SANTORO, Suzanne (New York, 1946), Suzanne Santoro. January 23 - February 10, 1979

KIngston, Rhode Island, Edizione a cura dell'Ente 1979

Poster originale della mostra di Suzanne Santoro presso la University of Rhode Island, Kingston, Rhode Island, Main Gallery, Fine Arts Center, 23 gennaio - 10 febbraio 1979. Illustrazione in bianco e nero al fronte (la stessa utilizzata per la copertina del suo celebre libro “Per una espressione nuova. Towards New Expression”)

Cm 56x46, pp. 1, Foglio sciolto (loose page)
Molto buono (Very Good)

Suzanne Santoro è nata a New York il 7 giugno 1946. Dopo la formazione  presso la School of Visual Arts di New York e la New York University, ha frequentato il contesto newyorkese minimalista e concettuale degli anni 1960, avvicinandosi alle ricerche di Dan Flavin e Joseph Kosuth. Tra la fine degli anni sessanta e il principio del decennio successivo si trasferì a Roma. Il suo percorso artistico si è incrociato con l'esperienza della militanza femminista, attraverso la frequentazione del collettivo di Rivolta femminile, grazie ai contatti con Carla Lonzi, conosciuta precedentemente a New York, durante il soggiorno americano della critica d'arte nella seconda metà degli anni sessanta. Il contatto con il Femminismo rappresentò un forte stimolo per la sua ricerca estetica, che si è concentrata su temi marcatamente femministi, quali la sessualità e il corpo. La ridefinizione della zona erogena femminile rappresentò negli anni Settanta il perimetro di indagine della ricerca dell'artista, che mirava alla definizione di un vocabolario sessuale visivo aderente alla dimensione reale e organica del corpo della donna, spogliato quest'ultimo dalle rappresentazioni banalizzanti e sbrigative che la tradizione artistica ha operato nel corso della storia, dalla statuaria classica fino ai tempi più recenti.

In seguito alle sue ricerche e sperimentazioni artistiche realizzò Per una espressione nuova / Towards New Expression (1975), una raccolta fotografica che mirava a sottolineare e denunciare la cancellazione iconografica del sesso femminile. Il lavoro artistico di Santoro non aveva solo una valenza individuale, ma si inseriva in un contesto ben più ampio e collegato al rapporto tra arte femminista degli anni Settanta e  fotografia. Il realismo di questo connubio rispondeva perfettamente all'esigenza ideologica di una riappropriazione del corpo femminile e dei suoi processi naturali.

Nel 1976 Santoro fondò insieme a un gruppo di intellettuali e artiste come Carla Accardi, Eva Menzio, Anna Maria Colucci, LeoNilde Carabba, Stephanie Oursler, Nedda Guidi, Silvia Truppi, la Cooperativa Beato Angelico (CBA), esperienza a metà strada tra il collettivo femminista e la cooperativa di artiste. La CBA aveva uno spazio espositivo stabile, dove ogni singola artista era chiamata a esporre a rotazione. Il gruppo si sciolse nel 1978.