Il sitar è uno strumento a corda fondamentale nella
tradizione della musica classica indostana (India settentrionale, Bangladesh,
Pakistan, Nepal, Afghanistan). Quello che vi proponiamo è stato costruito,
probabilmente nella seconda metà dello scorso secolo, nel rispetto di una
tradizione che coniuga la bellezza esteriore alla qualità del suono. I
materiali sono per l’appunto quelli tradizionali. La cassa di risonanza, tumba,
è costituita da una mezza zucca, chiusa da una tavola di legno sottile. Una
seconda cassa armonica, più piccola e anch’essa ricavata da una zucca più
piccola, può essere applicata alla parte alta del manico. Il lungo manico, in
legno di toona (cedro rosso indiano) è incavato centralmente per accogliere le
corde di risonanza, il ponte principale è in corno, la meccanica d’accordatura
è interamente in legno, le chiavi delle corde principali sono splendidamente
scolpite in forma di fiore. Le corde
principali sono 7, mentre sono 11 le corde di risonanza. Gli inserti in
madreperla e in osso, gli intagli floreali, le decorazioni geometriche e
zoomorfe parlano dell’amore dell’artigiano per la musica e la bellezza: d’altra
parte lo strumento apparteneva a Nader Zaher, terzo figlio dell’ultimo re
dell’Afghanistan, amante appassionato e noto esecutore della musica classica
indostana.
Su una targhetta è possibile leggere nome e indirizzo del
produttore: “R.S. Mayekar, satar maker, Bombay”. R.S. Mayekar è stato, dal 1930
in poi, uno dei più rinomati produttori di strumenti musicali dell’India
settentrionale. Oggi Bombay si chiama Mumbai, ma la R.S. Mayekar è ancora lì,
con i suoi quasi cent’anni di attività. L’ultimo erede del fondatore,
Lakshmikant Mayekar, non produce più strumenti, ma si impegna nella riparazione
e nel ripristino degli strumenti d’epoca ed attuali.
Buone condizioni, con alcuni danni facilmente riparabili. Le
foto, oltre a confermare le ottime condizioni, sono il miglior modo di
apprezzare, fin nei particolari, questi autentici capolavori.