I Racconti del Convento è considerato uno dei classici della letteratura erotica vittoriana. Scritto in forma anonima, venne pubblicato nel 1866 dall'editore William Dugdale. Questi, per oltre quarant'anni, fu il principale riferimento dell'editoria pornografica britannica, attività che gli costarono innumerevoli perquisizioni della polizia e molti anni di prigione, dove infine morì nel 1868. La sua prolifica produzione consisteva in parte di lavori originali, ma soprattutto in ristampe di testi pornografici pubblicati in precedenza in altre lingue e tradotti nella quasi totalità da James Campbell Reddie. Non si sa con assoluta certezza se questo sia il caso dei Racconti del Convento, anche se l'ambientazione e il plot suggeriscono un'origine francese. Il protagonista, infatti, è un giovane che, in abiti femminili, è costretto a rifugiarsi con la madre in un convento per sfuggire alle purghe repubblicane della Francia rivoluzionaria. Ma l'aggancio storico termina qui ed il racconto procede come nei più classici romanzi a sfondo pornografico. Una volta all'interno del convento, il giovane Augustus scoprirà ben presto gli appetiti entusiastici delle monache per attività non propriamente spirituali, così come le imposizioni libertine regolarmente prese da padre Eustace, il responsabile della disciplina corporale delle novizie. Come da consuetudine, in questo genere letterario, la trama si dipana tra il susseguirsi di attività libidinose di ogni genere, intervellate dalle narrazioni lascive di precedenti esperienze. Negli anni il romanzo ha goduto di molte successive ristampe che ne hanno decretato il successo nell'ambito della letteratura erotica.