OTTIME CONDIZIONI GENERALI. COME NUOVO. INTERNO SENZA NESSUNA MANCANZA O SOTTOLINEATURA.
LIBRO CON COPERTINA CON LA FACCIA DI MASSIMO CARMINATI DIETRO AL TITOLO, POI RITIRATO DAL MERCATO. RICOSTRUISCE TUTTA LA STORIA SIMONE BERNI:

"Di Cuori neri di Luca Telese l’editore Sperling & Kupfer decise una nuova ristampa (dopo quelle del tutto identiche alla prima, del 2008, 2009, 2010 e 2011). Con questa nuova ristampa 2015 si andava a toccare drasticamente il sottotitolo che cambiava in “Dal rogo di Primavalle a Mafia Capitale, storie di vittime e carnefici” ma soprattutto si optava per un cambio di copertina, inserendovi il volto (sia pur in secondo piano, dietro la titolazione) di Massimo Carminati,
Ha ricostruito sapientemente la storia Luigi Mascheroni sulle pagine del Giornale (in data 23 maggio 2015) ed a lui cediamo la parola:
” (…) ed ecco il punto. L’editore Sperling&Kupfer decide (pur di fronte alle perplessità dell’autore, almeno secondo la sua versione) di mettere sulla copertina del libro la fotografia di Massimo Carminati, l’ex Nar ed ex Banda della Magliana arrestato nel dicembre 2014 per associazione a delinquere di stampo mafioso nell’inchiesta «Mafia capitale» sulla corruzione a Roma. Ma cosa c’entrano Carminati e la sua vicenda criminale con i giovani di destra uccisi negli anni ’70? Nulla, appunto. L’accostamento è strumentale, e offende la memoria di quei giovani e dei loro famigliari”
Sì, perché il brillante saggio di Luca Telese è in effetti una disamina sui fatti di sangue che videro coinvolti ventuno giovani di destra negli “anni di piombo“, da Ugo Venturini a Genova (1970) e Carlo Falvella a Salerno (1972) fino a Enrico Pedenovi a Milano (1976) e Nanni De Angelis a Roma (1980), per citarne solo alcuni. Nulla a che vedere con casi più recenti della storia italiana, con dinamiche, finalità e significati di tutt’altro tenore.
Un piccolo editore digitale di destra (www.barbadillo.it) prese di petto la situazione e in quei caldi giorni di maggio 2015 cominciò a lanciare strali e invettive contro la proprietà della Sperling & Kupfer, costola della Mondadori. Tanto tuonò che piovve. E infatti, come giustamente coglie Mascheroni nel suo pezzo:
“(…) caso senza precedenti a memoria di cronista, una piccola combattiva testata online obbliga un editore di peso a cambiare una copertina troppo furba e molto offensiva.”
Così dopo poche settimane esce ancora un’edizione con una nuova veste grafica, stavolta definitiva, per la felicità di tutti."