Alberto Sughi (Cesena, 1928-Bologna, 2012), Il sole, il mare, gli innamorati, anni '90, serigrafia su tela e interventi dell'artista con pittura ad olio (ogni esemplare è unico e diverso dagli altri), cm 80x80 (103x103 compresa cornice), tiratura 160 esemplari tutti differenti, firma in basso a destra, numero esemplare in basso a sinistra, al retro descrizione, ulteriore firma dell'artista e numerazione. Cornice in legno dorato artigianale. Documentazione: certificato di autenticità dell'artista con foto con sotto dichiarazione di notaio firmata e timbrata. Condizioni ottime.
Opera bellissima e di grande impatto visivo, ormai introvabile da anni sul mercato.
Alberto Sughi è stato uno dei maggiori protagonisti dell'Arte Figurativa Italiana del XX° secolo e fondatore del Realismo Esistenziale. E' unanimemente considerato il Francis Bacon italiano. La Galleria d'Arte Piero Della Francesca ha collaborato col maestro Sughi dal 1969 fino alla sua morte, organizzando due personali (1972, 1974).
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Biografia di Alberto Sughi: Alberto Sughi, pittore appartenente alla corrente Realista, nasce a Cesena il 5
ottobre 1928 ed esordisce come pittore all'inizio degli anni '50. Sceglie da subito la strada del realismo, nell'ambito del dibattito fra astratti e figurativi dell'immediato dopoguerra. I dipinti
di Sughi rifuggono tuttavia ogni tentazione sociale; mettono piuttosto in scena
momenti di vita quotidiana senza eroi. Enrico Crispolti nel 1956 inquadrò la sua pittura nell'alveo
del realismo
esistenziale. La ricerca di
Alberto Sughi procede per cicli tematici. Alla fine degli
anni '50, il suo lavoro è fondato sull'esistenza dell'uomo nell'ambito della
società protagonista del "boom" economico, sottolineando la
solitudine sociale dell'individuo attraverso il racconto di situazioni in
luoghi come strade, bar, cinema (es:La scalinata sul Lungotevere, 1959, II
grande bar, 1959-60). Nei primi
Sessanta, esplora la condizione umana nel suo risvolto privato, nella
solitudine colta entro l'intimità domestica (le figure che si spogliano, gli
amanti, l'uomo col cane). Nel biennio
'64-'65 è protagonista la critica sociologica, (nei grandi dipinti “Politici al
ricevimento”, “La Classe Dirigente” o ancora il monumentale trittico “L'Ora
Storica”). Gli anni dal '71
al '73” le cosiddette Pitture verdi, dedicate al rapporto fra uomo e
natura (1971-1973), poi il ciclo La cena (1975-1976) incentrata sulla situazione dell'uomo
nel privato. Agli inizi
degli anni'80 appartengono i venti dipinti e i
quindici studi di Immaginazione e memoria della famiglia; dal 1985 è in corso la serie La sera o
della riflessione. L'ultima serie di dipinti, esposta nel 2000, è intitolata Notturno. Nel 1963 una sua
opera viene esposta alla mostra Contemporary
Italian Paintings,
allestita in alcune città australiane. Nel 1963-64 espone alla mostra Peintures
italiennes d'aujourd'hui,
organizzata in medio
oriente e in
nordafrica Negli anni '60 e
'70 collabora con alcune delle più note gallerie italiane che propongono arte
figurativa, tra cui La Barcaccia di Roma e la Pier Della Francesca di Arezzo,
che rimangono a lungo le gallerie di riferimento del maestro. Dagli anni '80 al
2000 l'attività espositiva di Sughi vede mostre significative in spazi pubblici
in Italia e nel mondo, oltre a mostre in varie gallerie in Italia e all'estero. Musei italiani e
stranieri hanno dedicato a Sughi ampie rassegne antologiche; tra esse spiccano
la Galleria d'Arte Moderna di Bologna (1977), la Galleria del Maneggio di Mosca
