Nerina Noro

 Acquaforte -  I manichini

esemplare 5/20

 

 

 

Raffinatissima opera dell'artista Nerina Noro ( 1908 - 2002).

Acquaforte titolata "I manichini",  esemplare 5/20.

Firmata in basso a sinistra Nerina Noro.

Nerina Noro è tra le maggiori protagoniste dell'arte vicentina del '900. Nata il 21 marzo 1908 a San Gallo in Svizzera, si trasferisce ben presto con la famiglia a Vicenza, iniziando la propria educazione artistica sotto la guida del padre pittore e perfezionandosi poi all'Accademia di Belle Arti di Venezia con Virgilio Guidi e Bruno Saetti. Fin da giovane partecipa a importanti mostre d'arte nazionali (Bevilacqua La Masa 1936, Quadriennale di Napoli 1937, Biennale di Venezia 1938). Il suo talento trova definitiva affermazione negli anni Quaranta, quando l'autrice si dedica in particolare al ritratto dal vero. Dopo un difficile periodo della vita privata, durante il quale si butta a capofitto nel lavoro e nell'insegnamento, la Noro abbandona il disegno di impostazione classica - siamo intanto negli anni Cinquanta - per un tratto più asciutto. Il colore, nel frattempo, si fa da un lato più assorbente, dall'altro esplora registri inconsueti. Solo nella seconda metà degli anni Sessanta si farà strada l'astrattismo, seguito, nel decennio successivo, da una spazialità definita soltanto attraverso il colore. La Noro riprenderà poi il figurativo, ma con canoni diversi da quelli del primo periodo. Autrice di racconti, poetessa in lingua italiana e dialettale (le sue raccolte di versi sono state riunite nel 1994 in un unico volume, Polvare de ala, curato da Giorgio Faggin ed edito da Neri Pozza), Nerina Noro ha dialogato con i personaggi più rappresentativi della nostra cultura artistica e letteraria, privilegiando quelli più scomodi e singolari, come Goffredo Parise o Neri Pozza. In tutta la sua opera, Vicenza è una presenza ricorrente, sia nei personaggi dipinti che nei versi delle poesie. Una Vicenza assai lontana dalle immagini da cartolina, fatte di palazzi patrizi e di vedute luminose. L'artista predilige la città dei rioni popolari e degradati, abitati da un'umanità semplice che percorre i bassifondi e frequenta le osterie. Più difficilmente incastonabile entro schemi precisi la produzione grafica, il cui inizio è databile agli anni Quaranta. In questo campo - più ancora che in quello della pittura - la sua cifra stilistica sfugge a classificazioni o riferimenti a scuole e movimenti, per quanto la sua produzione in questo settore non debba essere affatto intesa come meramente complementare a quella pittorica. "Essa si colloca sin dall'inizio", afferma Resy Amaglio che sull'opera grafica della Noro ha scritto un saggio per il catalogo della mostra, "sopra un piano completamente autonomo, sia per la precisa aderenza alle tecniche del mezzo, sia per le motivazioni che determinano e animano questa scelta espressiva. Nerina Noro trova qui il modo più idoneo per svelare ciò che la pittura non dice, attraverso il più antico linguaggio, dove domina il segno, assoluto, che si riappropria così dell'essenzialità di codice primo della comunicazione". (Città di Vicenza).

VICENZA. Nerina Noro, artista di una città di provincia che in fondo non l'ha mai capita. Ma ora, a due anni dalla sua morte, riesce a recuperarne la memoria. A rivalutarne il lavoro pittorico e grafico. La riscopre coerente e fortemente se stessa. Anche dietro i ritratti che non la raffigurano, ma in fondo parlano sempre di lei. Del suo vissuto, del suo dolore, del suo essere donna e artista a Vicenza. Città che ora le dedica una personale allestita in Basilica Palladiana al Salone degli Zavatteri, dove finalmente si fanno conoscere le sue opere ad olio e le sue magistrali acqueforti.
La mostra «Nerina Noro (1908-2002) - Il volto e la maschera», organizzata dall'assessorato alle Attività Culturali del Comune, è curata da Giuliano Menato, il quale la introduce cosi nel catalogo (curato da Menato e con un saggio di Fernando Bandini, Agorà Factory editore): «Nessun artista vicentino della sua generazione - la più ricca di ingegni pittorici del Novecento, la più copiosa di risultati rilevanti - può vantare uno stile inconfondibile come quello di Nerina Noro, particolarmente affinato nel genere del ritratto, ritenuto da tutti il centro dei suoi interessi di donna e della sua ricerca di artista». E si sa che «essere artista più o meno grande significa, tra le altre cose, possedere uno stile singolare, espressione di un talento non comune, oltre che una sicura padronanza del mestiere», per dirla ancora con le parole di Menato.
Nata il 21 marzo 1908 a San Gallo in Svizzera, si trasferi con la famiglia a Vicenza, iniziando la propria educazione artistica sotto la guida del padre pittore e perfezionandosi poi all'Accademia di Belle Arti di Venezia con Virgilio Guidi e Bruno Saetti. Fin da giovane partecipò a importanti mostre d'arte nazionali (Bevilacqua La Masa 1936, Quadriennale di Napoli 1937, Biennale di Venezia 1938). Autrice di racconti, poetessa in lingua italiana e dialettale (nel 1994 fu pubblicata la raccolta Polvare de ala, curato da Giorgio Faggin ed edito da Neri Pozza), Nerina Noro ha dialogato con i personaggi più rappresentativi della nostra cultura artistica e letteraria, privilegiando quelli più scomodi e singolari, come Goffredo Parise o Neri Pozza. (La tribuna di Treviso).

Veramente molto bella e di ispirazione surrealista.

Ottime condizioni.

Provenienza:  collezione privata.

Misura:  la parte incisa cm  28 x cm 19

il foglio misura circa  cm 50 x cm 35

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Grazie per aver visionato la pagina. Potrai trovare altri interessanti libri sotto aceccob .

La spedizione verra' effettuata tramite posta raccomandata, pacco celere 1 o pacco celere 3, a seconda dell'importo del libro. E' esclusa la spedizione per posta prioritaria non rintracciabile sul sito delle Poste Italiane.