Lotto 6 Cd musicali
nuovi sigillati con bollino Siae

Diaframma - The Self Years - Self 2017
H.E.R. - Magma - Edel 2008
Cassandra Raffaele - La Valigia con le scarpe - Leave 2014
Radiodervish - Café Jerusalem - Cosmasola 2015
Lucio Leoni - Lorem Ipsum - Lapidarie Incisioni
Ardecore - Sulla strada con Tenco - Premio Nazionale Città Di Loano Per La Musica Tradizionale Italiana
con Antonella Ruggero, Peppe Voltarelli, Faraualla, Elena Ledda

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DESCRIZIONE


Diaframma
Federico Fiumani ha di recente dichiarato che se dovesse salvare un pugno di sue canzoni registrate negli ultimi vent’anni, le prescelte sarebbero quelle incluse in questa raccolta, da lui stesso compilata, dichiarazione che assegna loro il ruolo di migliori rappresentanti della seconda giovinezza artistica del leader dei Diaframma.
I suoi inizi sono indelebilmente legati alla scena darkwave anni 80, quando “Siberia” divenne il manifesto di un’epoca e di un’estetica, ma un Fiumani mai domo fu presto pronto a rigenerarsi come autorevole protagonista del rock italiano d’autore, imponendosi nel tempo come icona transgenerazionale.
Da molti considerato una sorta di Vasco Rossi (da non leggere in senso dispregiativo) del circuito indie alternativo, Federico ha saputo fermare delle istantanee di vita quotidiana in un formato-canzone, con le chitarre sempre in primo piano al servizio di una voce unica, sorretta da quella poetica "sghemba", capace di influenzare in maniera decisiva generazioni di giovani cantautori, anche in tempi recenti. Il solo di chitarra su “Vaiano”, l’irresistibile incrocio di testi e musiche in “Francesca 1986”, il rabbioso spaccato autobiografico ne “I giornì dell’ira”, il passo epico di “Madre superiora” sono solo alcuni dei frangenti nella discografia dei Diaframma che non possono essere trascurati.
Questa raccolta vuole dare una seconda opportunità anche ai testi di Federico, che hanno forgiato una stile personale e riconoscibilissimo (“Le navi del porto”), intrisi di poesia metropolitana e immersi in ganci melodici, liriche capaci non di rado di scavare in profondità con tutta la rabbia del mondo (“I figli sopravvivono”): “The Self Years” conferma che non si può prescindere dalla figura di Fiumani se si intende ricostruire un percorso ragionato del cantautorato rock italiano.
In fondo alla selezione le due registrazioni più recenti: il singolo condiviso con Piero Pelù “Buchi nell’acqua” e l’inedito “Giorni”, ideali ponti costruiti verso il prossimo disco dei Diaframma, che ovviamente Federico sta già scrivendo…Federico Fiumani ha di recente dichiarato che se dovesse salvare un pugno di sue canzoni registrate negli ultimi vent’anni, le prescelte sarebbero quelle incluse in questa raccolta, da lui stesso compilata, dichiarazione che assegna loro il ruolo di migliori rappresentanti della seconda giovinezza artistica del leader dei Diaframma.
I suoi inizi sono indelebilmente legati alla scena darkwave anni 80, quando “Siberia” divenne il manifesto di un’epoca e di un’estetica, ma un Fiumani mai domo fu presto pronto a rigenerarsi come autorevole protagonista del rock italiano d’autore, imponendosi nel tempo come icona transgenerazionale.
Da molti considerato una sorta di Vasco Rossi (da non leggere in senso dispregiativo) del circuito indie alternativo, Federico ha saputo fermare delle istantanee di vita quotidiana in un formato-canzone, con le chitarre sempre in primo piano al servizio di una voce unica, sorretta da quella poetica "sghemba", capace di influenzare in maniera decisiva generazioni di giovani cantautori, anche in tempi recenti.
Il solo di chitarra su “Vaiano”, l’irresistibile incrocio di testi e musiche in “Francesca 1986”, il rabbioso spaccato autobiografico ne “I giornì dell’ira”, il passo epico di “Madre superiora” sono solo alcuni dei frangenti nella discografia dei Diaframma che non possono essere trascurati.
Questa raccolta vuole dare una seconda opportunità anche ai testi di Federico, che hanno forgiato una stile personale e riconoscibilissimo (“Le navi del porto”), intrisi di poesia metropolitana e immersi in ganci melodici, liriche capaci non di rado di scavare in profondità con tutta la rabbia del mondo (“I figli sopravvivono”): “The Self Years” conferma che non si può prescindere dalla figura di Fiumani se si intende ricostruire un percorso ragionato del cantautorato rock italiano.
In fondo alla selezione le due registrazioni più recenti: il singolo condiviso con Piero Pelù “Buchi nell’acqua” e l’inedito “Giorni”, ideali ponti costruiti verso il prossimo disco dei Diaframma, che ovviamente Federico sta già scrivendo…

