La scelta di riprodurre in facsimile questo prezioso codice, essenziale per la storia della medicina, è stata dettata dalla volontà di restituire la bellezza che esso presenta nella sua veste originale. Il codice cartaceo, di formato atlantico, è composto di 146 carte e 71 tavole anatomiche acquerellate, a piena pagina con didascalie in francese e in italiano. Le 71 tavole a colori testimoniano del momento innovativo che la cultura anatomica conobbe in quegli anni.
Volumi, formato cm 56,5 x 42,3 | 1 |
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Carte | 146 |
Tavole acquerellate | 71 |
Tiratura in copie numerate | 199 |
Un codice dal sorprendente realismo
Il codice cartaceo, di formato atlantico, è composto di 146 cartecomprendenti la guardia iniziale, la guardia finale, il testo e 71 tavole anatomiche acquerellate, a piena pagina con didascalie in francese e in italiano. Le 71 tavole a colori, quasi tutte presenti sul recto delle carte del codice, per la particolare bellezza e raffinata qualità esecutiva che presentano, per il ruolo del colore nell’esatta imitazione del “naturale”, nonché per i rimandi culturali, archeologici, classicistici che propongono, testimoniano del momento innovativo che la cultura anatomica conobbe in quegli anni.
La scelta di riprodurre in facsimile questo prezioso manoscritto è stata dettata dalla volontà di restituire la bellezza che esso presenta nella sua veste originale, tanto nella scrittura in corsiva cancelleresca, quanto nel sorprendente realismo dell’apparato illustrativo: scelta tanto più impegnativa se si tiene conto della difficoltà presentata dalla riproduzione del “formato atlantico” delle carte e dalla complessa impaginazione e declinazione cromatica delle tavole anatomiche.
Legatura e stampa del codice. Un’opera esclusiva e raffinata
La legatura originale è di produzione italiana, databile tra fine XVI, inizio XVII secolo.
La stampa del facsimile è realizzata in quadricromia, con retino stocastico, su carta vergella bianca, in puro cotone, delle Cartiere Magnani.
La piegatura e la cucitura sono manuali; la legatura è in pelle verde oliva scurissimo, conciata in fossa, i piatti anteriore e posteriore presentano decorazioni geometriche e ferri a ventaglio, impressi a caldo in oro, in stile francese; il piatto anteriore è inoltre arricchito con occhio di tigre; titolo e fregi sono impressi in oro a caldo. La tiratura mondiale è di 199 copie numerate a mano.
Il facsimile è accompagnato da un volume di commentario, rilegato in setalux metallic con incisioni in oro e capitelli in cotone.
L’opera è custodita in una preziosa teca in legno e plexiglas che all’occorrenza si trasforma in un comodo leggio foderato in alcantara, contenente al suo interno il volume di commento.
Un codice essenziale per la storia della medicina
L’Anatomia depicta fu scoperta dal medico e bibliotecario Giovanni Targioni Tozzetti, che ebbe modo di prenderne visione nel 1752 presso la biblioteca di Giovanni Giraldi.
La famiglia Giraldi era tra le più illustri di Firenze e nota per la sua importante collezione libraria. Purtroppo questa «fioritissima biblioteca» fu dispersa nel corso del XIX secolo.
Solo nel giugno del 1912 il codice fu acquisito dalla Biblioteca Nazionale di Firenze.
L’esame dei dati storico-biografici presenti nel manoscritto, le analisi calligrafiche comparate e i riscontri documentali hanno permesso di accertare che Anatomia depicta fu opera del nobile mantovano Filippo Cavriani, medico di corte di Caterina de’ Medici a Parigi, e venne realizzata tra il 1565 e il 1589.
Se l’importanza di Anatomia depicta per la storia della medicina si coglie nelle pagine in cui il suo autore fornisce i resoconti delle esperienze cliniche e autoptiche (dissezioni, autopsie, interventi terapeutici, osservazioni di pazienti) maturate nel corso della sua attività professionale, ciò che fa di essa un documento eccezionale nel panorama scientifico e artistico del tempo, è il suo ricco apparato figurativo, composto di 71 tavole anatomiche acquerellate, a piena pagina.
A un documento così fondamentale per gli sviluppi della medicina si è voluto affiancare un volume di commentario che facesse luce sulle diverse problematiche dell’opera e sulla figura del suo autore. Su questa si è focalizzato lo studio di Gino Benzoni, che ripercorre le vicende dei personaggi più illustri della famiglia Cavriani e ricostruisce gli avvenimenti della vita di Filippo, indagandone i diversi aspetti della personalità. Di non minore interesse è l’indagine che Chiara Rabbi Bernard ha condotto su documenti inediti riguardanti il medico mantovano e sulle ragioni che hanno influenzato e determinato le fasi di elaborazione dell’Anatomia depicta. Il saggio di Andrea Carlino punta poi a individuare le novità che l’opera di Cavriani presenta rispetto ai trattati anatomici coevi, nonché gli aspetti di maggiore interesse per gli sviluppi della medicina. Diverso l’approccio di Stéphane Velut, che indaga con profonda competenza le preparazioni anatomiche delle tavole, mettendo in evidenza l’abilità della pratica settoria a esse sottesa e la loro relazione con il testo. Lo studio di Giuseppe Olmi mira invece a ricostruire il contesto culturale e scientifico entro il quale si colloca l’Anatomia depicta, mettendo in evidenza l’apporto del medico umanista al progresso della medicina e della scienza naturale. In questa ottica, merito di Roberto Paolo Ciardi è stato quello di cogliere nelle tavole dell’Anatomia depicta una delle prime testimonianze del nuovo corso dell’illustrazione scientifica. Completano il volume l’indagine codicologica di Piero Scapecchi che, oltre a ricostruire il percorso storico del codice, e a stabilire le datazioni del testo e delle tavole, fornisce una descrizione analitica della cartulazione, delle filigrane e della composizione delle carte, nonché la trascrizione e traduzione integrali del manoscritto.
I commenti sono introdotti da uno scritto di Carlo Maria Ossola sugli aspetti metaforici dell’anatomia come “fabrica del corpo”.
OPERA FANTASTICA, CURATA NEI MINIMI PARTICOLARI.....