(1978), il Museo di Castel Sant'Angelo di Roma, il Museo delle Belle Arti di Budapest,
la Galleria Nazionale di Praga (1986), la Galleria Civica d'Arte Moderna di
Ferrara (1988), la Casa Masaccio a San Giovanni Valdarno (1990), il Museo
d'Arte Assis Chateaubriand a San Paolo del Brasile (1994) e il Museo Civico di
Sansepolcro (2003). L'artista ha partecipato al ciclo di mostre " La ricerca
dell'identità" a Cagliari, Palermo e Ascoli Piceno (2003-2004), e alla
mostra "Il Male. Esercizi di pittura crudele" alla Palazzina di
Caccia di Stupinigi, Torino (2005) e alla mostra “Il Ritratto Interiore da
Lotto a Pirandello”, al Museo Archeologico Regionale, Aosta (2005). Agli inizi del 2006 una grande rassegna antologica di Sughi si è tenuta al
Palazzo della Pilotta di Parma. Nel 2007 due
maggiori mostre antologiche di Sughi sono state presentate alla Biblioteca
Malatestiana di Cesena, curata da Vittorio Sgarbi, e al Complesso Vittoriano a
Roma, curata da Arturo Carlo Quintavalle. Nel 2009 il lavoro di Alberto Sughi è stato presentato a Palermo al Palazzo
Sant’Elia in una nuova grande retrospettiva curata da Maurizio Calvesi. Dei suoi anni di formazione il pittore racconta: "Quando sono venuto a
Roma nel 1948 dormivamo sulle panchine, negli scantinati e la vita era povera.
C'era stata la guerra e quindi dormire in posti del genere ci sembrava normale,
non la sentivamo come una sofferenza, come la potremmo avvertire oggi e quello
che ci faceva andare avanti era la voglia di essere pittori, l'avere un
pensiero diverso, perché c'era grande fermento, i pittori anziani parlavano ed
avevamo tutti voglia di imparare e di farlo insieme. E' stato ed è tutto molto
bello perché la passione ha sempre illuminato il mio lavoro, anche nelle
difficoltà." Sin dai primi anni i dipinti di Sughi risentono del dibattito tra astrattismo e
figurativismo e, pur ritraendo vari aspetti della vita metropolitana, non si
lascia catturare dalla accesa vita politica, preferendo mettere in scena
momenti di vita quotidiana senza eroi in una forma figurativa che lo storico e
critico d'arte Enrico Crispolti definisce "realismo
esistenziale". Il cammino artistico di Alberto Sughi procede, in modo costante, per cicli
tematici, che hanno il sapore della sequenza cinematografica. Di questo cammino artistico il pittore dice: "Mi interessa il viaggio,
quel viaggio affrontato con diverse consapevolezze. Spero di non allontanarmi
mai da quel che sono, continuare a raccogliere i segnali che vengono dalla vita
e dal mondo. Ti posso dire che sono felice di quel che ho fatto e della mia
vita che mi ha dato tanto e non la cambierei mai con nessun'altra. Cerco di
essere fedele a questa storia lavorando fino al limite. Voglio restare insieme
a me, alla mia pittura e alla mia vita senza pensare se farò delle cose belle o
meno belle e mi piacerebbe proprio finire dentro il mio lavoro." Del senso e della filosofia delle sue opere, Alberto Sughi dice in
un'intervista: " ho rappresentato la solitudine, il rapporto con la
natura, il teatro d'Italia, ho fatto tutto quello che in fondo potevo
incontrare e conoscere nei momenti di questo Paese. Ad esempio nel quadro che sto facendo (indicando una grande tela nel suo
studio, ndr), sto rappresentando due uomini seduti su una spiaggia mentre c'è
il mare in burrasca, come se non si accorgessero che non è più il momento di
stare lì. I miei quadri, come in questo caso, hanno sempre rispecchiato il
rapporto tra me e me stesso e tra me stesso e il resto delle cose. E osservando
la tela penso che potrà trasformarsi in qualcos'altro". Sughi muore a
Bologna il 31 Marzo 2012.