ARTISTI VARI, Arte Astratta in Italia

Torino, SET 1948

Catalogo/manifesto della prima grande mostra di arte astratta in Italia, Roma, Galleria Roma, Marzo-Aprile 1948. Comitato d'onore: G.C. Argan, P. Bucarelli, G. De Angelis D'Ossat, G. Ghiringhelli, C. Maltese, L. Marchiori, C. Sotgiu, E. Villa, L. Venturi. Comitato organizzativo: A. Perilli, E. Sottsass jr., A. Pizzinato. Testi di E. Sottsass, P. Mondrian, G. Morris, G. Formaggio, Le Corbusier, M. Bill, G. Dorfles, F. Leger, J. Albers, W. Kandinsky. Espongono Accardi, Attardi, Consagra, Dorazio, Dorfles, Dova, Fontana, Garau, Ghiringhelli, Guerrini, Licini, Magnelli, Manisco, Massaglia, Mastroianni, Maugeri, Mazzon, Monnet, Munari, Perilli, Pizzinato, Prampolini, Reggiani, Sanfilippo, Soldati, Sottsass jr., Spazzapan, Turcato, Vedova, Viani. Con 26 riproduzioni

Catalogo-manifesto stampato fronte/retro

Cm 60 x 46,6, pp. 2, Fogli sciolti (loose pages)
Molto buono (Very Good)

"Credere di poter fare dell'arte facendo delle cose che si dicono astratte, vuol dire credere a uomini che sono nuovi, rispetto a tutti gli altri passati, in quanto hanno qualche cosa da dire soltanto in quel momento che hanno deciso di essere uomini. Dicono soltanto questo: che specie di uomini hanno deciso di essere. Invece cha ad un atteggiamento più o meno perplesso e distratto davanti al mondo ed a se stessi, questi uomini credono ad una esistenza attiva - totalmente attiva - di se stessi nell'ordine del mondo: da una posizione più o meno decadente ed estetizzante questi uomini sono passati ad assumersi l'impegno di una totale presenza e di una continua partecipazione. Questo vuol dire fare dell'arte facendo delle cose astratte. Questo non vuol dire negare la realtà del pane e del vino, ma vuol dire non conoscerla prima di averla risolta e cancellata in una decisione che prima dell'arte non può essere che morale. Da questa decisione si comincia se si vuol fare dell'arte che si dice astratta. Poi, che si dica astratta o concreta questo non è molto importante anche se sotto a queste due parole sta una precisa polemica tra le idee di quelli che le hanno inventate. Perché i concreti dicono che gli uomini hanno da sparire e da annientarsi nella pura concretezza dei mezzi espressivi e gli astratti violentano quella concretezza per lasciargli dentro la traccia della loro presenza. Noi abbiamo messo alla mostra il nome degli astratti perché non crediamo ad un mondo ideale dove ogni cosa diventi ferma e trasparente e dove gli uomini dovrebbero arrivare sublimandosi in puri ordini matematici e geometrici. Noi non siamo degli idealisti. Noi invece crediamo a uomini che sono ancora più uomini perché sono soltanto uomini: si incontrano con altri che sono soltanto uomini". (E. Sottsass jr.)<