RADIODERVISH
Nove tracce che, entrando nella dimensione del café mediorientale, ci rivelano il carattere multiculturale di una città dove tradizione e modernità si confrontano. Un viaggio immaginifico che, grazie alla presenza dei racconti degli Hakawati, i cantastorie che animavano i caffè di Gerusalemme, rende possibile accedere con naturalezza in dimensioni fiabesche e surreali parallele. L’eredità culturale palestinese custodita nei semplici oggetti, negli eventi e nella memoria dei personaggi viene mostrata a partire dalla scoperta dell’amore verso il diverso e dall’amara consapevolezza delle difficoltà implicite, in quanto inevitabili trasformazioni hanno mutato il percorso storico di quella terra. Gerusalemme, ancora oggi, continua ad essere al centro di un conflitto singolare, ricco di simboli che condizionano la storia e la coscienza del mondo. Canzoni e brani strumentali si alternano in un affresco impressionistico ispirato ad un testo ambientato nella città contesa concepito da Paola Caridi, scrittrice e giornalista che ha vissuto a Gerusalemme per più di dieci anni. Il testo teatrale è diventato uno spettacolo, prodotto da Teatro Stabile di Genova e Suq Genova, rappresentato lo scorso marzo nel capoluogo ligure con Carla Peirolero, fondatrice e anima del Suq, e Pino Petruzzelli, che ne ha curato anche la regia. Musicalmente il disco risponde alla scelta consapevole di procedere ad arrangiamenti con pochissime sovraincisioni per inseguire un suono vivo e diretto, quasi da orchestra che effettivamente suona in un café mediorientale.
Un leggero filo narrativo fa da collante allo svolgersi dei brani. In primo piano c’è un amore quasi impossibile tra Nura, una donna palestinese, e un ebreo appena giunto nella città Tre Volte Santa, e sullo sfondo campeggia una Gerusalemme che scivola continuamente tra una dimensione storica ed una metaforica e spesso visionaria. L’ascoltatore può immaginare di stare comodamente seduto in un antico cafè di Gerusalemme per godere di storie che si incrociano mentre sorseggia un buon caffè speziato e si prepara ad entrare in una dimensione di tempo sospeso dove i suoni e le parole provano ad evocare i ricordi sbiaditi di un mondo che ha vissuto una travolgente trasformazione a partire dagli anni trenta del secolo scorso.
Line-up: Nabil: Voice, Chorus
Michele Lobaccaro: Acoustic Guitars, Bass.
Alessandro Pipino: Piano, Accordion, Diatonic Accordion, Melodica, Keyboards, Chorus
Adolfo La Volpe: Oud, Electric Guitars, Saz Baglama, Portoguese Guitar, Bowed Banjo.
Pippo Ark D’ambrosio: Cajones, Frame Drums, Cymbals, Percussions, Glockenspiel

LUCIO LEONI
Il romano Lucio Leoni, già membro degli Yugo In Incognito e fondatore di Lapidarie Incisioni, ritorna, a cinque anni da “Baracca E Burattini”, con Lorem Ipsum. Il nuovo lavoro, suonato insieme ad Alessandro Accardi, Laura Piccinetti, Filippo Rea e Daniele Borsato, mescola insieme svariate influenze, pur tenendo come punti fermi il folk, il cantautorato e il rock.
Il raccontare chitarra e voce di Luna, evolvendo in una seconda parte decisamente grezza e dai contorni quasi noise, lascia spazio al fiume di parole senza vie di fuga della folle A Me MI e al morbido scorrere della pacata e pensierosa Domenica.
Tavolino, in quarta posizione, mescolando stornelli e vigorosi inserti combat folk/sixties, introduce il trascinarsi di batteria della riflessiva e sofferta Fuori Da Qui, mentre il rap dai contorni quasi funk di Prima Campanella, apre al cantautorato malinconico, che lentamente acquista vigore e forza emotiva, di Guardami.
Na Bucia, invece, tra spoken word e astrazioni sonore, cede il compito di chiudere alle strampalate pene d’amore della buffa Amami.
I nove brani proposti da Lucio Leoni, frullando insieme Celestini, Mannarino, Remotti e svariate influenze musicali (dal rock, alle derive sperimentali, fino allo ska, agli stornelli romani e, ovviamente al folk), danno vita a un album che vale sicuramente la pena ascoltare più volte. Un disco sostanzioso che fa della parola, dei contenuti e del raccontare i suoi principali punti di forza. Il consiglio è di non lasciarvelo sfuggire.
TRACKLIST
01. Luna
 02. A Me Mi
 03. Domenica
 04. Tavolino
 05. Fuori Da Qui
 06. Prima Campanella
 07. Guardami
 08. Na Bucia
 09. Amami - LINE-UP 
Lucio Leoni
 Alessandro Accardi 
Laura Piccinetti
 Filippo Rea
 Daniele Borsato

