JODICE, Francesco (Napoli, 1967), American Recordings

Milano, Humboldt Books 2015 Prima edizione (First Edition)

Testi di Francesco Jodice e Massimo Melotti. Fotografie a colori riprodotte da un'idea dell'Artista. In coda al volume "Frames from American Recordings", immagini da un'installazione audiovisuale su cinque schermi strutturata secondo i principi di una partitura sinfonica che narra la storia del "Secolo Americano" come sineddoche dell'Occidente. Concept grafico da un'idea di Francesco Jodice, Marta Gentile, Francesco Zanot. Il libro è stato pubblicato in occasione della mostra "Francesco Jodice. American Recordings" a cura di Massimo Melotti, dal 17 ottobre 2015 al 10 gennaio 2016 presso il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea

Cm 22x17, pp. 160, Brossura (wrappers)
Ottimo (Fine)

In American Recordings Francesco Jodice racconta il Novecento come il “secolo americano” che ha plasmato l'immaginario collettivo di più generazioni. Jodice traspone in un libro l'omonima opera filmica, una sinfonia che percorre miti ed eroi made in USA e che riflette sul potere delle immagini nella formazione dei processi culturali. A pagina 33 una foto di Donald Trump: "Il sogno americano è ora universale e si espande illimitatamente perchè immateriale, e i detentori della nuova ricchezza priva di sostanza inventata nel 1971 sono visti come dei campioni, dei profeti. Di Donald Trump un giornalista scriverà: "Anche le 5 bancarotte sofferte da Trump sono parte del mito che in fondo piace, perchè, anche nell'ora delle grida alla Thomas Piketty contro la sproporzione della ricchezza negli Stati Uniti, l'abbondanza del denaro, il successo finanziario rimangono nel profondo dell'anima calvinista americana un invidiabile segno di approvazione divina. E ci saranno sempre più elettori disposti a credere in un Ronald Reagan o in un Donald Trump, anzichè pronti a "Occupy" Wall Street". Francesco Jodice è nato a Napoli nel 1967. Vive a Milano. La sua ricerca artistica indaga i mutamenti del paesaggio sociale contemporaneo con particolare attenzione ai fenomeni di antropologia urbana e alla produzione di nuovi processi di partecipazione. I suoi progetti mirano alla costruzione di un terreno comune tra arte e geopolitiche proponendo la pratica dell'arte come poetica civile. E' stato tra i fondatori dei collettivi Multiplicity e Zapruder. Ha partecipato a Documenta, Biennale di Venezia, Biennale di Sao Paulo, Triennale dell'ICP di New York e ha esposto al Castello di Rivoli, Tate Modern Londra, Prado Madrid. Tra i progetti principali l'atlante fotografico What We Want, l'archivio di pedinamenti urbani Secret Traces e la trilogia di film sulle nuove forme di urbanesimo Citytellers.