Andrea Quarto
E' nato a Lucca nel 1959.
All'età di ventisei anni, nel 1985, attraversò il deserto del Sahara con una carovana di nomadi.
Fu un viaggio fantastico di 50 giorni da Zagorà in Marocco a Timbuktù in Mali.
L'installazione che ne segui (prima ancora che la pittura) rivelò non solo la bellezza di quei paesaggi,
ma "la meditativa immensità e purezza del deserto: un luogo dove la vita pare assolutamente impossibile,
dove il vento e la sabbia sono i veri padroni".
Per alcuni anni Quarto ha giocato sul "limite" estremo delle forme e dei colori:
dove "limite" significa l'estremo grado di percezione sensoriale.
Oggi Andrea Quarto è uno degli artisti più validi di una generazione che pur
si può ancora chiamare giovane (la prima mostra, a Forte dei Marmi, risale al 1977).
Quel che è mutato è la graduale fusione della luce, cioè la definizione di un'atmosfera
che risponde ad un determinato "clima". Predominano sempre i colori freddi,
con gli inconfondibili azzurri e viola; ma le "rotture" dei rossi e dei gialli sono meno violente.
I colori, tendono sempre più a fondersi; i gialli diventano meno elettrici e tutto acquista
un tono generale che affascina. Siamo in un ambito che si potrebbe definire neonaturalistico
e che risponde alle esigenze stesse della cultura più attuale:
laddove il pittore sente e trasmette il respiro della terra, le sue vibrazioni, i suoi profumi, la sua vitalità.
L'arte, pur rispondendo alla perfezione di una tecnica base, interpreta la qualità sensoriale
di un ambiente che è assimilato e nel contempo reinventato,
cioè riportato nell'alveo di una poetica fantasia.