H.E.R.
BIO H.E.R. Erma Pia Castriota, in arte H.E.R., nasce in Puglia, si diploma in violino al Conservatorio di Musica e in scenografia all’Accademia di Belle Arti nel 1993 debuttando l’anno seguente a teatro come compositrice firmando le musiche per “La bottega del caffè” con Leopoldo Mastelloni e per i “Dialoghi mancati” con Roberto Herlitzka.,Come violinista nel 1998 collabora con le Restart alla colonna,sonora del film “VIOL@ di Donatella Maiorca e con la band Nidi d’Arac al film Figli D’Annibale di Davide Ferrario. Nel 2004 debutta come solista con il disco “Se avessi te” (HI- MUSIC – CNI) la cui canzone omonima farà parte del film “Mater natura“ di Massimo Andrei. Nel 2008 segue MAGMA, un disco sperimentale per voce e violino (CORE-EDEL) disco apprezzato da “Franco Battiato” che la vuole al suo fianco nel 2011 nel progetto “DIWAN – L’essenza del reale “. Autrice delle musiche del fortunato spettacolo teatrale “Dignità autonome di prostituzione” per la regia di Luciano Melchionna. Tante le collaborazioni con prestigiosi artisti italiani come Teresa De Sio, AmaliaGre (Per te) Fiordaliso (Sponsorizzata) e Lucio Dalla (con il quale ha condiviso il progetto Il bene mio).,Importante la sua partecipazione come violinista nel disco “Low in high school” diMorrissey (2017). E’ tra gli 8 vincitori di Musicultura 2020 e vincitrice assoluta di Voci per la libertà una canzone per Amnesty (sezione emergenti).

SARA JANE CECCARELLI
“Milky Way” è il secondo album della cantante italo-canadese Sara Jane Ceccarelli. Il disco esprime l’indole dell’epoca in cui viviamo, che non allontana l‘idea di contaminazione ma anzi ne vuole esaltare la forza. Dieci brani, nove in inglese e uno in italiano, in cui trovano posto la rielaborazione, con testo originale di SJC, di “Children’s Song No. 3” di Chick Corea, e la reinterpretazione con riscrittura, in inglese della canzone “Del tempo che passa la felicità” di Motta. In mezzo il viaggio di SJC spazia dall’Africa al funk, dal jazz al folk nordamericano, dal pop al reggae.
Sarebbe superfluo collocare SJC e la sua carriera all’interno di un unico contenitore musicale: una delle voci dell’Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti diretta da Paolo Damiani, corista nell’album di Francesco De Gregori “Amore e Furto” dedicato a Bob Dylan, Pamina nel “Flauto Magico” nell’allestimento dell’Orchestra di Piazza Vittorio, impegnata in spettacoli di teatro-canzone con l’attore e musicista David Riondino. La poliedricità è una delle sue più preziose caratteristiche.
Non si tratta né di una scelta consapevole né di un atto volutamente anticonformista: la scrittura multiforme dell’album Milky Way prende spunto da tutta la musica affrontata dalla cantante come interprete e autrice in questi anni.
SJC esce con un disco pensato per i live, un disco da suonare e da far ascoltare, insieme ai suoi storici musicisti, primo fra tutti il fratello chitarrista, e collega da sempre, Paolo Ceccarelli.
Gli arrangiamenti e la direzione musicale dell’album sono stati curati da Edoardo Petretti, pianista, polistrumentista, recentemente arrangiatore e direttore d’orchestra al Festival di Sanremo 2021 nell’ambito delle Nuove Proposte.

ARDECORE
Supergruppo, che ha ospitato Geoff Farina (Karate) e membri degli Zu, gli Ardecore hanno compiuto una rilettura della musica tradizionale romana, quella degli stornelli, delle ballate trasteverine e della Ferri, convincente nel suo essere moderna e al contempo accorata nel rispetto del passato. Un percorso che ha parzialmente mutato rotta nel terzo album, "San Cadoco"