare aspetto del vivere civile. L'Autore esamina quattro secoli di arredi liguri considerandoli innanzitutto come opere d'arte e adoperando per Ja sua investigazione gli stessi metodi Utilizzati negli studi dedicati alle arti maggiori. Sebbene la storia del mobile italiano si trovi ancora in ' una fase che si potrebbe paragonare a quella della pittura come era alla fine del secolo scorso, in questo volume non ci si limita ad offrire un riassunto di quanto si sapeva fino ad oggi. Nonostante la vastità della materia, molte sono le novità, dovute non soltanto ad un riesame approfondito di documenti conosciuti -ma non necessariamente utilizzati in questo campo - e di idtri inediti. La nota esperienza dellmutore in un più vasto settore di studi europei ha consentito anche un ricollocamento della mobilia genovese in un ambito internazionale mettendo in evidenza quelle che a suo giudizio sonò le più valide espressioni locali, soprattutto gli arredi intagliati di tipo scultoreo  che hanno la loro massima espressione fra Sei e Settecento con in testa i pochi lavori certi di Filippo Parodi. Ciò non ha comunque impedito una attenta disamina della produzione ligure che trova i suoi punti più alti nei cori rinascimentali di Genova e Savona, in un gruppo eccezionale di cassoni di parata, nella grande ebanisteria settecentesca (i famosi quadrifogli), in certi squisiti manufatti neoclassici per finire con l'atticità di un curioso personaggio, l'ebanista e imprenditore Enrico Tommaso Peters. Il volume si avvale anche della documentazione fornita da Edi Bacchéschi che da anni attende a questi studi.

(1905N.POD-CA5)